
Pubblicato ore 16:00
LIVORNO – “Questo spettacolo nasce perché da piccolo ero sonnambulo. Ho passato tutta la vita a cercare di dimenticare quella notte, e ora non riesco a raccontarla, mi dispiace. Lo spettacolo finisce qui”. Queste le parole con cui Lamberto Giannini conclude il suo ultimo spettacolo “Sonnambuli, se c’è un rigore lo tiro io” che andrà in scena domani, 19 maggio, al Teatro Goldoni, ore 21.
Il regista è infatti partito dalla propria esperienza come sonnambulo per ideare questo spettacolo e racchiudere al suo interno sogni, incubi, ambizioni e paure non solo suoi ma anche dei suoi attori e collaboratori.
Al fianco di Giannini ci saranno Rachele Casali, aiuto regista dal 2017 e responsabile della colonna sonora dello spettacolo e della produzione, Silvia Angiolini, che dopo anni da attrice debutta per la prima volta in regia portando entusiasmo e precisione nelle sue scelte artistiche e organizzative, Marianna Sgherri, collaboratrice storica capace di trasformare le proprie visioni in emozionanti coreografie e Francesco Pacini, direttore di palco per il terzo anno consecutivo. Sul palco i ragazzi della Compagnia Mayor Von Frinzius.
Il sonnambulismo si verifica quando una persona cammina o compie attività complesse mentre non è ancora sveglia del tutto. Di solito, si manifesta nelle prime ore dopo l’addormentamento, durante la fase di sonno profondo: fare teatro è come dormire profondamente e sognare, ogni bisogno diventa desiderio, il tempo sembra fermarsi ma in realtà passa inesorabile fino a portare al risveglio, gli applausi finali, che gettano l’attore in un connubio di estasi e rimpianto di qualcosa che ormai è passato e non potrà più tornare.
Gli ultimi biglietti rimasti sono disponibili a soli 5euro, solo presso la biglietteria del teatro.
Di seguito la nostra intervista a Lamberto Giannini e all’attore Federico Parlanti.
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