Il livornese Matteo Freschi tra i semifinalisti di Area Sanremo

"Mio nonno mi raccontava che da piccolino cantavo l'Aida"

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Matteo Freschi. Foto Giovanni Giorgetti
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  • di Valeria Cappelletti

LIVORNO – “Sembra una finzione, almeno a me sembra tuttora, però è reale”. Affida a Facebook la sua gioia per un traguardo così importante: Matteo Freschi, 29enne livornese, è tra i semifinalisti nazionali di Area Sanremo Tour 2018, l’unico concorso che porta dritto sul palco dell’Ariston nella sezione Sanremo Giovani.

“Comunque vada, per me è stato un successo – dice con la voce tremante dall’emozione – quando hanno annunciato i semifinalisti nazionali non riuscivo a crederci”. Matteo è stato invitato a partecipare al Gran Galà di Area Sanremo Tour che si è svolto a Novara e in quell’occasione ha ricevuto la grande notizia.

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Foto: Andrea Dani

Cantautore e musicista autodidatta, lavora nel bar di famiglia che si trova nel quartiere Venezia, ama suonare la chitarra e ascoltare Simone Cristicchi, il suo cantautore preferito, Rino Gaetano, Fabrizio De André e ultimamente anche Mirko e il cane.

Lo scrittore Paolo Coelho dice che: “Il mondo è nelle mani di coloro che hanno il coraggio di sognare e di correre il rischio di vivere i propri sogni” e Matteo, ragazzo genuino e sensibile, ha deciso di provare a correre quel rischio.

Come è nata l’idea di partecipare ad Area Sanremo?

È stato un mio amico, Alessandro Milo, anche lui cantautore che mi ha spronato a partecipare. Avevo sentito parlare di questo concorso l’anno scorso ma non avevo tanta voglia di iscrivermi. Nel frattempo però ho composto una bella canzone, io sono sempre molto critico con tutto quello che scrivo, ma questa è davvero molto bella ed è il vero motivo per cui ho deciso di partecipare: se devo andare a Sanremo, mi sono detto, voglio portare questa canzone e mi sono buttato. Ho fatto le prime selezioni a San Giuliano Terme ed è stato un bel traguardo, ho conosciuto tantissime persone molto brave. Ho anche avuto modo di seguire uno stage con il produttore Gianni Testa. La prossima tappa sono le semifinali nazionali che si terranno a metà ottobre, se passo arrivo in finale e tra i finalisti, sei vanno a Sanremo Giovani.

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Foto: Claudio Freschi

Da dove arriva la tua passione per la musica?

È stato grazie a mio nonno Mario, lui mi ha trasmesso l’amore per la musica. Era un poli strumentista, faceva parte del Quartetto Piattoli e spesso, con i suoi amici, suonava nella cantina di casa e mi portava con sé, così mi capitava di cantare le canzoni dei loro tempi. Mi raccontava che da piccolino cantavo l’Aida, mentre mi portava in giro con la bicicletta, tra la sorpresa di tutti. Nonno era una persona stupenda ed era impossibile che non mi trasmettesse questa sua passione, ancora lo ringrazio per questo.

Cos’è la musica per te?

È vita, mi ha dato e mi sta dando sicurezza, mi sta facendo aprire. Sono sempre stato un ragazzo un po’ introverso, sognatore, che non parla quasi mai e la musica mi sta aiutando molto, soprattutto lo scrivere, sto provando a lasciare qualcosa di mio, un segno con le mie canzoni.

Hai seguito dei corsi per imparare a suonare?

Ho iniziato a studiare alla scuola chiamata Todomodo e lì ho ricevuto le prime basi e poi ho proseguito da solo. Nel mio percorso ho conosciuto persone che mi hanno dato una mano e molti consigli: Giuliano Golisciani, il mio primo docente di chitarra, è stato importante perché con il suo modo di insegnare mi ha permesso di avvicinarmi alla musica nel modo migliore possibile, Michele Ceccarini dei Garibaldi Bros ha cambiato il mio modo di suonare e Stefano Brondi mi ha dato molti suggerimenti per il canto.

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Matteo con la Compagnia del Sesto Piano

E poi è arrivata la Compagnia del Sesto Piano

È stato un vero colpo di fortuna per me conoscere Marco(Chiappini, autore di molte delle commedie della Compagnia, n.d.r.). Da allora mi occupo di scrivere le musiche per gli spettacoli e, insieme a Riccardo Stivé, i brani per le commedie estive in vernacolo. E poi con la Compagnia ci siamo tolti una grande soddisfazione perché il 13 e 14 ottobre andremo a Roma per presentare uno spettacolo.

Che ricordo ti rimarrà di Area Sanremo?

Un bellissimo ricordo, alla fine ho conosciuto molte persone, c’è davvero tanta gente brava in Italia che magari non riesce a ottenere visibilità. In queste occasioni ti rendi conto che non sei l’unico che ha questo sogno e che ognuno possiede una motivazione che lo spinge a perseverare nel suo sogno di diventare musicista. Per esempio, una ragazza ha iniziato a scrivere canzoni perché era l’unica cosa che la rendeva felice e aveva una storia molto bella alle spalle perché era stata adottata.

Qual è il tuo sogno nel cassetto?

Il mio sogno nel cassetto è cantare a Sanremo, anche se in realtà il mio vero desiderio sarebbe vivere della mia musica.

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