
- di Diletta Fallani:
Durante una tournée europea in promozione del film “Luci della città”, Chaplin ebbe l’ispirazione per “Tempi moderni”, film che tratteremo oggi. Interpretato, scritto, diretto e prodotto da Charlie Chaplin, persino le musiche di accompagnamento furono scritte da lui.
Questo film è nato nella mente del regista sia traendo spunto dalle misere condizioni nelle quali era sprofondata l’Europa durante il periodo della Grande depressione, sia da una conversazione avuta con il Mahatma Gandhi nella quale Gandhi biasimò la tendenza all’eccessiva rincorsa all”industrializzazione a discapito dell’essere umano.
Ogni episodio del film infatti, è pura denuncia verso una società che al centro non ha la persona e il suo benessere bensì il capitale. Chaplin iniziò la stesura della sceneggiatura del film nel 1934 con in mente di farne la sua prima pellicola “sonora” ma abbandonò presto l’idea inserendo soltanto alcuni elementi sonori come apparecchi, radio, riproduttori, ma mai un dialogo vero e proprio. Una preoccupazione di Chaplin era infatti che le persone, abituate ad una visione muta del suo personaggio sarebbero rimaste turbate se questo avesse avuto una “nuova voce”.
Il film è senz’altro uno dei capolavori di Chaplin, capace di generare una risata amara guardando il protagonista in perenne difficoltà nell’affrontare le vicende quotidiane e lavorative. Un’ inadeguatezza la sua della quale però non ha colpa.
Una piccola curiosità riguardo alla droga presente nella scena della prigione. Questa scelta fu qualcosa di veramente audace e rischioso per l’epoca perchè il famigerato Codice Hays, entrato in vigore nel 1930, proibva ogni riferimento o rappresentazione di droghe illegali nei film. Da ricordarsi che quella però non fu la prima scena dove il regista mostrò sostanze stupefacenti infatti, in passato Chaplin aveva già fatto riferimento a sostanze illecite in uno dei suoi più celebri cortometraggi, “Charlot poliziotto”, uscito nel 1917.
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