Restaurate due statue della chiesa di San Ferdinando, esempio di “barocco livornese”

Si tratta di Sant’Enrico II di Germania e di Sant'Edoardo Re

La statua di Sant'Edoardo. Foto: Glauco Fallani
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Pubblicato ore 18:44

LIVORNO – “Con questo recupero si valorizza la bellezza della parte barocca di Livorno, di non secondaria importanza”. Esprime grande soddisfazione il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, nell’apprendere la notizia del restauro delle statue di Sant’Enrico II di Germania e di Sant’Edoardo Re, nella chiesa di San Ferdinando in Venezia.

Le due statue, in marmo di Carrara, entrambe opere di Giovanni Baratta, sono tornate al loro posto con un’inaugurazione svoltasi questa mattina, 21 aprile.

Il restauro, avvenuto in accordo con il Comune di Livorno, è stato condotto dal Rotary Club Livorno insieme alla Banca di Credito Cooperativo di Castagneto Carducci, alla Soprintendenza ai beni artistici e architettonici, che hanno contribuito per raggiungere questo importante obiettivo.

“Fa piacere apprendere di iniziative di questo genere perché è sempre positivo constatare l’impegno per la salvaguardia, il recupero e la valorizzazione, dell’immenso patrimonio artistico e culturale toscano – aggiunge Giani – È un giorno importante per Livorno perché la città, e con essa l’intera Toscana, ritrova due statue monumentali che possono essere inserite, a ragione, tra le opere di pregio del repertorio dei beni artistici italiani”.

La Chiesa di San Ferdinando rappresenta uno dei più considerevoli esempi del cosiddetto ”barocco livornese”, che a sua volta si configura come uno dei più rilevanti aspetti del barocco toscano. Il restauro delle due statue è avvenuto grazie alla Dott.ssa Valeria Pulvirenti, che ha curato l’intervento e l’Architetto Valentina Pieri dello studio Eutropia Architettura, che ha supervisionato il cantiere.

Le due statue

Sant’Edoardo Re è collocato su un piedistallo delimitato ai bordi anteriori da due volute coperte da un tralcio fiorito. Il sovrano, raffigurato in posizione eretta ha calzari di foggia classica, veste un’armatura coperta da un manto
fittamente drappeggiato, fermato sul fianco destro dal gesto della mano, mentre una corona di foglie gli incorona il capo. Ai piedi del re sono collocati una corona e un elmo.

Sant’Enrico II di Germania, è collocato su un piedistallo delimitato ai bordi anteriori da due volute coperte da un tralcio fiorito. Il sovrano, raffigurato in posizione eretta veste un’armatura coperta da un mantello definito da un’accurata scelta di particolari, la mano sinistra sorregge la corona.

La chiesa

La chiesa presenta un notevole carattere di multiculturalità, evidenziato anche dalle statue di Sant’Edoardo di Inghilterra, di Sant’Enrico di Germania, di San Casimiro di Polonia e di San Leopoldo d’Austria. Significativo è il fatto che si sia sempre contraddistinta dalla sua nascita per le attività tese alla liberazione dalla schiavitù, grazie all’opera dei Padri Trinitari che l’hanno da sempre gestita in questa ottica.

All’inaugurazione sono intervenuti: Fabio Matteucci – Vice presidente Rotary Livorno, Simone Giusti – Vescovo Livorno; Padre Luigi Buccarello – Ministro Generale O.SS.Trinitari; Simone Lenzi – Assessore alla Cultura del Comune di Livorno; Chiara Trevisonni – Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio; Paolo Corrieri – Consigliere di Amministrazione, Banca di credito Cooperativo Castagneto Carducci e Fabrizio Ottone – Presidente Guide Labroniche.

Le foto sono di Glauco Fallani

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