Francesco Motta si racconta al FIPILI Horror Festival tra musica per film e nuovo album

Il musicista ha preso parte a un talk al Cinema 4 Mori

Un momento del talk. Foto: Glauco Fallani
Share

Pubblicato ore 18:00

  • articolo di Valeria Cappelletti, foto di Glauco Fallani
  • Alessio Porquier direttore artistico del Festival

LIVORNO – “La cosa che più mi spaventa è un non avere più voglia di fare questo mestiere. Io mi sveglio la mattina e penso alla musica e così fino alla mattina dopo, l’idea che un giorno potrebbe non esserci più questa valvola di sfogo mi terrorizza”. Così Francesco Motta, ieri, 28 ottobre, sul palco del Cinema 4 Mori, ospite di un talk definito da lui scherzosamente come “una seduta di psicanalisi“, in occasione della 12sima edizione del FIPILI Horror Festival.

Francesco ha dialogato con il giornalista Davide Agazzi (Rolling Stone Italia) in un incontro dal titolo “Del tempo che passa la Paura“, chiaro riferimento al brano scritto dal cantautore “Del tempo che passa la felicità” contenuto nell’album “La fine dei vent’anni” pubblicato nel 2016. Al centro del talk il legame tra cinema e musica, dato che Motta è autore anche delle colonne sonore di alcuni film, compreso l’horror di Milena Cocozza “Letto n. 6” (2019).

L’incontro ha affrontato vari argomenti partendo dalla musica suonata, quella che ha visto Francesco protagonista, il giorno prima (27 ottobre) sul palco del The Cage da dove è partito il tour che girerà l’Italia. Inevitabile da parte di Agazzi, la prima domanda su come sia stato il concerto: “È stato bellissimo, sono travolto – ha detto Motta – Questo tour emotivamente è molto importante e mi sono svegliato positivamente distrutto. È stato un concerto impegnativo sia fisicamente che emotivamente anche per gli arrangiamenti che sono diversi dagli altri concerti”. Motta è un artista che sul palco mette tutto se stesso, non si risparmia e questa sua energia arriva al pubblico che viene trascinato, avvolto, dalla sua voce e della musica.

Al The Cage, Francesco ha presentato i brani del nuovo album uscito proprio il 27 ottobre, “La musica è finita” che vede collaborazioni importanti con Willie Peyote (con lui il primo singolo in uscita: “Titoli di coda”), Giovanni Truppi, Jeremiah Fraites e Ginevra. “Sono tutte persone che stimo e che volevo diventassero miei amici”.

Ma Francesco ha intrecciato in questi anni la musica con il cinema, realizzando colonne sonore per vari film; ha composto le musiche originali del film “La terra dei figli“, di “Letto n. 6” e di “The Cage” in uscita in questi giorni con, “una bravissima – ha detto – Aurora Giovinazzo“.

“Fare colonne sonore è un processo libero – ha detto – e mi piace il fatto di non dover scrivere i testi, come per una canzone, ma solo la musica. La particolarità di realizzare una colonna sonora per un film horror sta nel fatto che il numero dei momenti musicali è molto più elevato rispetto ad altri film, per “Letto n. 6″ per esempio, ho composto quasi 40 momenti musicali. Nel cinema horror la musica ha un ruolo molto importante”.

Una chiacchierata a cuore aperto, durante la quale Francesco Motta ha raccontato anche i momenti difficili vissuti durante i lockdown, compreso il periodo di depressione che lo ha colpito. “Grazie per aver parlato di questo – ha detto Davide Agazzi – non è così scontato, sappiamo bene come nel nostro paese i problemi legati alla salute mentale siano difficili da affrontare”.

© Vietata la riproduzione

Lascia un commento

La tua email non verrà pubblicata. I campi con asterisco sono obbligatori


*