Al Goldoni il concerto diretto da Yutaka Sado è un’esecuzione pervasa da commovente malinconia

Una serata all'insegna della bellezza e perfezione

Yutaka Sado. Di Jun Yoshimura
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Pubblicato ore 16:00

  • di Glauco Fallani

LIVORNO – Grande musica ieri sera, 24 gennaio, al Teatro Goldoni, per la Stagione Sinfonica 2022 2023 il Maestro Yutaka Sado, uno dei maggiori direttori giapponesi oggi in attività, ha diretto con maestria gli esperti musicisti dell’ORT (Orchestra della Toscana) nell’esecuzione di due capolavori senza tempo: la celeberrima sinfonia n. 40 K 550 di Wolfang Amadeus Mozart e l’immensa sinfonia n. 1 “Il titano” di Gustav Mahler.

Già dalle prime battute il numeroso pubblico presente si è ritrovato immerso in un mondo musicale, pur pervaso da inquieta e commovente malinconia, di assoluta bellezza e perfezione.

La sinfonia n. 40 fu composta nell’ultimo periodo della purtroppo breve vita del genio salisburghese. Un periodo per lui a dir poco tormentato sia dal punto di vista personale che da quello professionale: in ristrettezze economiche, la sinfonia fu scritta quasi di getto insieme ad altre due nell’estate del 1788 con la vana speranza di ricavarne profitti tali da risollevarsi dalla miseria in cui di fatto, lui che era stato addirittura un bambino prodigio accolto come un genio nelle maggiori corti d’Europa, era venuto a cadere. Mozart la scrisse ma non ebbe mai la possibilità di sentirla eseguita. Non poté quindi godere del successo ottenuto solo dopo la sua morte. Un successo enorme che da oltre due secoli le arride.

Nella seconda parte del concerto si è passati a Malher, in un’opera che, come disse l’autore stesso: “Conduce con il primo suono in mezzo alla natura: nel bosco, dove la luce del sole estivo scintilla, tremolando tra i rami”. Una natura popolata da voci musicali segrete ed indimenticabili che si risveglia dal sonno invernale.

La partitura della sinfonia n. 1 fu sottoposta da Malher a continue revisioni per tutto il suo lunghissimo iter creativo (dal 1885 agli ultimi ritocchi del 1909) in una tormentata continua ricerca tra incertezze e suggestioni che dalle iniziali impronte di chiaro stampo romantico (non a caso la sinfonia è nota al grande pubblico con il nome di “Il titano”) condusse l’autore a comporre un’opera che arriva a scardinare le tradizionali architetture della sinfonia classica per aprire a prospettive ben più moderne. Prospettive nuovissime per l’epoca, atte a porre il genere umano di fronte all’immensità dello spazio in cui si trova a vivere ed al mistero stesso dell’esistenza.

Yutaka Sado

Nato a Kyoto nel 1961, è Maestro importante sulla scena internazionale e ieri sera ha saputo dimostrarlo pienamente. Non a caso è acclamato dalla critica come direttore tra i più affascinanti e carismatici della sua generazione accostato addirittura a nomi tra i più prestigiosi nella storia della musica. Sto parlando di direttori della caratura di Seiji Ozawa, di cui ha raccolto il testimone in patria e dell’indimenticabile Leonard Bernstein. Non sono pochi nel mondo i luoghi dove Sado è considerato alla stregua di una star. Firma, infatti, autografi ai turisti che gli si affollano davanti al Musikverein di Vienna ed il suo grado di popolarità in Giappone è a dir poco eccezionale.

Prima di concludere non posso esimermi dall’aggiungere una cosa: per la sua sinfonia n. 1 Mahler pensò ad un’orchestra di dimensioni davvero titaniche, tanto titaniche che per potersi avvicinare ad una tale partitura l’ORT si è vista costretta a ricorrere, nel rispetto del significato musicale ed espressivo dell’originale, alla riscrittura per un numero minore di esecutori (ieri sera si è trattato di trentuno elementi) curata nel 2008 da Klaus Simon. Ciò nonostante mi sento di dire che abbiamo assistito ad un’esecuzione di indiscussa qualità.

ORT – Orchestra della Toscana.
YUTAKA SADO direttore.
A. Mozart/ Sinfonia n.40 K.550.
Mahler/ Sinfonia n.1 ‘Il Titano’ (versione da camera di Klaus Simon).

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