
VETULONIA – Estate 2017. Mentre un suggestivo gioco di luci esalta anche di notte le gloriose rovine di Pompei, sito archeologico unico al mondo, il Museo di Vetulonia (provincia di Grosseto) ne celebra a distanza la rinnovata bellezza ospitando la mostra “L’arte di vivere al tempo di Roma. I luoghi del ‘tempo’ nelle domus di Pompei”. Evento culturale di prim’ordine per la piccola, un tempo grande metropoli d’Etruria, preziosa opportunità per Vetulonia che, attualmente, è l’unica sul territorio nazionale a ospitare la più bella statua di Pompei, il bellissimo Efebo lychnophoros di via dell’Abbondanza, allora utilizzato come porta-lampade per far luce fra il Tablino, sala di rappresentanza, e il Triclinio, sala da pranzo estiva.
Grazie alla collaborazione con il Museo Nazionale Archeologico di Napoli, dopo le tappe estere segnate da Corea, Giappone e dal Paul Getty Museum di Los Angeles, finalmente un’occasione per far rivivere il leggendario passato di questa terra. Due realtà, la romana Pompei e l’etrusca Vetulonia, collegate e unite anche dal comune denominatore dell’infelice sorte che ne ha decretato la fine improvvisa: l’una con la spaventosa eruzione del Vesuvio, l’altra per la violenta rappresaglia perpetrata dall’esercito di Silla.
Incantevole Efebo! Simbolo e protagonista indiscusso della mostra, straordinario fanciullo in bronzo riemerso dalle ceneri, che ancora ricoprivano la domus di Publius Cornelius Tages, aperta sulla via dell’Abbondanza, e da allora meglio conosciuta come la Casa dell’Efebo.
Il percorso espositivo, allestito coniugando il rigore scientifico con la spettacolarità, va a ricreare in due stanze l’atmosfera di una domus pompeiana e il mitico contesto artistico-culturale che all’epoca si respirava. Ed ecco che qui riprendono vita gli oggetti domestici, si restituisce un nuovo splendore alle straordinarie opere d’arte, si ridefinisce l’identità, la funzione e lo svolgimento attività quotidiane. Uno scenario straordinario che narra lo spazio interno, ricostruito idealmente, con tanti oggetti parlanti esposti nelle singole vetrine per descrivere la toeletta maschile e femminile, l’allestimento della tavola, le attività tipiche della cucina-dispensa. Alle spalle delle vetrine, concepita come una falsa porta, un’apertura che introduce metaforicamente agli altri vani, rappresentati dagli affreschi tematici collocati sulle pareti.
Quindi la ricostruzione di uno spazio esterno tradotto nella suggestiva allusione di un giardino, inteso come luogo della cultura, dell’educazione dei giovani alle Arti delle Muse e popolato da arredi marmorei come la statuetta di Venere al bagno, le erme, gli oscilla, le maschere teatrali, le riproduzioni di piccoli animali da cortile. Ed ecco la meraviglia! Nello spazio introduttivo a quello esterno, in un varco centrale, come inquadrata in una cornice reale e fantastica, si staglia la bellissima statua dell’Efebo. La morbida flessione del corpo, l’espressione meditativa del volto sembrano aggiungere un significato ancora più suggestivo e profondo a tutta la mostra.
Evento emozionale davvero straordinario al Museo Isidoro Falchi! Un indimenticabile viaggio a ritroso nel tempo, in un’esposizione aperta fino al 5 novembre, per riscoprire quei momenti della vita quotidiana di Pompei, drammaticamente sconvolta e sepolta sotto le ceneri incandescenti del Vesuvio.
Patrizia Caporali
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