Opere dal vivo di artisti stranieri e workshop animano Livorno con “Import/Export”

Un programma che unisce la nostra città a Berlino e Belgrado

Florence Lam (Canada), "Heaven Spot". Foto: Frankie Chan Wave Channel
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Pubblicato ore 07:00

LIVORNO – Parte domani, 18 settembre, il progetto europeo “Import/export” che dalla nostra città si estenderà a Berlino e Belgrado.

Dal 18 al 23 settembre Livorno ospiterà workshop, attività, opere dal vivo di artisti internazionali e performance aperte a tutti in Fortezza Vecchia e in altri luoghi della città.

Export

I primi appuntamenti saranno con “Export”, cioè, organizzazione di workshop, simposi e attività a ingresso libero da domani fino al 23 settembre; l’obiettivo è di creare un dialogo che arricchisce la ricerca degli artisti, generando contenuti per nuove performance, in modo che ogni evento non sia isolato, ma connesso in una comunità in continua crescita ed evoluzione. Temi degli incontri saranno il linguaggio performativo, documentazione e narrazione della performance, uso della musica e del processo creativo con Pietro Gaglianò, Federica Coseschi, Ivana Ranisavljević, Alireza Ostovar.

Ogni sera, poi, dal 19 al 21 settembre alle ore 22 Carico Massimo in Afterhours offre uno spazio di incontro all’interno di Frasca, lo spin-off conviviale dell’associazione che al termine delle attività previste apre alla comunità internazionale e locale per continuare lo scambio e la condivisione delle esperienze fatte. La partecipazione ai workshop è a titolo gratuito, per iscriversi: info@importexportperformance.com. Più sotto tutti i dettagli dei seminari.

Import

“Import” invece sarà il 22 e 23 settembre a partire dalle ore 18  in Fortezza Vecchia con le performance e le opere dal vivo di 10 artisti di vari paesi che daranno voce a grandi temi di questo Millennio: Ambiente, Donne, Maternità, Diritti, Libertà.

I dieci artisti

Danaï Galeou e Darius Bogdanowicz (Grecia / Spagna e Belgio), con “Gold Diggers” un gioco partecipativo, dove si corre dietro al sole che tramonta, osservandolo da varie prospettive fino al suo scomparire dietro al Porto di Livorno.

L’iraniano Alireza Ostovar in “Picture of Resistance”, una serie di performance dedicate a tutte le donne iraniane oppresse che lottano per la libertà di parola, di opinione, di espressione e di vestirsi (hijab). Il serbo Aleksander Zain in “Acta Distantiae 2.18”, parte dalla quantità di tempo pre-contabilizzata da Google Maps per il percorso a piedi da Venezia a Livorno, per riflettere sul tema della strada, l’andare e il rimanere, in dialogo tra forma d’arte e rapporto spazio/tempo.

Il polacco Rascal Black in “Scheletro della vita” che affronta il tema del riutilizzo dei rifiuti e come dar loro nuova vita, si ispira allo stilista Alexander McQueen e alla performance “Rhythm 0” di Marina Abramović, e dà al pubblico la possibilità di scegliere e comporre il proprio abito utilizzando i rifiuti locali trovati nell’area di Livorno.

L’italiano ma residente a Berlino, Rilaben in “Fallen Bird”, presenta una performance simbolo del cadere e del controllo, un sottotema di tutta la campagna di comunicazione di Import/Esport, posizionandosi in vari punti della Fortezza, affronta temi come solitudine, accoglienza e diversità, l’osservatore viene messo di fronte alla metafora del sé e dell’altro da sé, in una performance dall’immaginario Queer.

In “In the name of the mother and the daughter” della serba Ivana Ranisavljević si svela la percezione dell’artista sul patriarcato e le sue restrizioni imposte alle donne che diventano madri.

In “Heaven Spot”, Florence Lam (Canada – Hong Kong) si riferisce alla cultura dei graffiti, incidendo un pezzo di rottame d’auto in una performance senza limiti di tempo, per rappresentare la distruzione dei rapporti umani.

Si aggiunge l’installazione site-specific “Una Fantasmagoria” di Maria Larocca – immaginata, in questa occasione, per la Torre della Fortezza Vecchia – che può ammettere la sosta, il riposo, il silenzio, l’ascolto, il sonno; mentre in “Anonima” di Cecilia Ventriglia in collaborazione con Davide Calvaresi, si affronta la dualità essere umano e divino cercando un contatto tangibile con ciò che c’è ma non si vede.

Infine le sepolture viventi di Marta Capaccioli e Lucrezia Palandri in “Dreams about dying_funeralia” diventano una celebrazione luminosa e vitale sul dire addio e sul processo di trasformazione del dolore della perdita.

I workshop

“The Paradoxical Pedagogy”
condotto da Pietro Gaglianò in collaborazione con il Cinema Teatro 4 Mori di Livorno
19 (ore 9-13), 20 (ore 14:30 – 17), 21 (ore 9-13) settembre
Cinema Teatro 4 Mori 
In italiano con possibilità di traduzione in inglese
Aperto ad artisti visivi, danzatori, studiosi, insegnanti, Il corso nasce da una domanda centrale: è possibile insegnare la performance come linguaggio artistico?

“Documentare e Narrare Performance”
condotto da Federica Coseschi in collaborazione con Carico Massimo
18 (ore 15-17), 19 (ore 15-18), 20 (ore 15-17), 22 (ore 18-22) e 25 (ore 10-14) settembre
Carico Massimo 
Tassa di associazione Carico Massimo di 10 euro In italiano con possibilità di traduzione in inglese
Documentare e narrare performance è un percorso volto all’acquisizione di competenze narrative tramite la documentazione di arti vive.

“Transition. Transgression. Transformation”
condotto da Ivana Ranisavljević in collaborazione con Ondalab, Livorno
18 (ore 14-17), 19 (ore 14-17), 20 settembre (ore 9-13)
Ondalab (via del Metallo) 
Condotto in inglese
Tocca argomenti di vicinanza, debolezza, pazienza e potere, verrà discusso il processo di creazione e realizzazione di un’opera d’arte o di una performance artistica.

Musica transculturale e arte interdisciplinare: Processi interculturali e transculturali nella musica elettroacustica e nei progetti interdisciplinari
condotto da Alireza Ostovar in collaborazione con il Conservatorio Pietro Mascagni di Livorno
18, 19, 20 settembre (ore 14.30 – 17.30)
Conservatorio Pietro Mascagni (via Galilei)
In italiano con possibilità di traduzione in inglese. Il workshop spiega come la combinazione di culture musicali diverse possa guidare la creazione di musica elettroacustica transculturale.

AFTERHOURS da Carico Massimo 19 – 21 SETTEMBRE (alle 22)

Nelle giornate centrali del Festival, Carico Massimo ospita uno spin-off conviviale dell’associazione che al termine delle attività previste apre alla comunità internazionale e locale per continuare lo scambio e la condivisione delle esperienze fatte.

Durante le serate sarà possibile visitare la mostra di Fabrizio Basso e, a Magazzino 5, la personale di Mark Titchner.

 

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