
- di Erica Barbaro:
L’ultimo libro di Simonetta Salvestroni, professoressa di Storia e Critica del Cinema all’Università di Cagliari, è dedicato al cinema di Paolo Sorrentino. A due anni di distanza dall’uscita di “Youth – La giovinezza” (2015), la Salvestroni ripercorre in ordine sparso le tappe principali della filmografia del regista attraverso il racconto dettagliato delle sequenze chiave dei film: “La grande bellezza” (analizzato partendo dalla versione integrale uscita nel giugno 2016), “Youth – La giovinezza” (2015), “Le conseguenze dell’amore” (2004) e “Il Divo” (2008), la cui descrizione è arricchita da riferimenti al corpo documentale legato a Giulio Andreotti.

La struttura del libro intitolato “La grande bellezza e il cinema di Paolo Sorrentino“, che da una prima lettura dell’indice potrebbe apparire incongrua, segue il ripensamento dell’intera opera attraverso la selezione dei testi filmici che più evidenziano la caratteristica principale del cinema sorrentinano: la visionarietà e la forza immaginativa. Il libro è dunque il racconto di un’esperienza spettatoriale e soggettiva di ciò che più rimane dopo il film: le immagini. Un altro degli aspetti peculiari delle descrizioni della Salvestroni è l’attenzione riservata alla colonna sonora, elemento chiave del lavoro di Sorrentino.
L’autrice riporta frammenti di testi musicali (proponendone la traduzione in nota) e di dialoghi con lo scopo di sottolineare la complementarità della musica con i temi affrontati dal regista e individuati dall’autrice, primo tra tutti il difficile rapporto tra genitori e figli; poi, ancora, il valore della giovinezza e la scoperta della bellezza e del quotidiano.
Riguardo agli appunti predominanti nella critica italiana circa un uso eccessivo del dialogo in “Youth – La giovinezza”, la Salvestroni propone invece la riscoperta dell’importanza del suono e della parola come un valore aggiunto dell’immagine, che è invece predominante ne “La grande bellezza” e ne “Le conseguenze dell’amore”.
Soffermandosi su alcuni dei procedimenti cinematografici più significativi, l’autrice accenna solo occasionalmente all’uso di particolari movimenti di macchina e a inquadrature complesse, tralasciando per scelta l’analisi filmica per soffermarsi maggiormente sul ruolo del prologo e del finale, momenti privilegiati per lo sviluppo delle tematiche e per la costruzione di immagini imprevedibili.
La grande bellezza e il cinema di Paolo Sorrentino è dunque un libro sulla capacità del cinema sorrentiniano di farci riscoprire ciò che si nasconde sotto il chiacchiericcio e il rumore attraverso i due elementi costitutivi della materia filmica: l’immagine e il suono.
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