
- di Valeria Cappelletti:
VENEZIA – Ieri, alla Mostra del Cinema, è stato il giorno di “The Shape of Water”, regia di Guillermo Del Toro. Il film tra i favoriti al Leone d’Oro, narra la storia d’amore tra Elisa (Sally Hawkins), una ragazza muta, e un essere marino. Elisa è un’addetta alle pulizie che, insieme alla collega Zelda (Octavia Spencer) si imbatte in un laboratorio in cui si sta svolgendo un pericoloso esperimento governativo che riguarda una creatura marina dalle forme umane. Il film ha riscosso molto successo, un mix tra fantasy e ambientazioni gotiche, nel pieno della Guerra Fredda.

Alla conferenza stampa di ieri, alla quale hanno preso parte Del Toro, Sally Hawkins, Octavia Spencer e Alexandre Desplat, il regista ha detto: “Bisogna far trionfare l’amore sulla paura, viviamo in un mondo in cui la paura, il cinismo, sono utilizzati in un modo estremamente persuasivo. Il nostro primo pensiero, quando ci svegliamo la mattina, è credere nell’amore”. Sally Hawkins, che interpreta la protagonista femminile, ha aggiunto riguardo al suo ruolo: “Stavo scrivendo qualcosa su una donna che non sapeva di essere una sirena, e poi il mio agente mi ha detto che Guillermo stava pensando a me per un’idea che ancora non era stata scritta e che riguardava questo uomo sirena di cui una donna si innamora e quasi mi è caduto il telefono, è strano che ciò possa accadere”. Octavia Spencer da matematica della Nasa in “Il diritto di contare” a Zelda signora delle pulizie in “The Shape of Water”: “Zelda è un insieme dei due personaggi – ha detto – perché è una donna delle pulizie ma è anche estremamente intelligente”. Il film può contare su un grosso impatto visivo e su una colonna sonora molto emozionante: “L’emozione è cruciale per il racconto – ha detto Alexandre Desplat, che si è occupato delle musiche – e abbiamo cercato di dare più emozione con la musica, la musica usciva dal film un po’ come il flusso dell’acqua che è presente in tutto il film”.

“Altro film in concorso è First Reformed” regia di Paul Schrader con Ethan Hawke e Amanda Seyfried. Una pellicola di natura spirituale che ha come protagonista Hawke nei panni di un prete di una piccola e vecchia chiesa quasi abbandonata. Ex cappellano militare, Toller (Hawke), è torturato dalla perdita del figlio che lui stesso aveva incoraggiato ad arruolarsi nelle forze armate. Mentre Toller mette in discussione la sua fede per l’accaduto, deve anche confrontarsi con la situazione di una giovane coppia, Mary (Amanda Seyfried), e Michael, il marito di lei, un ambientalista radicale, che si rivolgono a lui in cerca di consigli spirituali.
“È la prima volta che interpreto un pastore – ha detto Hawke – ma la mia bisnonna era convinta che sarei diventato un prete, quindi avrei dovuto aspettare la chiamata, ma grazie a Dio non è arrivata, sono stato circondato dalla religione da sempre, quindi sapevo come interpretare il personaggio”. Ad Amanda Seyfired è stato chiesto chi sia la sua guida spirituale e lei ha risposto: “È l’amore, è a questo a cui guardo nei momenti più difficili della mia vita”. Il regista Paul Schrader ha usato parole molto forti rispondendo alla domanda “dato che i suoi film affrontano sempre temi legati alla crisi, in che direzione stia andando l’umanità”: “Non credo che l’umanità potrà sopravvivere a questo secolo, l’umanità è il problema, noi abbiamo guastato il pianeta per i nostri figli”.

Nel pomeriggio di ieri conferenza stampa anche per William Friedkin, il regista di “L’Esorcista” presenta a Venezia il documentario fuori concorso “The Devil and Father Amorth“. Friedkin ha raccontato come è nata l’idea del film: “Stavo a Lucca, un anno fa, (al Lucca Film Festival, n.d.r.) e da lì sono andato a Roma, ho scritto a un mio amico teologo chiedendo se padre Amorth mi avrebbe potuto ricevere. Dopo due giorni mi è stato detto di sì e abbiamo fatto una riunione bellissima con il padre. Gli ho chiesto se mi avrebbe mai permesso di testimoniare il suo lavoro, di vedere un esorcismo in diretta e mi ha risposto che avrei potuto assistere. Da qui ho chiesto se potevo filmarlo e così è stato”. Ne è nato un documentario composto da vere immagini tratte da un esorcismo messo in pratica su una giovane posseduta. Un film che lascerà inevitabilmente il segno.
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