
Pubblicato ore 19:07
- di Diego Luschi
LIVORNO – Ci sono eventi (e luoghi) nell’affollata e pubblicizzata programmazione di “Effetto Venezia” che rimangono appena fuori, oltre qualche via, come intrappolati in un’altra dimensione, lontani dalle musiche e dai vestiti a festa, dagli odori delle grigliate, o fritture, di pesce. Anche il Fosso, uscendo dalla Piazza del Luogo Pio, effettua una curva arrivando sugli Scali del Refugio, lasciando nell’ombra (o nella nebbia, molto più caratteristica), una stradina appartata che porta alla via del Forte San Pietro. Il cartello con le raffiche di vento cigola un po’, nel suo oscillare, ma la freccia indica comunque una porta che emana quel poco di luce che basta a rischiarare un piccolo tratto antistante. Ad esser forestiero si potrebbe pensare ad un piccolo cimitero privato, e invece…
La mostra, che si svolge all’interno del Polo Culturale Bottini dell’Olio Museo della Città di Livorno, fino all’8 agosto, dalle 19.00 alle 23.30, in realtà non è una “semplice” esposizione di quadri ma contiene un “progetto editoriale” su “Le donne dell’antologia di Spoon River“, disegni e traduzioni di Francesco Tonarini, e con l’aiuto di Erika Tamponi nell’allestimento. Entrambi, Tonarini e Tamponi, oltre ad essere appassionati di arte, ed esperti di Modigliani, hanno fondato “Il gruppo di Azione Civica La Cariatide” che segue proprio le attività sul Maestro labronico in giro per il Paese e non solo.
Entrando nella ex biglietteria di quella che fu la bella mostra su Modigliani, tanto per rimanere agganciati al nostro illustre concittadino, ci sono 49 (inizialmente erano 48) disegni e altrettante traduzioni poetiche relative al capolavoro di Edgar Lee Masters, e così “il visitatore – dice Tonarini – potrà soffermarsi davanti alle lapidi del cimitero di Spoon River e avrà la possibilità di apprendere le ultime parole di donne vissute più di un secolo fa nella fantasia di Edgar Lee Masters e approfittando dei disegni […] – che si rifanno a modelli dell’epoca ma sono stati creati e associati dal pittore alle varie poesie in base alle proprie intuizioni – saranno evidenziate tematiche, passioni e aspetti, che riguardano indistintamente donne e uomini di ogni epoca”.
Chi ha letto l’antologia sa che l’autore fa dire ai malcapitati esattamente quello che devono dire, senza trattenere niente, perché sarà il loro ultimo discorso, il tragico epitaffio, e le storie sono davvero incredibili, e non è un caso se uno dei più grandi cantautori italiani (De André) vi abbia dedicato molta della propria musica (solo, però, trasponendo alcune storie maschili). La carrellata quasi infinita di espressioni e pose già basterebbe a creare un certo scompenso ma se avrete l’audacia di avventurarvi in ogni storia verrete trasportati in “una originale rappresentazione teatrale greca dove violenza, gioia, amore, malattia e morte, si fanno catarsi condivisa che rende queste antieroine esempio e sintesi dell’umanità intera”.
Le fotografie sono di Diego Luschi
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