
- di Gianluca Donati:
Dopo aver parlato del maestro Dario Fo, questa settimana dedichiamo la nostra rubrica sul teatro ad un altro grande attore e regista teatrale italiano: Giorgio Albertazzi, anch’egli, attivo per decenni sulle scene e scomparso un anno fa. Non ci dilungheremo in noiose enunciazioni biografiche, ma ci concentreremo sulla sua arte e su alcune opere specifiche.
Esordì sul palcoscenico nel 1949 in Troilo e Cressida di Shakespeare, con la regia del grande Luchino Visconti al Maggio Musicale Fiorentino. Albertazzi ha girato approssimativamente una trentina di film, tra i quali segnaliamo L’anno scorso a Marienbad di Alain Resnais, premiato al Festival di Venezia del 1961 con il Leone d’oro, e nel 1963 fu candidato all’Oscar alla migliore sceneggiatura originale. Ma Albertazzi ha lavorato molto anche in televisione, soprattutto come interprete di sceneggiati televisivi di successo negli anni sessanta.
L’idiota è forse il migliore, bellissimo, uno sceneggiato televisivo in sei puntate prodotto dalla Rai nel 1959, ma può essere tranquillamente considerato come “teatro televisivo a puntate”; il ritmo della recitazione degli straordinari attori, è tipicamente teatrale, mentre la sceneggiatura dell’adattamento, tratta dal romanzo omonimo “L’idiota” di Fëdor Dostoevskij, è curata dallo stesso Albertazzi che fu anche il magistrale interprete, nel ruolo del protagonista il principe Myškin. Il cast annoverava anche Anna Proclemer nei panni di Nastasja Filippovna e il grande Gian Maria Volonté, in quelli di Parfen Rogozin. Regista dello sceneggiato teatrale, girato in bianco e nero e della durata complessiva di 423 minuti, fu Giacomo Vaccari.

La trama dell’Idiota, è nota: narra la storia del giovane principe Myskin, un nobile decaduto e un uomo spirituale, dolce, sensibile, estremamente buono, che è di ritorno da un viaggio dalla Svizzera, per curarsi una grave malattia nervosa. Accanto a Myskin, troviamo l’amico Rogozin, un ragazzo follemente innamorato di Natasja Filippovna. Giunti a Pietroburgo, dove vive anche Natasja, si scoprirà che la ragazza è appena uscita da una discussa relazione amorosa, al termine della quale un benefattore le ha fatto dono di un ingente lascito. Improvvisamente Natasja si troverà contesa dai due amici: l’impertinente Rogozin che spera di impossessarsi del cospicuo guadagno della donna e Myskin stesso, il quale pur di sottrarre la giovane a quell’indegno e avvilente mercanteggiare, si offrirà di prenderla in moglie. Il sentimento di Myskin, è da Natasja ricambiato, ma non considerandosi spiritualmente all’altezza del giovane principe, sceglierà di andare via con Rogozin. Alla fine però, Rogozin si renderà conto del forte sentimento che Natasja prova per Myskin e non sarà in grado di sopportare la consapevolezza della superiorità morale del principe. Assillato da simili pensieri, Rogozin ucciderà Natasja, causando in Myskin lo sprofondare definitivo nella pazzia.
Tra le altre grandi prestazioni di Albertazzi, si enumerano: Amleto (1964), per la regia di Franco Zeffirelli, che rimase in cartellone per due mesi, e Albertazzi fu premiato con una foto nella galleria dei grandi interpreti shakespeariani del Royal National Theatre, unico attore non di lingua inglese. Edipo re (1969), di Sofocle per la regia di Giorgio De Lullo e Memorie di Adriano (1989), regia di Maurizio Scaparro. Nel 1997 Albertazzi ha interpretato, insieme con Franca Rame, il testo di Dario Fo: Diavolo con le zinne. Celebri di Albertazzi, anche le sue letture della Divina Commedia di Dante.
La grandezza di Giorgio Albertazzi, pur unanimemente riconosciuta, avrebbe forse meritato di più: egli sarebbe potuto essere nominato senatore a vita o ricevere un Premio Nobel, invece nulla di tutto ciò accadde.
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