
Pubblicato ore 14:00
- di Patrizia Caporali
Esiste qualcosa di più gradevole del gorgoglio della caffettiera quando, al nostro risveglio, veniamo avvolti da quell’aroma intenso e già ne pregustiamo il sapore? Incredibile! Una bevanda che esiste da più di mille anni e che continua a essere tanto diffusa e amata.
Tante le leggende che si raccontano sul caffè e che vanno a intrecciarsi con la realtà, creando storie più o meno veritiere. Tra tutte, quella più famosa racconta di un pastorello dello Yemen che incuriosito dall’energia, dalla
vivacità delle sue capre, dopo aver mangiato certe bacche, si recò in un monastero vicino per chiedere spiegazioni. L’abate, credendo questi frutti opera del diavolo, li buttò sul fuoco, ma l’intenso aroma indusse i monaci a recuperarle per prepararne un decotto che riusciva a tenerli svegli anche durante le lunghe veglie di preghiera.
Qualcuno poi narra di come l’Arcangelo Gabriele soccorse Maometto contro l’improvvisa malattia del sonno che lo colpì durante uno scontro politico: solo pochi sorsi di questo infuso divino bastarono a far recuperare forza e salute per ripartire verso grandi imprese.
Di certo sembra che il caffè abbia avuto origine sugli altipiani dell’Abissinia e che già alla fine del XVI secolo fosse diffusissimo in tutto l’Oriente, per arrivare poi in Europa nella prima metà del 1600, per merito dei commercianti veneziani che seguivano le rotte marittime con l’Oriente. Ma la rapida affermazione in tutto il mondo occidentale e in America del Nord rende insufficienti le quantità prodotte in Africa Settentrionale; è grazie ai marinai olandesi che, sbarcando sulle coste dello Yemen, si impadroniscono di alcune piantine di caffè e ne iniziano il commercio fino a esportarne la coltivazione in America Centrale e Meridionale.
In Italia si dice sia sorta la prima Bottega del Caffè a Venezia nel 1640, ma qualcuno ritiene che ancora prima ne sia stata aperta una a Livorno, sì, proprio nella nostra città. In ogni caso il caffè, oltre ad essere apprezzato per le sue proprietà medicinali, diviene ben presto una bevanda sociale e il successo è immediato.
Il caffè sia come bevanda che come locale, si diffonde rapidamente in ogni città italiana. Alcuni si trasformano in eleganti caffetterie frequentate da noti personaggi letterari, filosofici e politici che aggiungono un prestigio tale da farle diventare veri e propri luoghi di socializzazione, come il Caffè Florian, sotto i portici di Piazza San Marco a Venezia, il Caffè Greco di Roma, il Caffè San Carlo di Torino. Nella città di Napoli, che oggi viene ricordata per la tazzulella più famosa al mondo, si comincia ad apprezzare l’amara bevanda solo agli inizi dell’Ottocento. La città si riempie delle colorite grida di caffettieri ambulanti, che forniscono una colazione veloce ai napoletani più affrettati, percorrendo la città in lungo e in largo con due recipienti, uno pieno di caffè e l’altro di latte, e con un cesto con tazze e zucchero. Oggi non ci sono più i carrettini, ma a Napoli rimane il culto del caffè, lì possiamo bere il caffè più buono del mondo, per quel gusto unico e per il significato che i napoletani gli attribuiscono quasi fosse un antidoto contro tutti i mali e i problemi della vita.
Quanti cambiamenti da allora! La preparazione del caffè segue un rito antichissimo, è una tradizione tramandata fino ai giorni nostri, ma i metodi e gli strumenti per la preparazione di questa bevanda dall’aroma inconfondibile sono cambiati molto nel corso dei secoli, passando da utensili rudimentali alle modernissime macchine da caffè. Inizialmente il caffè viene preparato pestando l’intera bacca raccolta dalla pianta, solo in seguito si fanno bollire i “chicchi” verdi tostati interi, per arrivare infine a polverizzarli con un mortaio e fare il composto nell’acqua, aggiungendo miele, aromi e spezie.
La comparsa delle prime caffettiere rappresenta la vera rivoluzione: in rame o ottone, con forma a tronco di cono, a bulbo o ad anfora panciuta. Ed è in questo periodo che viene inventato in Turchia, quello che presto diventa un’icona del mondo orientale, l’Ibinrik, mentre in Europa si utilizzano Cuccume e Bricchi in latta e i Samovar di rame, ottone e argento. Certo, l’alto costo del prodotto unito al fatto che con il sistema della bollitura si ottiene una bevanda piuttosto densa e aspra, non entusiasma particolarmente. Tanti sono i tentativi per realizzare una macchina perfetta, affidabile, automatizzata in grado di produrre la miglior tazza di caffè e incentivarne il consumo.
I risultati arrivano solo agli inizi del ventesimo secolo: il fascino esotico del caffè, l’intero aroma del chicco tostato armonizzato in una tazzina spinge il pubblico a una più ampia diffusione. Da allora è impensabile iniziare la giornata, affrontare la routine quotidiana senza la giusta energia che possiamo ottenere con un buon caffè. Ma non sempre e necessariamente nei locali pubblici.
È negli anni Trenta che Alfonso Bialetti inventa un oggetto, un gioiello di design che ormai ha un posto speciale nel cuore degli italiani, la moka. In pochi anni diventa un simbolo del made in Italy conosciuto nel mondo, perché è una caffettiera che può preparare un caffè espresso di qualità, molto simile a quello della macchina da caffè dei bar e dei ristoranti. Di diverse dimensioni e forme, semplici, colorate, la moka è presto un accessorio indispensabile per la vita domestica.
Ma la tecnologia non conosce limiti e influenza anche i nuovi modelli di macchine per caffè che sono sempre più hi-tech. Oggi esistono macchine per caffè sospese, dotate di pulsante touch a sfioramento, per fermare l’erogazione di caffè quando lo si desidera, con spia anticalcificazione, con tasto di spegnimento automatico per il risparmio energetico. E non solo. Caffè in polvere o in chicchi? Cialde o capsule? Questo piccolo elettrodomestico è divenuto ormai un must have per gustare un buon caffè direttamente a casa nostra, in maniera sempre più pratica e moderna. Se la tradizionale moka ci può apparire un po’ superata, è ora possibile preparare la nostra bevanda preferita con la macchina da caffè a chicchi che vengono macinati istantaneamente, assicurando un aroma unico oppure con la macchina da caffè a polvere dal funzionamento classico con il braccetto che si pressa e si aggancia alla macchina, come accade nel bar.
Energizzante, rilassante, conviviale. Insomma il caffè, consumato quotidianamente ormai da centinaia di anni, può essere definito la bevanda nazionale degli Italiani. A casa o al bar, da soli o in compagnia, il caffè è sicuramente il migliore compagno di chiacchierate, di confidenze, ma è anche il simbolo dell’attenzione per se stessi e per il proprio benessere.
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