
- di Valeria Cappelletti:
LIVORNO – “Gli uomini vengono da Marte, le donne da Venere” è il titolo del best seller scritto dallo psicologo statunitense John Gray, tradotto in quaranta lingue e con 50 milioni di copie vendute. Vizi e virtù dei due sessi che, in chiave ironica e pungente, il comico livornese Paolo Migone ha deciso di portare in scena, con Carlo Neri, al Teatro Goldoni, sabato 10 alle ore 21.
Il celebre comico di Zelig è pronto a regalare una serata irresistibile per far ridere il pubblico ma anche per far riflettere sulle principali differenze tra uomo e donna e su come smussare gli spigolosi angoli che caratterizzano i due sessi. Ma cosa riserverà agli spettatori “Gli uomini vengono da Marte, le donne da Venere”? Lo abbiamo chiesto proprio a Paolo Migone.
Uomini e donne sono davvero così diversi?
John Gray dice che è inutile illudersi di cambiare l’altra persona, la donna è diversa dall’uomo e l’uomo dalla donna, quindi ci dà dei consigli per una pacifica convivenza e per vivere in serenità, questo è il nocciolo della questione. Lo scrittore dice, per esempio, che non bisogna mai essere sinceri, soprattutto l’uomo, che è molto più sincero della donna e dice tutto quello che pensa.
Quindi ad esempio mai dire a una donna: “Ah, sei ingrassata”
Sì, oppure quando una donna chiede all’uomo consigli su quale vestito indossare, ma tanto è inutile perché poi decide lei comunque. Sono meccanismi quotidiani che alla lunga logorano il rapporto.
E quali consigli emergono dal libro?
Beh, alcuni sono davvero divertenti, per esempio, arriva lui dal lavoro e dice alla moglie: “Il primo che abbracci è il cane” e lei risponde: “È quello che arriva per primo”, quindi o ti alleni a essere più veloce del cane o lo leghi al termosifone. Critiche, consigli non richiesti, léggi in casa imposte con arroganza perché bisogna fare quello che la donna ha appreso dalla mamma e dalla nonna, quindi l’uomo deve subire tutte queste regole, ma colpisco anche l’uomo difendendo la donna, naturalmente. Alla fine c’è un grande equilibrio.
Qual è quindi il segreto per una convivenza pacifica?
Chi ha un lavoro che permette di viaggiare, di staccare dal quotidiano e di ossigenare la mente, è salvo. Chi è sedentario è condannato alla morte, perché un tempo si viveva fino a 40-45 anni, ora fino quasi a 100 e si sta insieme anche per 50 anni ed è quasi impossibile che il rapporto di coppia rimanga a galla, poi quando entri nella spirale dell’abitudine dai il peggio di te perché ti abitui all’altro.
Quindi il segreto sarebbe evitare l’abitudine?
Basta pensare a coloro che lavorano insieme, dividono tutto e non sanno più cosa raccontarsi, e questo crea sofferenza.
Avete dovuto adattare il libro per renderlo più fedele alla cultura italiana?
Sì perché era scritto in americano/inglese, poi è stato tradotto da un belga in francese e poi da una francese è stato tradotto in italiano e quindi, come si dice a Livorno era un “troiaio“, scritto male e non faceva ridere. Con Carlo Neri, in due mesi di lavoro, siamo riusciti a ritirarlo su, riscrivendolo tutto e rendendolo comico.
Sul palco lei arriva indossando un camice bianco, stile professore con l’immancabile occhio nero
Sì, come se fossi un conferenziere un po’ pazzo.
Ha messo anche qualcosa di suo nell’adattamento teatrale?
Moltissimo, la psicologia è dello scrittore, io uso esempi quotidiani e molti sono miei.
Questo è uno spettacolo in cui si ride tanto, ma non solo, si può definire come una sorta di vademecum?
Sì, i concetti non sono stupidi, non si fa ridere per ridere, rimane qualcosa perché gli insegnamenti sono veritieri e possono veramente aiutare a non arrivare sempre al conflitto.
È uno spettacolo “salvacoppia” quindi?
Sì, poi quando si ride molte tensioni si scaricano e i problemi diventano più piccoli. Il segreto è salvaguardarsi all’inizio del rapporto, bisognerebbe non rimuovere il passato ma ritagliarsi anche degli spazi per i propri interessi, perché poi quando finisce la fase dell’innamoramento fortissimo queste cose mancano, anche semplicemente fare due chiacchiere con gli amici. Invece si è portati a chiudersi sull’altro pensando di trovarvi tutto e invece è impossibile. Servono camere iperbariche personali all’interno delle quali ossigenare il cervello, il cuore, tutto.
Biglietti: posto unico numerato 26 euro. Acquistabili presso il botteghino del Goldoni (tel. 0586204290) il martedì e giovedì ore 10-13 ed il mercoledì, venerdì e sabato ore 17-20, oltre che nel circuito regionale Box Office e sul sito del teatro.
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