
Pubblicato ore 07:00
- di Valeria Cappelletti
LIVORNO – Un’ora di pura poesia, canzoni che fanno riflettere, che parlano al cuore delle persone, che raccontano di sentimenti e di emozioni. In un completo bianco giacca e pantaloni, Simone Cristicchi, per la terza volta è salito sul palco di Scenari di Quartiere, ma non portando un monologo teatrale, bensì le sue canzoni più belle e alcuni brani tratti dal suo ultimo libro “Happy Next. Alla ricerca della felicità” (La Nave di Teseo).
Parole e frasi che colpiscono dritto al cuore, il cantautore e attore romano, ha incantato e fatto commuovere il pubblico ieri sera, mentre gli alberi di piazza XX Settembre si muovevano al soffio leggero del vento. Forse la scelta degli organizzatori del festival di far esibire il cantante in questa piazza, non è stato casuale, visto che il concerto-spettacolo si chiamava “Lo chiederemo agli alberi“, titolo anche di una delle canzoni di Cristicchi.
Tutto esaurito per l’ultima serata della sesta edizione del festival di narrazione ideato da Fabrizio Brandi e Marco Leone e, a chiudere in bellezza, la poesia di Simone Cristicchi che già aveva incantato il pubblico di Scenari nel 2017 con “Li romani in Russia” e nel 2018 con “Viaggi e sogni di un fabbricante di canzoni”.
Dopo aver aperto il concerto con il brano “Le poche cose che contano”, Cristicchi saluta il pubblico livornese: “Bentornati – dice – è un’emozione fortissima tornare a cantare dopo un anno. Voglio ringraziare Scenari per avermi riconfermato per la terza volta e dopo un anno posso rivedere i miei musicisti”; ad accompagnarlo sul palco ci sono, infatti, Riccardo Ciaramellari alla fisarmonica e al pianoforte, Riccardo Corso alle chitarre e Giuseppe Tortora al violoncello.
Cristicchi intervalla l’esecuzione dei brani musicali a brevi monologhi e a suoi scritti: “Durante la prima fase della quarantena – racconta – mi capitò di dialogare con un amico che si lamentava del fatto che dovendo stare chiuso in casa non sapeva cosa fare, queste sue lamentele mi innervosirono perché mentre lui si annoiava, c’erano persone che stavano morendo e altre che cercavano di salvare vite, così ho deciso di dedicargli il Vademecum di un recluso“. Un testo bellissimo che tutto noi avremmo dovuto leggere durante il lockdown.
Tra le canzoni che il cantautore romano sceglie per l’ultima serata di Scenari, c’è anche quella dedicata: “A una delle donne più belle del cinema italiano degli anni ’70-’80” dice, si tratta di Laura Antonelli, di cui Cristicchi era amico, e che nell’ultima fase della sua vita dovette affrontare un periodo molto buio e difficile. Molti altri i momenti toccanti che ha regalato: il brano “Torna Sole” scritto in memoria di Maria Sole Marras scomparsa a 8 anni per una grave malattia, oppure un passo tratto dal suo libro e dedicato alla madre che ha lottato tra la vita e la morte a causa di una grade emorragia e che lui ha temuto di perdere: “Anche se adesso è su una sedia a rotelle e non può fare tante cose, è ancora con noi”.
Commuove quando canta “La cura” omaggiando così il grande Franco Battiato, scomparso il mese scorso. Ma c’è anche un momento molto divertente, mentre si esibisce nel brano “Studentessa universitaria“, dimentica le parole: “Stop, stop, vedete cosa succede dopo un anno che non facciamo concerti? Maremma Buaiola… ripassiamo” e ad alta voce cita il testo: “Pure io però non scrivo proprio testi semplici… qualcuno la sa?”, poi tra gli applausi riprende la canzone.
Grande emozione con “Ti regalerò una rosa“, brano che gli ha permesso di vincere in Festival di Sanremo nel 2007 e che ottiene una standing ovation da parte del pubblico presente in piazza XX Settembre. Tutti in piedi anche quando Cristicchi propone “Un testo molto caro ai livornesi”: “La prima cosa bella” di Nicola di Bari (la canzone è la colonna sonora del film diretto da Paolo Virzì e che ha lo stesso nome del brano). E poi “Lo chiederemo agli alberi” che ha dato il titolo allo spettacolo.
A chiudere “Abbi cura di me“, testo che tutti noi dovremmo ricordare ogni giorno della nostra vita e che recita così: “E non esiste un altro giorno che sia uguale a ieri. Tu allora vivilo adesso, come se fosse l’ultimo. E dai valore ad ogni singolo attimo”.
Simone Cristicchi ha un grande talento, quello di riuscire a lasciare un segno indelebile nel cuore delle persone, sia che si tratti di un testo teatrale, sia che si tratti del brano di una canzone. Regala al pubblico, con estrema semplicità, parole bellissime sull’esistenza e sulla vita.
Le foto sono state scattate da Valeria Cappelletti
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