La Rubrica della Cespu: 30 anni, per non dimenticare

Nuovo appuntamento con Covid and the City di Alessia Cespuglio

Grafica di Raffaele Commone
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Pubblicato ore 12:00

  • di Alessia Cepsuglio

Mentre prima parlavamo di un sacco di cose, e anche di sesso, adesso parliamo solo di Covid. Ammettiamolo. Tanto vale parlarne apertamente. Uno sguardo libero e quanto possibile sorridente su quello che ahinoi sta capitando a tutti.

Per domande, contributi, stimoli ed opinioni, per un confronto divertito vecchia maniera senza che sia solo “social”, scrivete a covidandthecity2.0@gmail.com.

30 anni

Amici e amiche,

non vi ho scritto la settimana scorsa, semplicemente perché non avevo nulla da scrivervi. Questa è la verità. Succede. E visto che comunque sono mesi che vi mando roba, che cerco di capirci qualcosa in questo marasma pandemico, posso con lo stesso slancio amoroso con cui vi scrivo, anche fare l’esatto opposto. E non scrivevi. Sempre con amore.

Ma oggi qualcosa da dire ce l’ho e anche di molto importante. Fra pochi giorni sono 30 anni dalla strage del Moby Prince. Il mio pensiero va a tutti i familiari delle vittime, a Loris Rispoli amico e combattente che da trent’anni lotta per la giustizia. Perché in questo paese venga resa giustizia.

Ma a che punto siamo?

Di questa complessissima vicenda umana e giudiziaria, oggi, non posso e non voglio farvi un riepilogo di quanto e cosa è successo in questi anni. No. Arriviamo direttamente al 2015. Finalmente i familiari riescono ad ottenere l’apertura di una Commissione d’Inchiesta su quello che è successo quella notte e negli anni successivi a riguardo.

Quello che segue l’ho preso dalla pagina Facebook “Moby Prince: Quelli che esigono giustizia” :
“Nella Relazione della Commissione d’inchiesta pubblicata nel 2018 abbiamo potuto trovare parole di verità finora assenti dai percorsi giudiziari.

Tra queste tre cruciali
1) Le 140 vittime sono sopravvissute oltre la mezz’ora dalla collisione tra il traghetto Moby Prince e la petroliera Agip Abruzzo. Quindi potevano essere salvate e sono state lasciate morire.
2) La magistratura italiana ha mancato di accertare la verità, identificare mandanti e autori di questa strage, punire i responsabili.
3) Tale ingiustizia si deve, secondo la Commissione d’inchiesta, all’INFLUENZA di un accordo assicurativo tra le parti in causa siglato a due mesi dalla strage. Le parti in causa firmatarie sono.
– la compagnia armatoriale del Moby Prince (Nav.ar.ma oggi Moby spa dell’armatore Vincenzo Onorato)
– la compagnia armatoriale dell’Agip Abruzzo (Snam spa 100% Stato Italiano)
– la proprietaria del carico dell’Agip Abruzzo (Agip spa oggi ENI spa 100% Stato Italiano)
– i loro assicuratori (tra cui il pagatore finale The Standard Steampship Owner’s Limited (Bermuda) tramite l’agent Charles Taylor londinese).

Tale accordo avrebbe influenzato la magistratura dal 1991 al 2018 in modo inspiegabile. La legge è uguale per tutti o basta un accordo assicurativo per evitare di punire qualcuno? Inoltre il documento dell’accordo è entrato per la prima volta nel protocollo di una PROCURA DELLA REPUBBLICA italiana solo nel 2018!
Il 2 novembre 2020, giorno dei morti, lo Stato ci ha dato l’ultimo schiaffo: il Tribunale civile di Firenze si è pronunciato negativamente sulla nostra richiesta in merito al dovere dello Stato Italiano di risarcire i/le familiari delle vittime per il mancato soccorso dei 140. ”

Questo lo stato delle cose 30 anni dopo.

E adesso mi fermo. Fermo la parte razionale. Mi succede così. Ad un certo punto devo fermare le domande continue che mi affollano la testa ogni volta che penso al Moby Prince.
Adesso penso alle due cose che fanno parte della mia memoria, come cittadina, come persona, come donna. Fanno parte di me.
La prima.
La mattina dell’ 11 aprile 1991 all’alba andavo in gita, ero alle medie, e dal Romito, dai finestrini del pullman, si vedeva ancora il fumo che si alzava. Non si vedeva bene. Ma il fumo sì, quello si vedeva bene. Ne ho un ricordo così vivido, così preciso e spesso però mi chiedo se l’ho ricostruito negli anni. Ricordo il mio sguardo colpito da quell’immagine che si perdeva nell’alba, avrei scoperto poi dopo cos’era quel fumo, che era un traghetto, che erano morte 140 persone. Era successo da poche ore. Ricordo la sensazione di sgomento, ancora all’oscuro di ogni notizia. Era successo qualcosa di grave. Noi partivamo per non mi ricordo neanche dove e mentre avevamo nel cuore la gita che stava per cominciare, avevo questa immagine a cui in quel momento non sapevo dare un significato. Qualcosa che rimane indelebile nella mia memoria. Cos’era successo?
Mai avrei detto che 30 anni dopo da quella domanda, sarei stata qui a pormi ancora la stessa domanda.
La seconda.
La prima volta che ho sentito la frase “Livorno si vede, si vede con gli occhi” dalle registrazioni radio di quella notte.
“Livorno si vede, si vede con gli occhi. Siamo in rada a Livorno”.
Queste le comunicazioni dall’Agip Abruzzo nei minuti successivi all’impatto con il Moby Prince.
Quelle parole mi hanno colpito in maniera così profonda. Subito. Come se fossi chiamata io stessa a guardare, se potevo fare qualcosa per salvare quelle persone.
E ogni volta che la risento, sento la stessa stretta allo stomaco.

Perché questa vicenda che appartiene alla nostra città, alla nostra memoria, così complessa e così dolorosa fa parte di noi. Volenti o nolenti.
Negli anni la compagnia Effetto Collaterale, della quale faccio parte, guidata da Francesca Talozzi, regista e drammaturga, dal 2012 cerca di sostenere un processo di recupero della memoria, per rimanere vigili, presenti a noi stessi benché il dolore nell’avvicinarsi a questa vicenda sia spesso insopportabile.
Da anni abbiamo legato la nostra storia di compagnia con Loris che abbracciamo tanto in questo momento difficile. Difficilissimo.

Quindi oggi Amiche e Amici queste mie parole per prepararsi a questo 30 esimo 10 aprile.

Vi allego le iniziative legate a questo 10 aprile e alcuni link al progetto Documenta (link di Facebook) (link di Instragam).

Il 10 aprile alle ore 11 in Fortezza Nuova deposizione di una corona presso il Monumento in ricordo delle vittime ed esecuzione di “Ave Verum Corpus” di Mozart a cura di EstrOrchestra e della Corale Del Corona; alle ore 12 presso il Duomo di Livorno si terrà la funzione religiosa preseduta dal vescovo Simone Giusti; alle ore 15 in Comune il saluto del sindaco Luca Salvetti alle autorità e ai familiari delle vittime, questo evento potrà essere seguito in diretta streaming dal canale you tube del Comune; alle ore 17 all’Andana degli Anelli, deposizione del cuscino di rose donato dal Presidente della Repubblica e corona di alloro, seguirà la lettura dei nomi delle vittime e il lancio delle rose in mare; infine alle 18.30 al Teatro Goldoni, la consegna della Livornina d’oro all’Associazione 140 Moby Prince e a seguire concerto per solisti, coro e orchestra del “Requiem KV626” di Mozart. Sarà il debutto dell’Orchestra del Teatro Goldoni diretta dal Maestro Giovanni Di Stefano. L’evento potrà essere seguito sul canale You Tube del Teatro Goldoni e in diretta su Granducato TV. (Gli eventi potrebbero subire variazioni causa Covid.19).

Per non dimenticare.

Vi lovvo
Una di noi

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