Badalucco, il borgo fatto di vicoli, cascate e graffiti

Il nome del paese deriva dal latino "badare"

Badalucco
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Pubblicato ore 12:00

Patrizia Caporali

LIGURIA – Splendida Liguria e non solo per il mare! Nella provincia di Imperia, infatti, a pochi chilometri dalla costa, c’è un piccolo paese con una lunga storia, con un territorio disseminato di mulini e frantoi e con una anima coloratissima.

È Badalucco un borgo medioevale che sembra arrampicarsi dal torrente Argentina, di caruggio in caruggio, fino alla collina, un luogo pittoresco abbracciato da due ponti a schiena d’asino che ne delimitano l’inizio e la fine, il Ponte di Santa Lucia e il Ponte della Madonna degli Angeli.

Sebbene sia un piccolo comune con un centro storico ancora più piccolo, Badalucco offre una incredibile varietà paesaggistica, dalla passeggiata che costeggia il fiume nella parte bassa del paese ai mille possibili sentieri per bellissime escursioni sulle Alpi Liguri, ai tipici terrazzamenti coltivati a uliveti, perché qui siamo in uno dei luoghi di maggiore produzione dell’olio d’oliva di tutto il Ponente ligure.

Se i primi insediamenti risalgono a tempi molto antichi, è nel Medioevo che assume il ruolo di fortificazione a difesa dalle invasioni barbariche, da cui il toponimo di Baaluco e Badaluco, dal latino badare, con l’aggiunta del suffisso composto -al-ucco, per indicare ‘sorvegliare, fare la guardia’. Tra le leggende che si raccontano sui frequenti attacchi saraceni, sembra che nel XVI secolo la popolazione sia riuscita resistere a un assedio dei pirati saraceni grazie alla consistente riserva di merluzzo, che ne permise la valorosa difesa e l’efficace contrattacco. Caduto sotto il dominio della Repubblica marinara di Genova, tra il 1700 e il 1800, Badalucco viene attraversato prima dalle truppe franco-spagnole, poi da quelle austriache fino a essere annesso al Regno di Sardegna nel 1815 e infine al Regno d’Italia.

E nel paese, a testimonianza di questi diversi memorabili periodi storici, rimangono la chiesa parrocchiale, dell’Assunta e San Giorgio, con la facciata barocca, il cinquecentesco palazzo Boeri, la chiesa di San Nicolò, costruita sui ruderi del castello medievale e i cinque antichi passaggi: la porta di San Rocco, la porta del Poggetto, la porta del Beo, la porta della Castella e la porta di Santa Lucia sull’omonimo Ponte.

Entrando nel borgo, popolato da poco più di mille abitanti, con le case in pietra, le piccole piazze e gli angusti vicoletti dove regna l’oscurità anche a mezzogiorno, ecco apparire quella colorata realtà che caratterizza Badalucco: magnifiche sculture, opere in ceramica, murales e graffiti, antiche leggende scritte sui muri, un vero patrimonio storico-artistico, sotto il cielo azzurro della Liguria.

Badalucco, infatti, fa parte dell’Associazione italiana paesi dipinti che comprende quelle realtà che hanno deciso di esortare gli abitanti a restaurare, abbellire e mantenere in condizione di massima fruibilità turistica il loro patrimonio artistico-culturale.

E in questo labirinto di vicoli strettissimi tra panni stesi, fiori e gatti ecco apparire un caleidoscopio di colori che accendono il grigio degli antichi muri in pietra e interrompono la penombra dell’antico borgo. Un’avventura artistica iniziata negli anni ’90, una fusione di tecniche, forme e linguaggi artistici differenti, dove tutte le ceramiche si coniugano perfettamente con le tradizioni e la storia del paese, raffigurate armoniosamente nelle varie opere.

Un borgo antico dove il passato si intreccia con il presente, mentre il sacro si confronta con il profano in un piacevole percorso tra natura, arte, cultura e sapori di prelibatezze gastronomiche.

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1 Comment

  1. Quando un giornale parla del paese in cui si è nati va ringraziato per l’attenzione data, tutta via le cose su scritte su Badalucco sono parzialmente vere, altre del tutto infondate perché totalmente fantasiose e perciò da sottolineare al fine di porre fine a queste notizie prive di fondamenta.
    Badalucco è certamente un borgo medioevale e i riferimenti al Duomo intitolato a Maria Assunta e san Giorgio (patrono del paese), alle antiche porte d’accesso sono veri e reali. Sulle origini del toponimo, però, non vi sono certezze assolute; il mistero resta.
    Il resto è tutto una frottola, a cominciare dalla leggenda sui saraceni fino ai murales, alle ceramiche, ai graffiti eccetera eccetera. Iniziati negli Anni ’90. Il paese non alcuna tradizione in merito e non esistono botteghe o artigiani che lavorino dette materie. Constatare per credere.
    Giso Orengo

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