Antonio De Paoli: “Ecco il bozzetto che ho realizzato per il monumento a Voltolino Fontani”

L'artista di Pavia è autore già di un'opera presente a Livorno

Lo scultore Antonio De Paoli con il bozzetto dedicato a Fontani
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Pubblicato ore 12:00

  • di Valeria Cappelletti

“L’Apocalisse” è il titolo di una delle opere di Voltolino Fontani, questo dipinto è stato scelto per la realizzazione di un monumento nella nostra città dedicato all’artista labronico per celebrarne la sua poetica e per ricordarlo a cento anni dalla nascita (le celebrazioni si sono tenute lo scorso anno ma sono state assai limitate dall’emergenza Covid).

“L’Apocalisse”, il dipinto di Fontani

La proposta, presentata all’attenzione dell’Amministrazione comunale, è di collocare un’installazione scultorea liberamente tratta da un’opera importante di Fontani (non un busto del pittore) in un luogo simbolo. Un progetto che però risulta molto costoso, per buona parte a carico delle figlie, e per il quale sarebbe necessario l’aiuto di tutti, magari con il crowdfunding (è stata anche avanzata l’ipotesi di intitolare all’artista uno spazio espositivo o un auditorium in un luogo culturalmente significativo della città).

L’idea di un monumento è nata in seguito a una raccolta di firme indetta alcuni mesi fa dall’associazione culturale “La scalinata di Villa Mimbelli”. A occuparsi della realizzazione del bozzetto lo scultore di fama internazionale Antonio De Paoli di Pavia già noto a Livorno per aver realizzato un’opera in onore della Guardia Costiera.

In attesa di una risposta da parte delle istituzioni che “tarda ad arrivare”, afferma con un certo rammarico la figlia Maria Grazia Fontani, abbiamo intervistato De Paoli.

Partiamo da Fontani, perché proprio “L’Apocalisse”?

Perché è riconducibile all’attualità, al timore di un’apocalisse legata sia al Covid che ha putroppo mietuto milioni di vittime, ma anche per un discorso ecologico, che interessa la natura, il nostro pianeta. Il dipinto mi affascinò non appena lo vidi perché Fontani è un’artista che e negli anni ’50 fece la storia. Istintivamente sentii una certa vicinanza con l’opera perché la tematica che affrontava in quegli anni è ancora attuale, allora era il timore della guerra nucleare, eravamo in piena Guerra Fredda, e di un’apocalisse, della fine dell’umanità per lo scoppio di una terza guerra mondiale, adesso il nostro timore si lega alla pandemia.

Che cosa raffigura il bozzetto?

Il bozzetto dell’opera di Fontani

Nei miei incontri con Maria Grazia Fontani non mi è stato chiesto un monumento commemorativo quindi non la figura dell’artista con il busto, ma di rappresentare la poetica della sua pittura, che potesse ricondurre a tutta la sua tematica attraverso le sue simbologie. Nel bozzetto vediamo un personaggio che con le mani cerca di fermare i Cavalieri dell’Apocalisse che sono come scheletri a cavallo, cavalli anche loro scheletri, stilizzati. Con le mani di dimensioni importanti, aprendo al massimo della tensione il palmo, il personaggio cerca di bloccare la cavalcata di questa orda. Tra le opere che mi presentò la signora Fontani quella dell’Apocalisse mi colpì molto. Ho cercato di trasferire la pittura nella scultura, senza usare il colore, ma le forme.

In che materiale verrebbe realizzato il monumento?

In acciaio corten e bronzo.

Come è nata la collaborazione con Maria Grazia Fontani?

Mi conosceva come scultore sia per il monumento che avevo fatto a Livorno ma anche per il monumento al pugile Giovanni Parisi inaugurato a Voghera nel 2016 dove per un certo periodo si trovava la signora Fontani.

Pittura e scultura rivestono un ruolo molto importante nella sua vita, c’è differenza? E a quale delle due si sente più legato?

Si tratta sempre di arte. La scultura ha delle regole da seguire molto più strutturate rispetto alla pittura che è invece una forma di arte più libera, la scultura è più vincolata da regole materiali ma anche spaziali perché deve inserirsi in spazi predestinati, architettonici, urbanistici. Per quanto mi riguarda la scultura, essendo materia, la sento più mia. Pensare che nel mio caso parto dalla scultura e arrivo al disegno, questo per rendermi subito conto di come incide la luce, l’ombra, come si sviluppa il volume.

Lei però nasce come scenografo

Sì, mi sono laureato in scenografia all’Accademia di Brera nel 1988, poi ho iniziato a lavorare alla Fininvest e in Rai come scenografo “titolare”, la scenografia mi ha molto aiutato nella mia carriera successiva. Alla fine degli anni ’90 cominciai a realizzare affreschi e pitture per le chiese, poi in occasione del Giubileo mi furono commissionate tre porte in bronzo, un’opera colossale, e poi altre opere tra cui un altorilievo commemorativo in bronzo della Torre Civica di Pavia collocato in piazza Duomo.

E poi è arrivata Livorno

L’opera dedicata alla Guardia Costiera

Sì. Nel 2017 vinsi il concorso nazionale per la Guardia Costiera. Eravamo un centinaio a partecipare, in finale siamo arrivati in due. È stato un percorso lungo, dal 2014, il cantiere si aprì nel febbraio del 2019. Il monumento (titolo dell’opera Energia Emergente n.d.r.) si trova in via Zambelli, cinge la cancellata. Il tema è ancora molto attuale perché è legato al soccorso in mare, all’epoca lo era ancora di più. Ho creato la sagoma stilizzata di una prua di una motovedetta in marmo come se attraversasse la cancellata e alla base le onde in marmo. E su questa prua ho inserito due pannelli, uno sul tema del soccorso a sinistra e l’altro dedicato ai mezzi di soccorso sulla destra.

Come nascono le sue opere?

L’uomo è sempre al centro. L’uomo, quello che ha creato, e il conflitto tra un’esistenza limitata e un anelito verso la spiritualità. L’uomo che è figurativo lo metto sempre in contrapposizione all’astratto, al geometrico o al materico. Per cui anche la materia informe è in rapporto alla materia formata.

Quali materiali usa per realizzare le sue creazioni?

“Estasi di San Francesco”, bozzetto in bronzo per il monumento

La ceramica e il bronzo per le opere di una certa dimensione, altrimenti la terracotta che, insieme alla ceramica sono istintive, immediatamente ogni gesto che faccio rimane e ha un senso. E naturalmente l’acciaio corten che si ossida e ha una bella colorazione rossastra e l’acciaio inox. Il marmo lo uso meno perché ha bisogno di attrezzature, ha un peso pazzesco e c’è un problema di trasporto e di movimento all’interno dello studio.

Accanto al bozzetto di Fontani, lei è impegnato in un’altra grande opera: il San Francesco

Ho vinto un concorso internazionale su scala mondiale per il monumento a San Francesco da realizzare nella pianura di Cannara (Umbria) proprio dove la tradizione e le fonti ufficiali dicono che il frate si mise a predicare agli uccelli. Un fatto molto suggestivo e unico nella nostra storia religiosa. Poi San Francesco unisce tutte le religioni del mondo perché è anche collegato al discorso ecologico. La statua verrà posta vicino alla pietra dove sorgeva l’albero dove il religioso si mise a predicare, è stata pensata come un San Francesco in piena estasi che, in punta di piedi, accompagna in volo due uccelli.

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