Alberi di 200 anni, ecco il patrimonio “verde” di Livorno

Oggi è la Giornata Nazionale degli alberi

alberi monumentali
Platano monumentale di villa Fabbricotti della seconda metà dell'Ottocento. Foto Marco Dinetti
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In occasione della “Giornata nazionale degli alberi” che si tiene oggi, 21 novembre, istituita dalla Legge 10/2013 “Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani”, cerchiamo di scoprire quelli più comuni.

Leccio nel parco di Via Torino. Foto: Marco Dinetti

Il territorio livornese rientra nella zona delle “sclerofille sempreverdi” che in pratica è la foresta mediterranea di alberi e arbusti con foglie persistenti e coriacee. La specie più caratteristica è il Leccio, una quercia sempreverde i cui boschi in tempi storici ammantavano le isole e le coste. Alcuni relitti di queste leccete li ritroviamo lungo l’acquedotto di Colognole, mentre altrove sono state ripetutamente tagliate, e adesso si sono sviluppate formazioni di vegetazione secondaria di macchia mediterranea. Anche in città il Leccio è uno degli alberi più comuni: possiamo guardare al Viale Carducci, oppure al secondo vialetto trasversale della Villa Fabbricotti, entrando dal Viale della Libertà. Appena davanti vi è un filare di Pino domestico, altro albero comunissimo, se si pensa a tutte le “pinetine” della Rosa, di Coteto, della Fortezza Nuova e di Corea. Altre conifere sono il Cipresso, che ovviamente troviamo presso i cimiteri, ed i cedri (Cedro dell’Atlante, Cedro deodara).

Tamerice e Pittosporo. Foto: Marco Dinetti

Nell’area urbana, ma anche nelle colline che sovrastano la scogliera di Calafuria, vi è un altro pino, il Pino d’Aleppo, che troviamo anche lungo il Viale Nazario Sauro. Non possiamo dimenticare la passeggiata lungomare di Viale Italia e Viale di Antignano: qui oltre ai lecci, ai pini ed alle palme, troviamo siepi e arbusti di Tamerice (cara ai pittori) e di Pittosporo (pitosforo per i livornesi!) originario della Cina e del Giappone ma ampiamente utilizzato lungo le nostre coste perché molto resistente alla salsedine marina, e quindi piantato dai giardinieri dell’800 per proteggere dai venti la vegetazione e le strutture retrostanti.

Un altro albero frequente nei parchi e lungo i viali è il Tiglio, come nel caso del Viale Mameli o di Via Calzabigi, ma anche di Piazza Magenta (Piazza della Vittoria), mentre il Platano è comune lungo l’Aurelia e Via Fabio Filzi e nelle piazze quali Piazza Mazzini. Di particolare interesse è l’esemplare di fronte alla raffineria a Stagno, che non ha mai subito potature, mostrando così una chioma sviluppata e di rara bellezza.

Leccio-Sughera ex asilo Montenero. Foto: Paola Ascani

Esistono veri e propri alberi monumentali, tanto che nel 2001 su incarico del Comune, l’Università di Pisa ha realizzato un monitoraggio: tra quelli censiti, un Tasso a Villa Mimbelli antecedente il 1871, un Cedro del Libano a Villa Maurogordato di circa 160 anni, due platani a Villa Fabbricotti della seconda metà dell’Ottocento. Di notevoli dimensioni è il Leccio-Sughera, di oltre 200 anni e situato nell’area dell’ex asilo comunale Arcobaleno in Via di Montenero. Tra gli arbusti, molto decorativo è l’Oleandro, e frequenti sono l’Alloro ed il Ligustro del Giappone.

Per contribuire ad una migliore cultura del verde, nelle ultime settimane LivornoSera ha pubblicato tre schede con relativi articoli di accompagnamento: Il fiume e la sua gestione; Io sono un albero; Servizi ecosistemici del verde urbano. Prossimamente usciranno approfondimenti relativi agli approcci corretti ed a quelli sbagliati (potature e abbattimenti non giustificati) che si possono impiegare nella gestione del verde urbano pubblico e privato.

A cura di Marco Dinetti e Paola Ascani, settore Ecologia urbana Lipu www.lipu.it.

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