
Pubblicato ore 12:00
- di Alessia Cespuglio
Mentre prima parlavamo di un sacco di cose, e anche di sesso, adesso parliamo solo di Covid. Ammettiamolo. Tanto vale parlarne apertamente. Uno sguardo libero e quanto possibile sorridente su quello che ahinoi sta capitando a tutti.
Per domande, contributi, stimoli ed opinioni, per un confronto divertito vecchia maniera senza che sia solo “social” scrivete a covidandthecity2.0@gmail.com, Alessia vi risponderà.
Care amiche e cari amici
scrivo di getto canticchiando una delle mie canzoni preferite di Carmen Consoli.
Volevo condividere cosa mi è accaduto stasera. Allora, devo uscire per uno stato di necessità durante il coprifuoco. Devo andare in farmacia. Niente di che. Necessario ma niente di che. E fin qui tutto bene. Nell’ultimo articolo intriso di malinconia parlavo della notte. Del silenzio che arriva dal marciapiede sotto la finestra. Beh, io non c’ero mai uscita col coprifuoco. Mai. Città deserta. Se qualche giorno fa ascoltavo il silenzio di queste strade, stasera ne ho visto l’aspetto.
Prima cosa: tranquilli ragazzi, fuori non c’è l’apocalisse. Livorno è bella come sempre. Ma senza nessuno di noi. Non vuota. Svuotata. Perché di fatto queste strade vuote sono innaturali. Che poi qualcuno c’è sempre, ma sono assolutamente niente rispetto al movimento che c’era un anno fa, anche col freddo. Ma ecco vi volevo dire, a voi che state a casa perché non si può uscire, che se vi chiedete come sta la nostra città di notte, io l’ho vista: sta esattamente come stiamo noi. Per cui ha un misto di stanchezza e giramento di palle. Ma non l’ho vista male. Anzi pensavo stesse peggio. Pensavo mi facesse più impressione. Invece no. È triste eh. Come noi. Anche quelli che stanno “meglio” alla fine sono abbattuti ormai. È normale: siamo ad un anno di questa vita.
Quindi grazie a questa mia unica uscita per andare in farmacia scopro com’è sta la città. Il FUORI dall’intento dei nostri personali coprifuoco è esattamente come il DENTRO. Morale della favola? Lo so che avete bisogno di ascoltare una grande verità piena di poesia ma io vi vorrei solo dire che durante il coprifuoco non si trova parcheggio nemmeno a piangere. Tutti in casa. Belli rispettosi. Giustamente aggiungo, ma nell’immobilità assoluta non è faccio anche quattro giri del quartiere smadonnando e qualcuno se ne va. Eh no, Non può accadere. Perché nessuno se ne va. Ecco. l’ho detto.
Spero che possa esservi utile quanto una verità più profonda. E ho avuto una grande intuizione. Pronti? Va messo un posto dedicato solo per chi deve uscire durante il coprifuoco. Così trova posto. Questo avevo la necessità di condividere. Magari il mio posto lasciato poco prima l’ha preso un altro che smadonnando stava cercando posto ed era uscito di casa con 3 gradi per un altro stato di necessità o per lavoro. Che è normale. Legittimo. Anche col COVID. Non c’era nemmeno il brivido all’idea di essere fermata. Dovevo andare in farmacia. Per cui per quanto ci si immagini un mondo di posti di blocco pronti a fermare chi se ne va a giro, “deeee siamo a Livorno vedrai qualcuno che va a giro c’è”. Ve lo dico io. No, non c’è nessuno. Ho visto due col cane. Forse una macchina. Quindi nessuno. Non è che siamo due in città. Siamo un bel po’.
E io che di notti livornesi ne ho viste a centinaia, vi dico che la nostra città come stasera non l’avevo mai vista. Eppure ci sarà stata una notte che tornando a casa non avrò incontrato nessuno. Di sicuro. Ma non così. Non l’ho mai vista come stasera. Svuotata. Era diversa. Ma mentre scoprivo con meraviglia e stupore che la città non era morta, ma anzi è viva e lotta con noi,, realizzo anche che parcheggio non ce n’è, ci sono 3 gradi, e c’è il coprifuoco. De. E in un attimo ho perso tutta la poesia di questa magica visione. Ecco, mi sono detta, che palle. E gira. Gira. Gira. Gira. Quando all’improvviso, mentre imprecavo in tutte le lingue conosciute dall’intelletto umano, ho dato uno sguardo a Piazza Magenta. Bella. Arancione e ombre. Il fruscio degli alberi. Sembra scuotere la testa. Triste, stanca, abbattuta, ma bella. Che bella. Ho sorriso e anche lei, a quel punto, la piazza, mi ha sorriso. La piazza mi sorride. E trovo posto. E così anche il parcheggio diventa poesia.
La cosa fondamentale della vita che ho capito stasera è che non si trova parcheggio col coprifuoco. Sia chiaro. Già “prima” non era una giacchettata, vero. Ma voi appuntatevelo, non si sa mai. Le 3.40. Dormo poco in questi giorni. Anche se adesso la connessione va (leggetevi articolo precedente). E siamo gialli.
Via vado a letto. Volevo dirvi solo questo. Ma ve lo dico col sorriso, lo stesso della città di notte che ci aspetta quando tutto questo passerà.
Buonanotte amici e amiche.
Un abbraccio speciale e un grazie a tutti i nottambuli romantici che hanno apprezzato con messaggi e commenti l’articolo della settimana scorsa. Grazie.
Vi lovvo.
Una di noi.
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