Cit Turin: minuscolo concentrato di palazzi Liberty

L'unico borgo che conserva il nome in dialetto piemontese

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Pubblicato ore 12:00

di Patrizia Caporali

TORINO – Se fino a qualche anno fa Torino faceva pensare alla grigia patina del polo industriale di una città dall’austera anima sabauda, oggi la sua è l’immagine di una realtà vivace, scintillante, in continua evoluzione.

Così, escludendo gli incantevoli itinerari tradizionali come la Mole Antonelliana, la Cappella della Sindone, il Museo Egizio, il Parco del Valentino e ogni altra bellezza artistica e architettonica dove si respira tutta la storia di un glorioso passato, è altrettanto piacevole scoprire luoghi insoliti che a modo loro raccontano la vita della città.

Perdendosi tra le vie meno frequentate, è facile arrivare in quel microcosmo residenziale dal volto ottocentesco che è Cit Turin. Un minuscolo concentrato di palazzi e villini in stile Liberty, alternati ad altri che sono un revival del Gotico, in cui domina una particolare eleganza e un’atmosfera piacevolmente retrò.

Ancora dubbia l’etimologia del suo nome, forse legato alle ridotte dimensioni, Cit Turin, Piccolo Torino, ma più probabilmente perché in epoca medioevale questo era il primissimo borgo fuori dalle mura, autosufficiente e in seguito anche amministrativamente indipendente dal centro storico della città. Un piccolo borgo di Torino fuori Torino, l’unico che conserva orgogliosamente il nome in lingua piemontese.

Pur presentando segni di insediamenti tardo-romani, sorge tra l’Ottocento e il Novecento e si sviluppa ad angolo tra cortili privati, oasi di verde e di tranquillità, stretto tra i grandi viali di Corso Vittorio e Corso Francia.

Ed è a partire dagli anni 90  che questo piccolo territorio metropolitano passa da una realtà più raccolta di piccolo borgo elegante ad attraente zona residenziale al passo coi tempi, dove i suoi 12 mila abitanti animati da quella particolare vivacità di persone che vivono il quartiere, lo hanno reso così dinamico nonostante la sua sofisticata immagine d’epoca.

Oggi, infatti, qui hanno sede alcuni tra gli edifici più importanti della città: dal Grattacielo Intesa Sanpaolo progettato da Renzo Piano alla nuova sede Rai, dal Palazzo di Giustizia alla Stazione di Porta Susa, nodo ferroviario fondamentale per l’alta velocità.

Senza dubbio la vera bellezza consiste nel passeggiare tra le sue vie dove a ogni angolo spunta un palazzo Liberty come la colorata Casa Fenoglio-Lafleur, con i suoi quattro piani carichi di eleganza, il Villino Raby, oggi sede dell’Ordine dei Medici e Odontoiatri della Provincia di Torino, l’edificio di Casa Tasca danneggiato dai bombardamenti della RAF del 1942, o la Casa dei Draghi, ossia il misterioso e allusivo Palazzo della Vittoria, sul quale aleggia una maledizione, poiché sembra siano morti suicidi sia il costruttore sia chi ne completò la costruzione.

Ma il cuore pulsante del quartiere è Piazza Martini con i suoi giardini, chiamata anche Piazza Benefica dal nome dell’Istituto di Carità della Chiesa del Gesù Nazareno, che un tempo ospitava gli orfani. Qui ogni giorno, dal lunedì al sabato, va in scena il mercato più trendy, meta di tutti i fashionisti di Torino dove, tra tante bancarelle di grandi firme e buone occasioni, resistono ancora quelle dei prodotti alimentari.

Senza dubbio Cit Turin si rivela un piacevole contrasto tra eleganti edifici storici, negozi alla moda, architettura liberty e modernità, un luogo dove il passato e il futuro cercano di dialogare, senza che la tranquillità e il fascino della sua storia ne siano affatto compromessi.

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