

LIVORNO – Forse non tutti sanno che a Livorno, in zona Monterotondo, si trova la Cappella di Scafurno, l’unico edificio ristrutturato tra tutti quelli antichi presenti a Monterotondo. Ne ha parlato questa mattina Roberta Gini, architetto e membro dell’Associazione culturale Osservatorio di Monterotondo nel corso dell’evento Fortezza in fiera. Roberta Gini ha prima parlato del degrado in cui si trovano le antiche ville poste nella zona di Monterotondo: villa Morazzana, villa Rodocanacchi, villa Dupuy e villa Maurogordato, di cui solo il giardino è accessibile dopo un restauro avvenuto tempo fa. Mentre la villa Di Vestea, che accoglie il centro di salute mentale Basaglia, è l’unica struttura a essere abitata. “Queste ville sono nel disfacimento più totale – ha detto l’architetto – e l’intera zona è dimenticata da tutti, anche l’autobus non passa più, siamo in uno stato di abbandono”.

La Cappella di Scafurno è: “Una chiesa dismessa dal culto, costruita nella prima metà del 1700 dalla famiglia Ottonelli”. Nel corso degli anni ’80 del XX secolo venne abbandonata divenendo preda di vandali, acquistata e ristrutturata dall’architetto Fosco Cavallini, dal 2010 ospita l’associazione culturale. “La Cappella – ha proseguito Gini – conserva l’altare settecentesco, la cantoria in marmo, alcuni resti marmorei del confessionale, mentre le due statue che facevano parte degli arredi scultorei sono oggi ospitate nel Museo di Villa Mimbelli. La Cappella, a oggi, è l’unica parte del complesso della villa Maurogordato che sia tornata alla situazione originaria”. L’Associazione, per tenere viva la struttura e tutta la zona, organizza incontri e mostre, domani ad esempio è in programma alle 17.30 la mostra sulle scienziate più famose della storia.

Ultimo intervento di Fortezza in fiera è stato quello di Stefano Ceccarini, vice-presidente dell’Associazione Livorno delle Nazioni, che ha parlato del ruolo di Livorno come città cosmopolita nel ‘600 e della presenza di molteplici cimiteri e luoghi di culto stranieri, alcuni ancora esistenti, altri distrutti. Oggi si contano 11 cimiteri stranieri e moltissime chiese. “Non esistono città che in una stessa via contano chiese di culti diversi, come accade da noi in via della Madonna. Purtroppo Livorno sembra aver dimenticato questa sua prerogativa, lasciando nel degrado opere di notevole importanza”. E sono numerosi gli esempi portati da Ceccarini: “il cimitero inglese di via Verdi accanto al quale è stato costruito il parcheggio dell’Odeon; la chiesa degli Olandesi che all’interno cade a pezzi ed è stata recuperata solo la facciata; i marmi della chiesa degli Armeni, abbandonati a villa Fabbricotti. Perché tutto questo?”. La risposta, secondo il vice-presidente ha origini lontane, quando Livorno smette di essere porto franco a metà dell’800, e con il cambiamento della città da mercantile a industriale: “Tutti i mercanti, molti dei quali stranieri, abbandonarono la città, lasciando a loro stessi i beni che avevano costruito”.
Stasera ricordiamo alle 19.30 il giro in battello a tema, alle 20 l’allestimento del maxi schermo per seguire la Champions League e, a fine partita, il concerto dei “Joyful Gospel Ensemble”. Domani giornata conclusiva, per il programma dettagliato clicca qui.
Valeria Cappelletti
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Livorno è da troppo tempo che ha dimenticato le sue radici ma sopratutto ha dimenticato di farle conoscere e renderne orgogliosi i suoi figli più giovani……belle le manifestazioni degli studiosi che trasmettono la storia ma sono sicura che la partita Real/Juve sarà più importante.Le persone del mercato anziani e non stamani parlavano solo della partita.Tutto può crollare ma per il popolo organizzate giochi!!!
Speriamo di riuscire a scalfire e a invertire questa tendenza, è anche questo l’obiettivo di questo giornale.
Valeria 🙂