Vino toscano: il settore vicino al collasso, a rischio 23.000 aziende

Le vendite registrano un -90% nel mese di marzo

mare divino
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Pubblicato ore 12:00

TOSCANA – Il vino toscano è a rischio, il settore è vicino al collasso. A causa dell’emergenza Coronavirus le vendite registrano un -90% nel mese di marzo, è quanto denuncia la Confagricoltura. Nella prima metà del mese di marzo le vendite di vino toscano attraverso i canali detti Horeca, ovvero quelli che riforniscono bar, ristoranti, alberghi, catering, hanno subito un calo del 90%.

Il risultato è il disastro del settore, come denuncia Francesco Colpizzi, presidente della Federazione Vitivinicola di Confagricoltura Toscana: “Rischiamo il collasso ben prima di altri settori del comparto agricolo legato a generi di prima necessità. Sono chiuse le vendite dirette nelle fattorie, i ristoranti, gli alberghi ed i winebar. Se poi teniamo conto del fatto che le aziende vitivinicole per il proprio business contano anche sulle attività turistico-ricettive fonte di ricavi oggi azzerati, è chiaro che oltre alla chiusura di migliaia di aziende e alla perdita di migliaia di posti di lavoro, rischiamo anche l’abbandono e il degrado delle campagne, con ricadute deteriori in termini sociali e ambientali”.

A rischio 23.000 aziende e 93.000 addetti, “la priorità è una sola – prosegue Colpizzi – serve liquidità per proteggere le imprese, per proteggere il livello e la qualità occupazionale. Non possiamo fermarci, anche se le nostre vendite sono prossime allo zero: nei vigneti la ripresa vegetativa è imminente e richiede interventi, il vino nelle cantine è un prodotto biologicamente vivo che ha bisogno di cure quotidiane. I provvedimenti adottati dal Governo sono del tutto insufficienti. Per questo abbiamo avanzato sia alla Regione Toscana che alle istituzioni nazionali una serie di proposte“. Ovvero: una moratoria di almeno 24 mesi sulle operazioni a lungo, medio e breve termine; nuova finanza pari ad almeno la metà del volume di affari realizzato l’anno scorso, attraverso mutui trentennali garantiti dallo Stati e finanziamenti a 12/60 mesi assistiti dalla garanzia del vino dato in pegno e un “Piano Strategico di sostegno all’export vitivinicolo toscano” articolato su missioni di settore, piani di comunicazione integrata, sui mercati consolidati ed emergenti con previsione di misure straordinarie promozionali e di sostegno alla domanda di vino sia per il mercato estero che interno.

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