
Pubblicato ore 11:45
- di Gianluca Donati
LIVORNO – Uno degli spettacoli della quarta serata di Effetto Venezia ha registrato il tutto esaurito, si tratta del concerto di musica jazz del “Quartetto di Livorno” in omaggio al genio labronico di Piero Ciampi. Un connubio quello tra Ciampi e Jazz, perfetto, perché già le originali canzoni del cantautore erano spesso contaminate dalla “musica nera”.
Il gruppo è composto da Tony Cattano al trombone, Andrea Pellegrini al pianoforte, Nino Pellegrini al contrabbasso e Michele Vannucci alla batteria. Puntualmente, attorno alle 22.30, agli Scali delle Barchette, quando i posti erano sostanzialmente tutti occupati dal pubblico, sono saliti sul palco i quattro musicisti che si sono “scaldati” con un’esecuzione di puro Jazz in bilico tra preparazione e improvvisazione – com’è caratteristica di questo genere – e dove a turno i quattro bravissimi musicisti si sono alternati in virtuosismi eccellenti colti da applausi a scena aperta.
Poi il Quartetto ha iniziato il repertorio “ciampiano” eseguendo la straordinaria canzone “Sporca estate” che apriva il secondo album del 1971 del cantautore labronico. Ovviamente il brano di Ciampi è solo un canovaccio dal quale il Quartetto di Livorno parte, per poi arricchirlo, costruendoci sopra svolazzi jazz allungando così i tempi regolari della canzone, e così sarà per tutti i brani successivi. Stessa cosa anche per “La polvere si alza” (dalla musica del grande Gianfranco Reverberi). Di tanto in tanto, i brani sono intramezzati da interventi del pianista Pellegrini che per tutto il concerto, ha suonato completamente scalzo.
Ed è proprio Andrea Pellegrini che ricorda la storia della lapide dedicata alla memoria del cantautore livornese, messa in Via Roma 1, proprio dirimpetto all’appartamento di Amedeo Modigliani, e che poi recita la frase incisa sulla lastra: “Qui nacque Piero Ciampi, poeta e cantautore fino all’ultimo minuto”.
“Fino all’ultimo minuto” è il titolo di una delle più famose canzoni di Ciampi, che Piero scrisse a quattro mani con Gianfranco Reverberi e che uscì con il primo album del cantautore, quello del 1963 che allora fu intitolato con il nome d’arte “Piero Litaliano”; e la canzone è citata nel titolo anche dell’album pubblicato dal Quartetto di Livorno “Fino all’ultimo minuto. Le musiche di Piero Ciampi”.
Segue così l’esecuzione del brano e i musicisti sono così bravi che sembra quasi di sentire anche i versi con i quali si conclude la canzone: “Ma tu non ascolti/Quelle voci senza suono/Che si cercano sul mare/ e han bisogno di qualcuno/Fino all’ultimo minuto”.
I quattro musicisti passano poi a uno dei capolavori di Ciampi, il mio preferito, “Il vino”, un brano che consente al quartetto di esibirsi in accelerazioni e decelerazioni ritmiche continue in un saggio di strabiliante bravura, e tra i quattro scorrono sguardi d’intesa e sorrisi. Si vede che amano questo mestiere, mostrano di essere completamente concentrati mentre suonano e traggono piacere dalle note che riescono a donare al loro pubblico.
Poi si alzano le inconfondibili note di “Livorno”, un’altra perla di Ciampi, che ottiene applausi a scena aperta da parte di un pubblico che si accende sempre di più man mano che il concerto procede.
È sempre Andrea Pellegrini – il pianista – che prende la parola e questa volta per ricordare che il “Quartetto di Livorno” di cui fa parte, oltre ad incidere l’album dedicato a Ciampi, ne hanno realizzato anche uno in omaggio ai pittori macchiaioli e un altro ad Amedeo Modigliani.
Poi riprendono a suonare, ed è la volta de “Il merlo” che scatena applausi e urli di giubilo sempre più accalorati. Poi eseguono “Hai lasciato a casa il tuo sorriso”, una delle canzoni più dolci, anche questo composto dal Maestro Reverberi. Ancora vengono a mente i versi di Ciampi: “Hai lasciato a casa il tuo sorriso/forse sopra un libro/o nel vetro del tuo specchio/Hai lasciato a casa quasi tutto del tuo viso”.
Il Quartetto chiude lo spettacolo con “Istanbul Costantinopoli”. Al termine del pezzo i quattro ringraziano il pubblico e scendono dal palco, ma dopo un lungo applauso e ripetute urla che invocano un bis, il quartetto non si fa pregare, risale sul palco e concede un ultimo brano che riscuote un nuovo lungo applauso e decreta il trionfo finale della serata.
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