
Pubblicato ore 11:40
- di Gianluca Donati
LIVORNO – È senza ombra di dubbio Bobo Rondelli la star della prima serata di Effetto Venezia 2020, con una piazza della Repubblica da tutto esaurito.

Ieri sera, al centro del palcoscenico una grossa sfera identica alla luna, illuminata e ruotante tra le luci azzurrognole ha dato un tocco magico al concerto. Ad aprire lo spettacolo è stato Giorgio Mannucci che ha eseguito dei brani dal suo album “Acquario”. Al secondo brano, il pubblico ha iniziato a ritmare la canzone battendo le mani a tempo.
Poi è stato il momento di “Bianco”, canzone inedita che – ha detto Mannucci – dovrebbe uscire con il nuovo album a settembre “se tutto va bene” – ha aggiunto il cantante riferendosi al problema coronavirus. Poi le luci hanno cominciano a cambiare sul palcoscenico e Mannucci ha cantato una canzone dedicata al dramma dell’alluvione. A chiudere “Ogni notte scoperta” che Mannucci ha scritto durante il periodo del lockdown.
Nel frattempo altri spettatori hanno raggiunto la platea, registrando il tutto esaurito, e finalmente, verso le 23 è arrivato Bobo Rondelli acclamato da tutti. Prima di prendere la chitarra, ha eseguito una canzone di Piero Ciampi: “Fino all’ultimo minuto“, accompagnato solo dal pianoforte. Al momento della seconda strofa, una sorpresa: il microfono di Bobo era spento e nonostante questo ha continuato a cantare senza amplificazione; il pubblico è restato un po’ disorientato pensando a un problema tecnico invece era una trovata del cantautore che ha deciso di terminare la canzone senza l’aiuto della tecnologia. A quel punto il pubblico ha capito ed è esploso in giubilo, Bobo allora ha “ironizzato”, dicendo che era pronto ad andare al mercato a vedere il pesce.

Questo è Bobo, e tutto lo spettacolo sarà più di una semplice esecuzione di canzoni (per lo più dalle melodie malinconico com’è nel repertorio dell’artista), bensì, un vero e proprio spettacolo d’intrattenimento dove i brani sono intramezzati da battute e scherzi che coinvolgono il pubblico e che sembrano avere lo scopo di “sdrammatizzare” il tono molto serio e riflessivo delle sue canzoni. Rondelli ieri sera ha regalato al pubblico battute e satira politica, il pubblico apprezza, applaude, grida “bravo” e ride al suo sarcasmo.
Poi siede con la chitarra tra le mani e inizia il suo repertorio, accompagnato dal pianoforte. Quando attacca un suo classico, “Gigi balla“, il pubblico si scalda e inizia a cantare in coro. La voce di Rondelli è calda, profonda, oscilla tra il timbro di Piero Ciampi e quello di Fabrizio De Andrè. Appena terminato il brano, Bobo ironizza sulla tristezza delle proprie canzoni, suscitando l’ilarità degli spettatori. Poi è la volta di “La marmellata”, bellissima, che riscuote molto successo.
Bobo si concede qualche frecciatina su alcuni suoi colleghi e prende in giro Jovanotti. Ma subito torna serio ed esegue “Madame Sitrì” (Bella Livorno) che trascina il pubblico a cantarla. Poi è la volta di “Mia dolce anima“, mentre i giochi di luci colorate disegnano riflessi sulle facciate dei palazzi e dalle finestre spuntano altri spettatori che seguono con passione il concerto. I posti a sedere – limitati rispetto alla capienza della piazza a causa delle regole del distanziamento sociale – non bastano a contenere tutto il pubblico, e molti si accalcano dietro le transenne che cingono la platea.
È la volta della canzone “Hawaii da Shangai“. Poi Bobo lancia altre frecciatine sarcastiche su un altro collega: Andrea Bocelli, ed è lo spunto per cantare “La Chiappona“. Le battute e il linguaggio colorito di Bobo in perfetto stile labronico, contraddistingue l’artista, che qualche volta eccede in invettive e scurrilità, ma questo è Bobo e piace perché è così, e, infatti, il pubblico mostra di apprezzare e ride a ogni suo passaggio.
Segue “Licantropi”, e soprattutto l’esecuzione della canzone toccante “Nara F.” dedicata alla madre deceduta.
Verso la fine dello spettacolo, Bobo torna a brani non suoi: “La canzone dell’amore perduto” di De Andrè, cantata con un timbro di voce molto simile a quella del grande cantautore genovese e verso la fine del brano, smette di cantare e coinvolge il pubblico facendoli completare il brano in coro.
Quando chiude a tutta voce con “Guada che luna” di Fred Buscaglione, è un’ovazione, il trionfo finale. Il pubblico si alza in piedi, applaude e acclama l’artista. Il concerto di Bobo Rondelli a Effetto Venezia 2020 è stato un grande successo.
Galleria fotografica di Furio Pozzi.
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