
FIRENZE – Il Chianti parla e scrive cinese. Dopo una lunghissima trafila burocratica, il marchio vino Chianti docg è stato registrato in caratteri cinesi e verrà utilizzato per le etichette esportate in Oriente. La traslitterazione ha una fonetica molto simile all’originale: si pronuncia “Shiandi”.
Un risultato importante ottenuto dopo un lungo lavoro sul posto e dopo una difficile fase istruttoria legata alla particolare complessità amministrativa delle istituzioni cinesi.
Il marchio, nella sua traduzione, ha un significato molto positivo, soprattutto per le sensazioni che riesce a evocare: il primo carattere è utilizzato per indicare un’attività a favore di terzi, il secondo è la pace e il terzo carattere è quello utilizzato per indicare le radici di un fiore.
Il mercato cinese si conferma un terreno favorevole per il vino. Secondo i dati Nomisma, una società indipendente che realizza attività di ricerca e consulenza economica per imprese, si parla di una crescita del 3,3% rispetto allo scorso anno dell’export del vino italiano. Per i rossi Dop della Toscana l’aumento è addirittura dell’11,3%.
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