
Pubblicato ore 15:05
- di Valeria Cappelletti
LIVORNO – Viaggio tra le pietre d’inciampo che si trovano a Livorno nel Giorno della Memoria. A promuovere l’installazione nella nostra città delle “stolpersteine“, pietre d’inciampo in tedesco, è stata la Comunità di Sant’Egidio per ricordare la deportazione di tanti livornesi di religione ebraica, durante il nazi-fascismo.
Sono 18 le pietre d’inciampo presenti a Livorno, compresa l’ultima, quella dedicata alla piccola Gigliola Finzi posta in via Verdi 25. Sono state installate a partire dal 2013.
Ecco dove si trovano e a chi sono dedicate:
Nel 2013
Via Fiume 2: si trova la pietra d’inciampo dedicata a Franca Baruch, che qui abitava. Figlia di Raffaello Baruch e Camelia Nahoum, nacque nel 1943, fu arrestata al Gabbro insieme alla madre il 20 dicembre 1943 a soli nove mesi e venne trasferita a Fossoli, poi deportata ad Auschwitz dove fu assassinata il 26 febbraio 1944.
Via Cassuto 1: la pietra d’inciampo è dedicata a Perla Beniacar, posta dove abitava la bambina che nacque a Livorno il 19 giugno 1935 da Moise Beniacar e Estrea Levi. Venne arrestata a Borgo a Buggiano (Pistoia) il 25 gennaio 1944, aveva nove anni. Deportata nel campo di sterminio di Auschwitz, fu assassinata il 26 febbraio 1944.
Via Verdi 101: due pietre d’inciampo dedicate a Raffaello Menasci e al figlio Enrico Menasci che qui abitavano. Raffaello (nato nel 1896) era professore all’Università di Pisa, in seguito alle leggi razziali perse la cattedrae si traferì a Roma insieme al figlio e alla moglie Piera Rossi. Enrico nato a Livorno il 27 marzo 1931. Entrambi arrestati il 16 ottobre 1943 a Roma e deportati ad Auschwitz. Raffaelo morì il 29 febbraio 1944 ed Enrico fu assassinato a soli 12 anni ad Auschwitz nello stesso anno.
Nel 2014
Via della Posta 9: qui abitava Isacco Bayona, nato a Salonicco in Grecia il 27 gennaio 1926. Il padre era livornese e aveva sposato una donna greca. Isacco fu arrestato nel 1943 insieme alla madre, al fratello Carlo e alle due sorelle Dora e Luciana, deportati ad Auschwitz, solo lui sopravvisse e tornò in Italia dove ritrovò il padre che, per via di un infortunio si era recato in ospedale.
Via Chiarini 2: qui si trova la pietra d’inciampo di una delle testimoni più importanti della Shoah, Frida Misul (1919-1992) livornese e cantante lirica, arrestata l’1 di aprile del 1944. Dopo un periodo di reclusione nel campo di Fossoli, viene deportata ad Auschitz dove rimane per circa un anno ma riesce a salvarsi. Frida ha raccontato gli orrori della Shoah nel suo diario.
Nel 2015
Via della Coroncina 16: qui abitavano Dina Bona Attal Bueno e il figlio Dino Bueno. Dina nata a Livorno nel 1899, coniugata con Mario Bueno, viene arrestata a Marlia (Lucca) nel dicembre 1943 e deportata ad Auschwitz dove fu assassinata nel febbraio 1944. Dino Bueno nato a Livorno nel 1922 fu arrestato insieme alla madre nel dicembre del 1943 deportato ad Auschwitz e qui assassinato ma non è conosciuta la data della morte.
Nel 2017
Via Fagiuoli 6: abitava Ivo Rabà, nato a Livorno nel 1919 fu arrestato a Casoli di Camaiore (Lucca) il 2 febbraio 1944. Deportato nel campo di sterminio di Auschwitz nel 1944, vi trovò la morte nel 1945.
Via Strozzi 3: A Nissim Levi che qui abitava. Nato a Torino nel 1928 da Abramo Levi e Rosa Adut, fu arrestato a Guasticce (Livorno). Fu arrestato nel dicembre 1943, deportato nel 1944 ad Auschwitz insieme ai genitori venne liberato. Nel 2020 Livorno ha dedicato le pietre d’inciampo ai genitori.
Nel 2018
Via Cassuto 1: viene posta la pietra d’inciampo in ricordo di Matilde Beniacar, figlia maggiore di Moise Beniacar ed Estrea Levi e sorella di Perla, è l’unica che sopravvive alla deportazione. Nasce a Smirne nel gennaio 1926, arrestata nel gennaio del 1944 a Borgo a Buggiano fu deportata ad Auschwitz e poi liberata. Muore a Cecina nel dicembre 2016, ultima sopravvissuta livornese ai campi di sterminio.
Nel 2020
Via Strozzi 9: vengono poste le pietre d’inciampo dedicate ai genitori di Nissim Levi, Abramo Levi e Rosa Adut e ai fratelli di Nissim, Selma e Mario Moisè. Abramo, Rosa, Selma e Mario furono arrestati tutti nel dicembre 1943, insieme a Nissim. Deportati prima al campo di Fossoli e poi il 16 maggio 1944 ad Auschwitz. Il padre Abramo muore il 31 dicembre 1944. La madre Rosa, ed i tre figli, Selma, Mario Moisè ed Elio Nissim, vennero liberati e fecero ritorno in Italia.
Via del Mare 2: vi abitavano Piera Galletti Genazzani e la figlia Lia Genazzani. Nate entrambe a Firenze furono arrestate alla frontiera italo-svizzera nel dicembre 1943 e carcerate prima a Varese e quindi a Milano. Deportate da il 30 gennaio 1944 ad Auschwitz. Piera viene uccisa all’arrivo il 6 febbraio 1944, la figlia Lia è assassinata pochi mesi più tardi il 31 agosto del 1944.
Nel 2021
Via Verdi 25: è la più piccola tra tutti i livornesi ebrei che furono deportati e uccisi ad Auschwitz, si tratta di Gigliola Finzi, morta a soli tre mesi il 23 maggio 1944. Berta, la madre, partorisce Gigliola il 19 febbraio 1944 nel reparto maternità di Grosseto e subito dopo vengono trasferite a Roccatederighi, a marzo tutta la famiglia viene portata a Fossoli e il 16 maggio 1944 deportata ad Auschwitz. All’arrivo al campo di concentramento, Nonno Erasmo, Natale, il padre di Gigliola, Berta e Luciana la sorella di Berta sono fatti scendere dal treno a spintoni e urla, la bimba piange, un tedesco infastidito dal pianto strappa la bimba dalle braccia della madre e la uccide barbaramente, vengono uccisi subito anche Berta, Nicola ed Erasmo, Luciana viene condotta all’immatricolazione, ma non farà più ritorno a casa. Leggi la storia completa qui.
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