Curiosità dal cinema: “Lo chiamavano Trinità”

Il film fu girato per intero nel Lazio

lo chiamavano trinità
Bud Spencer e Terence Hill
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Pubblicato ore 07:00

  • di Gianluca Donati

Carlo Pedersoli e Mario Girotti sono i veri nomi di Bud Spencer e Terence Hill, e si conobbero in occasione del film Western “Dio perdona… io no!” del 1967, al quale seguirono “I quattro dell’Ave Maria” (1968) e “La collina degli stivali” (1969), una trilogia firmata da Giuseppe Colizzi. Ma la coppia iconica delle scazzottate tutte da ridere fu inaugurata da “Lo chiamavano Trinità” del 1970 di E.B. Clucher alias Enzo Barboni, ed è di questo film leggendario che vogliamo parlare svelando delle gustose curiosità.

Il primo “fagioli Western” sembra impensabile senza la mitica coppia di Bud e Terence, eppure inizialmente il cast doveva essere completamente diverso. Il ruolo di Trinità era stato proposto a Franco Nero, che però rifiutò reputando il copione troppo stravagante. Allora furono contattati Luigi Montefiori (in arte George Eastman) e Pietro Martellanza conosciuto con il nome di Peter Martel. Ma saputo che Barboni stava girando i vari produttori per proporre il proprio copione, furono gli stessi Girotti e Pedersoli che si proposero in coppia a Barboni, di fatto imponendosi per la parte.

Il film uscì nelle sale italiane il 22 dicembre 1970 e riscosse un enorme successo; quasi 9 milioni di spettatori arrivando secondo per incassi della stagione 1970/71 dopo “Per grazia ricevuta” di Nino Manfredi. “Lo chiamavano Trinità” incassò quindi oltre 3 miliardi di lire, corrispondenti a 27 milioni di euro di oggi. Il successo fu replicato in TV: nel 1988 trasmesso sul piccolo schermo ebbe 11 milioni di spettatori. Uscito in VHS nel 1989, nel 1992 si piazzò tra le 10 videocassette più vendute in Italia a distanza di 22 anni dalla produzione del film. “Lo chiamavano Trinità” trionfò anche all’estero distribuito in Stati Uniti, Germania Ovest, Belgio, Francia, Danimarca, Norvegia, Svezia, Finlandia, Taiwan, Turchia, Spagna, Portogallo, Giappone, Australia, Hong Kong.

Sergio Leone che inventò lo “spaghetti Western” girò la “trilogia del dollaro” in Almeria o Spagna, spacciandoli per il Vecchio West statunitense. Per i “fagioli Western”, Carboni pensò a location ancor più casarecce, infatti “Lo chiamavano Trinità”, fu girato interamente nel Lazio. Il villaggio western fu costruito negli studi di produzione della De Laurentiis, lungo la Via Pontina, e non esiste più, perché demolito.

La cosa più indimenticabile del film è la famosa “slitta” sulla quale Trinità si sdraia pigramente facendosi trascinare dal suo cavallo, sulle indimenticabili note della colonna sonora di Franco Micalizzi, con una canzone dal testo del cantautore britannico Lally Stott e cantato dall’italo – australiano Annibale Giannarelli. In realtà tale oggetto esiste davvero e si chiama “Treggia” e la sua storia risale a millenni fa. Era utilizzata dai nativi americani per trascinare carichi trasportati dai cavalli o dai cani. Ma in realtà vi sono prove che rimandano l’utilizzo della Treggia a 5mila anni fa, usata prima dell’invenzione della ruota. Ma dobbiamo solo alla genialità di Clucher (che è anche lo sceneggiatore del film) la divertente idea di farla usare da Trinità per dormire.

A proposito: vi ricordate la mitica e divertentissima scena che apre il film, quando un affamato Trinità si avventa su una padellata di fagioli e la divora con voracità? Ebbene, non ci sono trucchi, nessun taglio, né finzione, Terence trangugiò realmente l’intera fagiolata tutta d’un colpo. Lo stesso attore racconta che per girare quella scena, si preparò con un digiuno di 36 ore di fila. La scena venne talmente bene da convincere il regista a non ripeterla.

Il successo del film della coppia Trinità e Bambino (soprannome di Bud nel film), indusse regista e il produttore Italo Zingarelli a realizzare un sequel, “…continuavano a chiamarlo Trinità” del 1971, e fu nuovamente un trionfo al botteghino.

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