
- di Valeria Cappelletti:
Whitney: Can I Be Me cioè “Whitney: posso essere me stessa?” è il documentario che racconta la vita di una delle più grandi cantanti della storia della musica mondiale Whitney Houston, deceduta a soli 48 anni l’11 febbraio 2012.
“Posso essere me stessa” è una frase emblematica che sottolinea a pieno quello che era il vero carattere di Whitney e che emerge dalle testimonianze di chi ha vissuto con lei i tanti momenti di successo, fama, ma anche i periodi drammatici. Quella frase è sinonimo di insicurezza, quella insicurezza che fin dagli esordi la caratterizzava, che l’ha portata a legarsi a persone sbagliate e condotta a cercare nella droga un rifugio.
Whitney è stata e rimarrà per sempre una grande artista, la sua voce inconfondibile legata canzoni come “I wanna dance with somebody” o “I will always love you” brano portante di The Bodyguard film girato con Kevin Costner, rimarranno nella storia, ma questa donna come tutti e forse più di tutti, ha vissuto momenti davvero difficili.
Come racconta lei stessa in un’intervista nel documentario: “Forse a torto, si pensa che quando diventiamo famosi le nostre vite diventano perfette e niente le scalfisce, è un errore. La gente pensa che tu debba essere sempre felice della vita, di tutto. Ma perché? Per i soldi? I soldi non fanno la felicità, è sempre stato così, ce lo insegna la storia”. E sono stati proprio i soldi la sua condanna, quei soldi hanno condotto il padre a farle causa, egli sosteneva di non essere stato pagato per l’aiuto dato alla figlia nella sua carriera e Whitney che gli era profondamente legata non ha sopportato questo suo comportamento, per lei è stato devastante.
Il documentario, regia di Nick Broomfield, parte da quella tragica notte di febbraio quando qualcuno telefona al 911 per richiedere un’ambulanza poiché c’è una donna che non respira più, quella donna è Whitney. Poi il film fa un salto indietro e, attraverso le testimonianze di discografici, amici, parenti, ex guardie del corpo e interviste dirette all’artista, racconta gli esordi della giovane cantante nata a Newark, nel New Jersey, e che si esibiva nei cori soul gospel della chiesa della sua zona insieme alla madre.
La scoperta della sua voce, fuori dal comune, la scelta dettata dai produttori di puntare su un genere pop e non R&B, deludendo così il “popolo nero” che non la riconosce in quelle melodie (al punto che viene fischiata durante una premiazione), l’uscita del suo primo album, un grandissimo successo, i tanti premi ricevuti, le voci sulla sua presunta omosessualità perché veniva spesso vista in giro con Robyn, la sua confidente e amica più stretta, lesbica dichiarata e che rappresentava il suo punto di riferimento, su questo si sofferma il film.
Ma su tutto aleggia il fantasma della droga ed è l’incontro con Bobby Brown, cantante hip hop e R&B, a segnare Whitney, la vita sregolata dell’uomo si unisce a quella di lei, i suoi tradimenti la devastano, ma lei, nata in una famiglia molto religiosa, non vuol divorziare e non vuole che sua figlia, Bobbi Kristina, cresca senza un padre. Le sue tournee la allontanano dalla bambina (anch’ella segnata da un triste destino, morirà nel luglio del 2015 a soli 22 anni) e questo è ulteriore motivo di sofferenza.
Continua a far uso di droghe nonostante in tanti cerchino di dissuaderla, la sua guardia del corpo scrive un rapporto dettagliato pensando così di indurre le persone vicine alla cantante a fare qualcosa, ma ottiene solo di essere allontanato; anche Robyn decide di andarsene a causa delle continue controversie con il marito di Whitney, un ulteriore colpo per la cantante che, alla fine, andrà a disintossicarsi, ma la conclusione del matrimonio con Bobby Brown la conduce di nuovo verso la droga. Dimagrisce a vista d’occhio, fino alla tragica morte.
Vi invitiamo a guardare questo documentario uscito nel 2017, perché permette di comprendere come spesso coloro che hanno un grande successo hanno anche grandi sofferenze, oltre ad aprire uno spaccato sui retroscena della vita della cantante che alla domanda: “Come vorresti essere ricordata?”. Rispose: “Mi piacerebbe essere ricordata come una bella persona, una che cercava di fare le cose nel modo giusto“.
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