La rubrica della Cespu: “Febbraio inquieto e falsi positivi”

Nuovo appuntamento con Covid and the City di Alessia Cespuglio

Grafica di Raffaele Commone
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Pubblicato ore 13:25

  • di Alessia Cespuglio

Mentre prima parlavamo di un sacco di cose, e anche di sesso, adesso parliamo solo di Covid. Ammettiamolo. Tanto vale parlarne apertamente. Uno sguardo libero e quanto possibile sorridente su quello che ahinoi sta capitando a tutti.

Per domande, contributi, stimoli ed opinioni, per un confronto divertito vecchia maniera senza che sia solo “social”, scrivete a covidandthecity2.0@gmail.com, Alessia vi risponderà.

Amiche e amici
Come state? Vi racconto i miei ultimi giorni, devo dire che è interessante come oggetto di analisi. Da vivere, meno. Premesso questo c’è assolutamente di peggio.
Insomma va come non va che devo partire per lavoro: autocertificazione per spostamento di lavoro ? C’è. Valigia? C’è. Prenotazioni? Fatte. Ok manca solo il tampone e si parte. Prassi corretta se incontri persone per lavoro. Laboratorio di analisi. Ennesimo tampone. Aspetto al bar.
Torno su a prendere il risultato.
POSITIVA.
Ccccchhhh (suono onomatopeico che indica stupore e meraviglia. Fatto da Stefano Santomauro fa un sacco ridere).
Sono positiva. Allora no panico.
Ho sintomi ? Nessuno.
Ok, già questo è buono.
Mi dicono al laboratorio che si attiva automaticamente la procedura. Mi chiamerà l’Asl.
Ok perfetto. Allora avverti che non parti per lavoro. Organizza il lavoro in remoto. Cosa per niente semplice quando ti aspettano dopo 3 ore a Milano.
Allora organizza le figlie, nel dubbio cosa faccio? Le spedisco dai nonni. E comincio a pensare chi ho visto e chi devo avvertire.
Sì ma se me l’ha attaccato una delle bimbe? Così contagio i nonni. Sì ma se invece non sono loro, le contagio a mia volta. Va beh, dico a tutti di fare attenzione. E decido che si fa così. Comincio a telefonare. Mi rendo conto che non ho visto tante persone. Bene. Meglio. Avverto tutti e mi chiudo in casa. Mi stoppino.
Avverti la scuola della bimba, mandala a prendere e confinala a casa dei nonni. Tutti con le mascherine e a distanza in casa. Io solo isolata a casa mia.
Va beh dai se sono asintomatica che problema c’è?
Nessuno.
Improvvisamente percepisci il tuo corpo in altro modo.
Sì ma se sono asintomatica ci rimango o i sintomi verranno dopo? Non si può sapere. Come sto? Direi bene.
Ho anche fame. Mangio. Io i sapori li sento abbestia. Bene, no?
Siamo solo a 3 ore dal tampone positivo.
Tutto sotto controllo.
Videochiamata.
“Amore, mamma sta bene non ti preoccupare. Quando ci vediamo? Non lo so, appena possibile”.
Okay. È tutto sotto controllo.
Avvertire ho avvertito, le bimbe sono dai nonni.
Come sto? Bene mi sembra.
Allora niente panico. Mi rilasso e guardo la tv.
Ah, bene via.
Che problema c’è? Sto bene.
Ho avvertito tutti, nessuno ha sintomi. E chiamerà l’Asl.
Tutto assolutamente okay.
Chi mi ha incontrato nei tre giorni precedenti si fa sentire ogni tot ore chiedendomi: “Bella, allora come stai?”.
Bene, tutto a posto.
Bellini, si preoccupano.
Tranquilli, sto bene. Tutto sotto controllo. Voi?
Mi rilasso. Sto a casa. E non ci penso. Ci provo almeno.
La mia famiglia: Ale, sintomi?
No, nessuno.
Dopo due ore. Adesso? No, nessuno.
Dopo altre 4 ore: E ora? Bene. Sto bene.
Alla fine del primo giorno senza essere minimamente preoccupata per la mia salute sono esausta dalle telefonate.
Malditesta.
Vado a letto.
Secondo giorno.
Umore buono. Comincio a pensare dove posso essermi contagiata. Ho un paio di teorie. Ma già a metà mattinata sono confusa. Ricostruisco ogni mio spostamento dal giorno del tampone a ritroso fino alla prima comunione.
Ma l’Asl non chiama?
Va beh, chiamerà. Quando chiama, chiama. Sto bene, no? Si sto bene. Un po’ stanca ma va bene.
Stanca o sono i sintomi che compaiono?
Naaaa. Sono stanca.
Serie Tv.
Ne trovo una nuova che mi piace.
Bella, com’è? Sintomi?
Nessuno. Grazie.
Questa serie è ganzissima.
Bella, com’è? Sintomi?
Nessuno. Grazie.
Le bimbe sono preoccupate.
Bimbe, tutto a posto. Mamma sta bene.
Sintomi?
Nessuno.
Sì, ma l’Asl non chiama?
Certo, chiamerà.
A metà del secondo giorno, l’umore comincia a calare.
La serie la fermo ogni due per tre.
Bella, com’è? Sintomi?
Comincio a rispondere coi 👍🏻
Chiama l’Asl.
Bla bla bla bla, dopodomani tampone molecolare, domani ti chiameranno per orario.
Perfetto. Tutto chiaro.
Serie tv.
Allora come stai?
Mah bene, direi.
In che senso?
In che senso in che senso?
Stai bene o no?
Sì mi sembra di sì.
Ti sembra o sì?
Sì sto bene.
Serie tv.
Bella. Ma che ganza.
Sintomi? No. Sto bene.
Arrivo a sera esausta.
Terzo giorno. Tampone. Olè fatto.
Via adesso mi rilasso.
Un vago senso di inquietudine mi comincia a pervadere.
E se sto male? E se i sintomi compaiono?
Ale, ma sintomi? No.
Comincio ad innervosirmi.
Il pensiero aumenta e mi colpisce quanto sia potente. E se sono malata? Le bimbe le vedo fra un mese?
Va beh giusto. Ma non ci pensare adesso.
Videochiamata.
Mamma come stai? Bene amore. Non ho nulla.
Ma se non hai nulla posso venire da te?
Eh no amore.
Sei malata?
No amore.
Poi ci penso. Non lo so. Aspettiamo il tampone.
La domenica sono una bestia in gabbia.
Ma quando si sa il risultato?
24 ore. Forse 48 ore.
Ale, allora? Nulla. Si sa domani.
Sintomi? No nulla.
Così tutto il giorno.
Spippolo su Facebook.
È morto Erriquez, il cantante della BandaBardó.
No dai. Non ci credo. In un secondo penso a tutti i concerti, ad un momento così spensierato. Li ho visti così tante volte. Ho urlato le loro canzoni. Ho ballato fino a cadere per terra. Ho riso.
Metto le loro canzoni e mi commuovo. La verità è che piango.
Piango e sono triste.
Ale, come stai?
Bene cazzo. Sto benissimo porca miseria ladra, sto di lusso. Non si sente?
Oh, ma calma.
Calma un cazzo, nulla.
Lasciatemi in pace a piangere.
Piango un poeta. Piango un pezzo di vita che se ne va con questo artista. Piango che sto bene, ma non lo so se sto bene.
Piango perché sono stanca.
Sono stanca di tutto.
E poi si è anche un fottutissimo S. Valentino. Ma cosa te ne frega di S. Valentino? Nulla ma oggi è così.
Se mi rilasso collasso, mi manca l’aria e l’allegria”.
Cerco di hackerare il sito dell’Asl con la forza del pensiero. Caricando ossessivamente la pagina dei risultati.
Nulla.
12 ore.
Nulla.
Ale?
Come
Stai?
Bene.
Realizzo che non ho paura per me, ma per tutti gli altri.
Vado a letto.
Mi sveglio.
Tampone negativo.
Era un falso positivo.
Come me. Mi sento così.
Una falsa positiva.
Sono sollevata. Avverto tutti.
Mi fermo.
Sto bene.
Ma la verità è che non sto bene. Non sto bene. Per niente.

Fumo una sigaretta. Passerà. Tutto questo passerà.

Un abbraccio a tutti i malati di Covid, a chi sta aspettando il tampone, ai falsi positivi.
A chi ha paura, a chi non ha paura, a chi ha bisogno di un abbraccio.

Un pensiero d’amore a Erriquez, alla sua famiglia, alla Bandabardó, ai miei 20 anni, a tutto quello che non avrei mai immaginato, a tutti noi.

Un abbraccio enorme all’amico e combattente Loris Rispoli. Forza! #iosono141

Con amore
Una di noi

P.s. La prossima settimana prometto che sarò più leggera di oggi. Giuro.

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