
Pubblicato ore 15:00
- di Valeria Cappelletti
LIVORNO – Quando il teatro diventa uno strumento per tramandare, per far riscoprire o far conoscere storie, personaggi, episodi del passato, assume una valenza ancora più importante ed è quello che accade per lo spettacolo che andrà in scena l’1 dicembre al Teatro Goldoni (ore 21) dedicato ai fratelli Gigli, giovani livornesi barbaramente trucidati dai fascisti il 2 agosto 1922.
A cento anni di distanza da quei tragici fatti l’attrice Alessia Cespuglio porterà sul palco un intenso monologo dal titolo “1922. Perché non dobbiamo aprire? Siamo gente per bene“, nato dalla collaborazione con la Socrem (Società per la Cremazione di Livorno) che quest’anno compie 140 anni.
“Sono molto emozionata – ha esordito Cespuglio nel corso della conferenza stampa di presentazione – questo spettacolo è frutto di un lavoro durato un anno. La storia dei fratelli Gigli la conoscevo, ma non bene, prima ho fatto studi accurati e poi ho buttato giù il monologo, di pancia, con un punto di vista nuovo rispetto a quello che potevamo dare per questa storia, il punto di vista di una donna che, all’epoca dei fatti, era una ragazzina e vicina di casa dei Gigli. Lo spunto è arrivato da mia figlia Irma che in un momento così difficile come quello della guerra si è posta delle domande alle quali ho dovuto dare delle risposte. La storia abbraccia un periodo piuttosto lungo, da prima dello scoppio della seconda guerra mondiale fino al 1946. Tutto questo lavoro – ha precisato – è frutto della sinergia con Francesco Niccolini che ha dimostrato un grande cuore”.
Lo spettacolo fa parte degli eventi inseriti nei 140 anni dalla fondazione della Socrem: “Abbiamo pensato a come potevamo concludere la serie di iniziative realizzate per questo anniversario – ha detto il vicepresidente Massimo Nenci – l’idea era di creare un filo rosso con il teatro e lo abbiamo trovato con la storia del fratelli Gigli che furono seppelliti nel Tempio Cinerario di Livorno. La cremazione a quel tempo era una forma di protesta rispetto a quanto stava accadendo in quegli anni”.
Sul palco Alessia sarà sempre sola, a eccezione di alcuni rari momenti in cui sarà affiancata da una serie di personaggi: Gaetano Ventriglia, Imma Pepper Commone, Elena Mellino, Filippo Ceccarini, la Compagnia A.D.D.A., Matteo Risaliti, Matteo Ceccantini, Marika Favilla, Arianna Scartazza, il Coro Rodolfo del Corona con il direttore Luca Stornello, i Cori Spring Time e Monday Girls con il direttore Cristiano Grasso, il Coro Garibaldi d’Assalto e il Coro partigiano della Bassa Val di Cecina “Pietro Gori”. La produzione è di Pilar Ternera (Nuovo Teatro delle Commedie) e lo spettacolo ha il patrocinio del Comune di Livorno.
“Vorrei soffermarmi sulla scelta del titolo “Perché non dobbiamo aprire? Siamo gente per bene” – ha proseguito Cespuglio – che credo sia emblematica. Dalle interviste e dalle testimonianze che ho trovato risulta che quella fu la frase detta da Giulia Cantini, la madre dei fratelli Gigli, mentre i fascisti facevano irruzione nella loro abitazione. Una frase importante che segna il passaggio dalla libertà alla sua totale mancanza”.
Alessia ha voluto anche ringraziare la famiglia Gigli con cui ha intrattenuto costanti rapporti e sottolineare l’importanza di questo evento per gli studenti, invitando le scuole cittadine a partecipare numerose allo spettacolo, perché si tratta di un evento che non si trova sui libri di scuola ma che fa parte della storia di Livorno.
“Sarà una serata di grande emozione – ha detto Emanuele Gamba, direttore artistico del Teatro Goldoni – Il teatro è il luogo che serve a farci ricordare gli eventi del passato”.
Lo spettacolo è a ingresso libero ma è obbligatorio ritirare i biglietti al botteghino del Teatro nei seguenti orari: martedì e giovedì ore 10-13, mercoledì, venerdì e sabato dalle ore 16.30 alle ore 19.30.
Costumi: Desiree Costanzo. Disegno luci: Matteo Catalano. Oggetti scena: Giordana Vassena. Grafica Raffaele Commone.
La storia
Nella notte del 2 agosto 1922 un gruppo di fascisti toscani, ma guidato da livornesi e con la “copertura” delle forze dell’ordine, fece irruzione nell’abitazione della famiglia Gigli, nota per la sua militanza di sinistra, compiendo un eccidio.
Vennero assassinati a rivoltellate, davanti alla figlia, il consigliere comunale comunista Pietro Gigli e il fratello Pilade, tranviere anarchico che si trovava in licenza di servizio di leva. La madre Giulia Cantini rimase gravemente ferita, perdendo la vista.
Nelle giornate del 2 e 3 agosto, bande fasciste (furono stimate in oltre 800 uomini), devastarono sedi di associazioni, case del popolo, sindacati, aggredirono cittadini e militanti della sinistra e ben otto persone furono da loro uccise. Alcuni giorni dopo le squadre fasciste presero con la forza il potere rovesciando il governo democratico presieduto dal sindaco Mondolfi.
© Vietata la riproduzione
Lascia un commento