
Pubblicato ore 07:00
ROMA – Apre giovedì 6 maggio al Teatro Valle (via del Teatro Valle 21), il più antico teatro moderno di Roma, la mostra “Ronconi e Roma“, un omaggio al geniale innovatore della scena teatrale italiana per ripercorrere l’esperienza rara e preziosa del suo teatro e farlo rivivere anche a chi non ha potuto assistervi.
La mostra testimonia il fertile rapporto tra il regista e Roma, la sua città, attraverso un percorso per immagini e documenti, offerti in un doppio allestimento che si snoda nel foyer con la sezione documentaria “Gli esordi al Teatro Valle“, a cura di Sandro Piccioni con il contributo del Centro Teatrale Santacristina – Archivio Luca Ronconi, dedicata ai debutti di Ronconi come attore e come regista, avvenuti proprio al Valle; per poi ricongiungersi nella sala del teatro trasformata in una scatola magica per accogliere “Lo sguardo di Luca“, a cura di Gianfranco Capitta, un viaggio attraverso le fotografie di scena di Marcello Norberth, appositamente restaurate, che prenderanno vita con effetti illusori e spaziali per raccontare il rapporto del maestro con il Teatro di Roma, della cui storia è stato un grande protagonista.

In “Gli esordi al Teatro Valle” il percorso si snoda attraverso 5 spettacoli: dall’esordio nel 1953, allievo dell’Accademia d’Arte Drammatica, in “Tre quarti di luna” diretto da Luigi Squarzina come spalla di un giovane Vittorio Gassman; a “Candida di Shaw” in cui recita guidato dal suo maestro Orazio Costa; transitando nel “Lorenzaccio” da Alfred de Musset nel 1954, sempre per la regia di Squarzina, mentre nasceva la Compagnia dei Giovani costituita da De Lullo-Falk-Buazzelli-Guarnieri-Valli, che individuarono in Ronconi un compagno per l’impresa da cui però si ritirò presto; per ritrovarsi ancora impegnato da interprete diretto da Squarzina in “Thé e simpatia” di Robert Anderson nel 1955 e nello spettacolo Romagnola nel 1959, che segnerà la scelta di interrompere il mestiere dell’attore.
In “Lo sguardo di Luca” il percorso si inoltra nel corridoio del teatro popolato di immagini e frasi sui punti di riferimento romani del maestro che lo accompagnarono negli anni di direzione all’Argentina. Dopo questo attraversamento di ricordi e affetti, si giunge nella sala del Valle attraverso un viaggio per immagini proiettate su due pannelli che accolgono il pubblico all’ingresso in un’immersione nelle tracce storiche e intime lasciate dal maestro nei 12 capolavori prodotti per il Teatro di Roma e che presero vita sul palco dell’Argentina.
La mostra rimarrà aperta fino a domenica 20 giugno dal giovedì al sabato ore 17:00 – 20:00 • domenica ore 11:00 – 18:00.
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