
- di Patrizia Caporali:
Milano, una straordinaria metropoli che nel periodo natalizio accresce il suo fascino con luci, colori, eventi e trasmette sensazioni davvero sorprendenti. Tuttavia, lontano dall’allegro frastuono delle feste, in una zona nascosta, lontana dal traffico e dai rumori, esiste un’oasi di pace, il Quadrilatero del Silenzio, un luogo inusuale e inaspettato, dove andare alla scoperta della massima espressione liberty milanese.
Milano, infatti, con Torino e Palermo, è la città più liberty d’Italia: proprio nella zona che va da Brera, quartiere dedicato all’arte, a Palestro, la parte più elegante della città, troviamo palazzi eccentrici, fantasiosi, provocatori, che si stagliano con linee sinuose e cortili nascosti dietro i portoni, tra affreschi, ferri battuti, mosaici, mascheroni e ceramiche.
Verso la fine dell’800, infatti, sono proprio i ricchi imprenditori di una borghesia in ascesa, desiderosa di mostrare la capacità di spendere, a coinvolgere in un grande sviluppo edilizio tutto il quartiere vicino alla Stazione, creando una dimensione, un’immagine esclusiva mirata ad accrescere quel fascino che già aveva conquistato grandi scrittori come Parini, Manzoni, Stendhal.

Ed ecco nascere una realtà nuova, concepita con estro da architetti, artisti-artigiani che sanno tradurre i cambiamenti sociali ed economici della città con forme, volumi e materiali innovativi come il ferro, il cemento armato, il vetro. Dimore imponenti e suggestive, opera di prestigiosi professionisti come Giulio Ulisse Arata, Giovanni Battista Bossi, Giuseppe Sommaruga, Antonio Tagliaferri, Alfredo Campanini, Alberto Migliorini; edifici di una bellezza incredibile, un ottimo biglietto da visita per chi arriva in città e ne scopre una diversa identità, in perfetto equilibrio tra modernità e innovazione.
Così la zona diventa un vero e proprio museo al quale si accede senza pagare nessun biglietto, senza fare la coda, semplicemente passeggiando, spostando lo sguardo da un posto all’altro, sbirciando dietro i portoni e i cancelli, alla ricerca di qualche piacevole sorpresa.
Niente di meglio quindi che iniziare dall’incantevole Palazzo Castiglioni, manifesto artistico dell’Art Nouveau in Corso Venezia, con le decorazioni delle balconate, gli intrecci di ferro battuto, le vetrate e le statue, per proseguire poi con la coloratissima Casa Galimberti, dalle facciate coperte di ceramiche, decorate con figure femminili e motivi floreali.

Uguale stupore davanti a Casa Campanini che, tra vetri colorati, affreschi e cariatidi in cemento all’ingresso, riporta gli elementi tipici della scultura liberty anche nei ferri battuti dell’interno e nella gabbia dell’ascensore. Che dire ancora di Casa Sola-Brusca, conosciuta dai milanesi anche come Ca ‘de l’Oreggia, la casa con l’orecchio? A fianco dell’ingresso, infatti, spunta un particolare davvero singolare, un orecchio di bronzo che un tempo fungeva da citofono e metteva in contatto l’esterno del palazzo con la portineria.
A Villa Invernizzi, invece, l’incanto del liberty lascia lo spazio alla perplessità nel vedere una colonia di fenicotteri rosa che passeggia oltre il cancello, perfettamente integrata e senza alcuna intenzione di volar via da qui.
Ancora uno tra i più incredibili è Palazzo Fidia, un edificio dalla forma curiosa a metà tra una navicella e un castello, così come sarà impossibile non entrare nell’imponente Casa Berri-Meregalli per ammirare la Vittoria Alata collocata nell’androne, insieme a tanti dettagli, sculture e meraviglie che raccolgono elementi contaminati da altri stili e armonizzati nell’estrema espressione di eclettismo.

Tanti gioielli architettonici, un elenco incredibile di edifici interessanti come, Casa Guazzoni, Casa Laugier, Palazzo Fidia, Casa Maggioni, Casa Maltagliati, Casa Felisari, Castello Cova in stile floreale combinato col neogotico, senza dimenticare la meraviglia dell’Acquario Civico realizzato in occasione della prima esposizione internazionale nel 1906,o la Stazione Centrale che, pur conservando le decorazioni miste del tardo liberty, ne segna il tramonto definitivo con la monumentale struttura tipica dell’architettura fascista.
Un itinerario capace di offrire una visione davvero insolita, alla scoperta di un universo raffinato, straripante di dettagli artistici policromi, stravaganti, che costituiscono l’anima del capoluogo lombardo e continuano a offrire il fascino immutato e magico del liberty.
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