
Pubblicato ore 06:00
- di Valeria Cappelletti
LIVORNO – C’è un compito a cui dovrebbe assolvere il teatro in questo periodo post lockdown: far ridere. Il pubblico ha bisogno di trascorrere qualche ora di spensieratezza, ha bisogno di tornare a provare belle sensazioni e belle emozioni.
Ieri sera questo obiettivo è stato raggiunto, ieri sera “La giovinezza è sopravvalutata“, il monologo messo in scena da Paolo Hendel, ha strappato molto più di una risata, ha proprio fatto letteralmente “sbellicare” il pubblico presente. Il grande talento dell’attore fiorentino, la sua simpatia, il suo modo di raccontare, si sono uniti alla bravura di Marco Vicari con cui è stato scritto lo spettacolo e alla regia di Gioele Dix. Lo spettacolo nasce dall’omonimo libro scritto insieme alle geriatra Maria Chiara Cavallini.
A introdurre la serata Claudio Marmugi nelle vesti di ideatore di “Cabarezza” il cartellone di appuntamenti dedicati al cabaret in Fortezza. Presente anche il sindaco Luca Salvetti che, salito sul palco per salutare i presenti, ha espresso grande soddisfazione per questo appuntamento.
Due ore di puro divertimento su un tema che potrebbe risultare difficile da affrontare: quello della vecchiaia. Ma Hendel lo tratta con ironia e con grande semplicità, partendo da Giacomo Leopardi che aveva qualche serio problema con la terza età, passando per tutti quei grandi e piccoli problemi che si incontrano quando non si è più giovanissimi, dagli esami sanitari dopo i 50 anni, al raggiungimento della “pace dei sensi”, fino al tema della morte.
Hendel racconta un Paese, racconta l’Italia, che è seconda solo al Giappone per l’elevato numero di nonni, che sono super perché devono occuparsi di tutto: “Negli ospedali stanno richiamando i dottori andati in pensione per farli lavorare come volontari, di questo passo – dice l’attore – quando il paziente dirà al medico ‘C’è da cambiare il pannolone’, si sentirà rispondere: ‘Quale? Il mio o il suo?’”.
L’attore cita grandi personaggi, registi, attori, cantanti, che hanno espresso il loro parere sulla vecchiaia: “Ho avuto la fortuna di incontrare dei grandi vecchi che mi hanno insegnato tante cose, uno è stato Mario Monicelli, che ripeteva sempre che la vita era un balocco, questo non voleva dire che doveva essere vissuta con superficialità, ma che bisognava vivere con leggerezza. Francesco Maria Antonini, considerato uno dei maestri della geriatria, mi ha spiegato che è importante essere curiosi per invecchiare bene”.
Lo spettacolo scorre veloce tra citazioni sull’ambiente e sull’ecologia, sulla politica fino al tema tanto attuale del web e dei cosiddetti “leoni da tastiera“, quelli che colgono qualunque occasione per insultare gli altri utenti: “Sant’Agostino – racconta Hendel – diceva che la speranza ha due figli bellissimi: l’indignazione e il coraggio, ma non è l’indignazione che si legge sul web di chi si scaglia contro gli altri, è l’indignazione di chi vede come vanno le cose e cerca di cambiarle, ecco il coraggio”.
Inevitabilmente quando si parla di vecchiaia, si parla anche di morte e Hendel anche in questo caso sdrammatizza e cita gli epitaffi di alcuni personaggi famosi come Frank Sinatra: “Sulla sua lapide c’è scritto ‘Il meglio deve ancora venire’, un messaggio di grande speranza, mentre Franco Califano ha fatto scrivere ‘Non escludo il ritorno’, che suona come una minaccia”. E da qui l’attore prova a immaginare le recensioni scritte da chi, una volta passato a miglior vita, parla del suo ingresso in Paradiso o all’Inferno.
Alla fine del monologo Hendel ha voluto ricordare che tutto il ricavato dello spettacolo andrà in beneficenza all’Associazione Cure Palliative di Livorno alla quale l’attore di “Il ciclone” è molto legato.
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