
Pubblicato ore 07:00
- di Glauco Fallani
LIVORNO – Pubblico attento al Teatro Goldoni dove, sotto l’ottima direzione di Mario Menicagli e l’esecuzione dell’Orchestra del Goldoni, l’ambiente è stato accarezzato per gran parte della serata dalle inconfondibili note della sinfonia n.6 di Pëtr Il’ic Chajkovskij.
Un capolavoro assoluto, dai più conosciuto come “patetica”, che in un continuo crescendo di pathos si dimostra ogni volta capace di elargire emozioni. Così è stato anche in questa occasione: in un teatro pieno dalla platea ai palchi più alti, i presenti sono stati conquistati fin dalle prime note, rapiti direi, portati alle soglie di un’altra dimensione. D’altronde Chajkovskij stesso scriveva al fratello Modest, proprio su questa sua nuova opera all’epoca inequivocabili parole: “La considero la migliore, e cosa più importante, la più sincera tra le mie opere. La adoro come non ho mai adorato nessun altro mio lavoro musicale”.
“Patetica” fu eseguita per la prima volta, sotto la direzione dell’autore stesso appena nove giorni prima della sua improvvisa morte, a San Pietroburgo il 16 ottobre 1893. Un accadimento che, unito agli accenti melanconici e struggenti che pervadono l’intera sinfonia, contribuì a farne una sorta di testamento artistico di una personalità emotivamente tormentata.
Altra fondamentale particolarità: per la prima volta nella storia una sinfonia fu scritta in modo che il finale fosse composto da note che si dissolvono nel silenzio. Un autentico capolavoro sinfonico, insomma, dove emerge senza ombra di dubbio la maturità compositiva dell’autore.
La sinfonia n.6 è stata preceduta per l’intera prima parte dello spettacolo da un omaggio a Mascagni che fu il primo ad eseguire la “Patetica” in Italia e da “Carpe diem – un concerto per bandoneon”. In apertura il sempre più bravo Maestro Menicagli, nostro concittadino, ha diretto una Sinfonia da “Le maschere” di Pietro Mascagni come omaggio al compositore livornese ed a seguire un’autentica novità: Fabio Furia ha eseguito al bandoneon, strumento particolarissimo di origine argentina tanto caro ad Astor Piazzolla, una miscela di sapori sudamericani, con alcuni elementi jazz ed uso intensivo delle percussioni che si sono sposati ad un’orchestrazione classica.
Devo confessare che, prima di ieri sera, non avevo mai sentito parlare di un tale strumento che confondevo con la fisarmonica, tuttavia, a giudicare dall’intensità degli applausi soprattutto dopo il bis, l’intero pubblico è stato contento insieme a me di aver potuto assistere all’egregia esibizione di Fabio Furia, concertista, compositore e arrangiatore di fama mondiale, considerato uno dei bandoneonisti più importanti d’Europa.
Patetica
Mario Menicagli direttore;
Fabio Furia bandoneon;
Orchestra del Teatro Goldoni;
P. Mascagni Sinfonia da “Le maschere”;
A. Shor “Carpe diem” bandoneon concerto;
P. I. Tchaikovsky Sinfonia n. 6 in si min. op. 74 “Patetica”.
Le foto sono di Trifiletti/Bizzi
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