
Pubblicato ore 16:37
- di Valeria Cappelletti
PISA – Dopo Andy Warhol considerato il padre della Pop Art, arriva a Palazzo Blu (Lungarno Gambacorti, 9) uno tra gli artisti più rappresentativi della Street Art, Keith Haring. Inaugurata questa mattina, 12 novembre, l’esposizione contiene 170 opere che appartengono alla collezione privata di Kazuo Nakamura che si trova in Giappone e sono visibili fino al 17 aprile 2022.
Per questo fine settimana (13-14 novembre) la mostra sarà aperta dalle ore 10 alle ore 22 e il biglietto avrà il costo di 10 euro invece che di 12 (se acquistato in loco), mentre se acquistato online su Vivaticket sarà di 7 euro più 2 uro di prevendita invece che 14 euro.
“Con i suoi colori sgargianti, Haring ha voluto mettere in discussione il buio della società” ha detto Kazuo Nakamura in una nota letta durante la conferenza stampa di presentazione di questa mattina a Pisa. E negli anni in cui Haring si recò a New York, la società viveva un periodo davvero buio: era il 1978 quando l’artista lasciò Reading, cittadina della Pannsylvania, e raggiunse la Grande Mela per studiare alla School of Visual Arts. Quello era il periodo della diffusione dell’AIDS, della lotta contro le discriminazioni sessuali e razziali, della violenza, ed è il periodo in cui Haring fa coming out rivelando la propria omosessualità.
Sono tutti temi che l’artista affronterà nelle sue opere e che ritroviamo in quelle esposte nella mostra: c’è la gioia ma anche il dolore, la denuncia, la voglia di combattere ciò che non va bene. Lui che appena quindicenne già era dedito all’alcool e alla droga e che impara a disegnare fumetti da suo padre. “L’unico momento in cui sono felice è quando lavoro” è una delle frasi dette da Haring e che si possono leggere su una delle pareti della mostra.
La mostra è stata curata da Kaoru Yanase. Nove le sezioni e tra queste, non poteva mancare quella dedicata al murale che Haring realizzò a Pisa sulla facciata della chiesa di Sant’Antonio Abate dal titolo “Tutto mondo“: un crogiolo di omini stilizzati, che rappresentano l’elemento distintivo delle sue opere, insieme al cane, ai cuori e ai bambini. Il bambino radiante che lui crea due giorni prima di morire di AIDS, rappresenta Kaith haring stesso. “Attraverso il bambino individua il modo per assicurarsi l’immortalità. Un neonato che sprigiona raggi di potere, che gattona, che possiede un’energia infinita e questa immagine continuerà a trasmettere il suo messaggio di gioia” si legge nel comunicato stampa.

Mostra sull’arte urbana
Prima di entrare nel dettaglio e visitare le varie sezioni, ricordiamo che dall’11 dicembre al 3 aprile Palazzo Blu ospiterà la mostra “Attitude. Street art? Graffiti writing? Urban Art?” che coinvolge 50 artisti contemporanei provenienti da 12 nazioni differenti e che traccia le coordinate di un fenomeno culturale dirompente. Per tutta la durata della mostra poi, a cadenza mensile, si terranno performance di street art eseguite dal vivo da famosi artisti contemporanei. La mostra sarà curata da Gain Guido Maria Grassi e organizzata dall’associazione culturale Strart – Open your eyes.
Le sezioni della mostra “Keith Haring”
Il principio
La prima, quella che ci accoglie, ricorda l’ambiente di una metropolitana con le pareti fatte di mattonelle bianche, i cartelloni pubblicitari, c’è l’immagine luminosa di un cane: questo è dove tutto è iniziato. Sulla carta nera usata per coprire i pannelli pubblicitari vuoti, Haring inizia a disegnare con il gesso bianco bambini, animali, televisori e persone, da qui parte il suo successo. Esposta, c’è anche una foto emblematica che lo ritrae seduto su una panchina della metropolitana.
Oltre i limiti
Si prosegue e si accede a un’altra stanza poco illuminata, qui risaltano i colori fluorescenti delle sue opere, Haring userà spesso questa tipologia di colori. Negli anni ’80 la luce nera era molto in voga per arredare gli interni dei club.
Le storie
La terza stanza è, al contrario delle prime due, piena di luce ed è dedicata ai bambini. L’artista lavorerà per tutta la vita con i più piccoli e per loro pubblica libri e darà vita a molti laboratori. In una teca c’è anche una piccola giostra e poi una serie di litografie realizzate per i bambini dal titolo “The Story of Red + Blue”.
Haring a Pisa
“In 11 anni sono passati da Palazzo Blu molte delle grandi figure della pittura del Novecento, da Chagall a Modigliani, da Kandinskij a Escher – dice Cosimo Bracci Tosi, presidente di Palazzo Blu – nessuna di queste ha però lavorato nella nostra città, né vi ha lasciato opere importanti. Pisa ospita invece un grande murale realizzato da Keith Haring, un giovane artista americano, già famoso, che nel 1989 invitato da amici, ha vissuto per un breve periodo nella nostra città e ha coperto una parete del centro cittadino con “Tutto Mondo“. Questa sezione racconta attraverso le fotografie, il lavoro che Haring fece per la realizzazione del murale che faceva parte del Keith Haring Italian Project. Tutto nacque da un incontro avvenuto a New York nel 1987 tra Haring e il giovane studente Piergiorgio Castellani che propose all’artista americano di realizzare qualcosa di grande in Italia, a Pisa.
Simboli e icone
Cuori, facce sorridenti, omini stilizzati, cane che abbaia, l’angelo, il bambino radiante, si può dire che i simboli creati di Haring siano i predecessori degli emoji. E questa sala li contiene tutti. C’è un’intera parete ricoperta da una delle opere con una miriade di omini stilizzati.

Messaggio e musica
La sesta sezione è interamente dedicata alla prevenzione dall’AIDS, diritti gay, razzismo, uso di droghe, violenza, guerra e salvaguardia ambientale, tutti concetti cari a Haring. E così troviamo l’opera “Free South Africa”, quelle dedicate all’uso del preservativo e quelle che legano la sua arte alla musica perché Haring collaborò con diversi musicisti e realizzò le cover di alcuni album per esempio quella del 1983 di David Bowie che raffigura due omini stretti in un abbraccio radioso.

Si sale al primo piano e nel farlo incontriamo, prima delle scale, una fotografia che ritrae Haring seduto sul wc completamente nudo che con aria annoiata guarda verso la macchina fotografica.
Energia primordiale
Body painting, disegni sui corpi africani, lavori che guardano all’arte atzeca, afroamericana, simboli mitologici e antichi, compongono la settima sala.
La distopia rivelata
Opere surreali quelle che troviamo in questa sezione e che mischiano la religione a tematiche intrise di disperazione. Tra le opere c’è anche “Apocalypse” che Haring realizzò dopo essergli stata diagnosticata la positività all’HIV.
La fine del principio
A chiudere la mostra un lungo e stretto corridoio con appese alle pareti le immagini che raffigurano gli elementi grezzi del linguaggio iconico ancora oggi associato a Haring: piramidi, dischi volanti, cani, serpenti, bambini che gattonano, extraterrestri. Sono 17 serigrafie che compongono un portfolio che l’artista pubblicò un mese prima di morire, sono opere che riproducono le sue prime e più pure narrazioni visive combinando simboli e scene che descrivono i lati più oscuri della società.
Orari, biglietti, informazioni
La mostra è aperta dal lunedì al venerdì dalle ore 10 alle ore 19. Sabato, domenica e festivi dalle ore 10 alle ore 20. In occasione del primo fine settimana di apertura fino a domenica 14 la mostra resta aperta fino alle ore 22.
Biglietti: intero 12 euro, ridotto 10 euro: gruppi, over 65, giovani dai 18 ai 25 anni e convenzionati. Ridotto universitari: 5 euro ogni giovedì. Giovani: 6 euro dai 6 ai 17 anni. Scuole 5 euro
0502204650 – info@palazzoblu.it.
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