
LIVORNO – Questa sera alle ore 21 il gruppo “Sulla stessa barca“, in collaborazione con l’Associazione Alberto Ablondi, promuove l’incontro “Storie migranti” con Tareke Brhane al Thisintegra Coffee shop (via Ganucci, 3).
Nato in Eritrea, Tareke Brhane ha lasciato il suo paese a 17 anni, con una decisione non facile, perché era impossibile rimanere lì: il servizio militare era a vita e i soprusi e le intimidazioni infinite. Ha vissuto per quattro anni tra il Sudan e la Libia, è stato incarcerato nelle prigioni di Gheddafi, ha attraversato il Mediterraneo ed è stato respinto più volte. Alla fine del 2005 è riuscito ad approdare in Sicilia. Poco dopo l’arrivo, mentre la sua domanda di asilo veniva vagliata, ha lavorato per un anno in condizioni estreme come lavapiatti negli alberghi e ha raccolto ortaggi nelle campagne agrigentine. Nel 2007 la svolta: “L’ong Medici senza frontiere -racconta – mi ha chiesto di fare il mediatore culturale sia durante gli sbarchi al porto, sia tra chi raccoglieva pomodori e patate, supportando l’equipe medica”. L’anno dopo, un’altra ong, Save the children, gli ha chiesto di collaborare al progetto Praesidium, dell’assistenza ai minori sbarcati, “lavoro che ho svolto dal 2008 al 2012”.
Dopo la tremenda strage del 3 ottobre 2013 in cui hanno perso la vita 368 migranti, tra cui molti suoi connazionali, ha fondato, insieme ad altri volontari il “Comitato 3 ottobre”, che da allora esercita pressione sulle autorità per migliorare le leggi vigenti sull’accoglienza. Nel 2014 ha vinto la medaglia per l’attivismo sociale al Summit dei Premi Nobel per la Pace. Nel 2015 ha ottenuto la cittadinanza italiana.
Storie migranti ha l’obiettivo di far conoscere le tante, differenti storie per scongiurare il pericolo di “Raccontare un’unica storia”.
L’ingresso all’evento è libero.
Informazioni: sullastessabarca19@gmail.com.
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