Il livornese Giuseppe Gaimari sfida il freddo artico di Capo Nord in sella alla sua bici

Percorrerà 1000 Km, a 20 gradi sotto zero per sensibilizzare sull'ambiente

giuseppe gaimari in bici a capo nord
Giuseppe Gaimari al centro durante la conferenza stampa
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  • di Gianluca Donati

LIVORNO – Giuseppe Gaimari è un eclettico sportivo livornese, che proviene da un percorso appassionante, formatosi da sciatore free ride specializzato in slalom gigante e da oltre dieci anni è impegnato in sfide per conoscere e superare i propri limiti fisici.

La consegna della bandiera della città di Livorno

Giuseppe si appresta a misurarsi con una nuova fatica che lo vedrà impegnato in una corsa al limite dell’impossibile: un tragitto di ben 1000 Km, alla temperatura di 20 gradi sotto zero, un percorso che si stende dalle Isole Lofoten (un arcipelago della Norvegia) a Capo Nord che si trova sulla punta nord della penisola di Magerøya, nella parte più settentrionale della Norvegia continentale. Nella mattinata di oggi, giovedì 30 gennaio, d’innanzi alla stampa, il sindaco Salvetti ha consegnato a Gaimari, la bandiera della città di Livorno da issare al raggiungimento della sua meta.

Ultracyclist, cioè che gareggia su lunghe distanze, con bici da strada o mountain bike, unisce alle sue imprese sportive, battaglie civiche importanti ispirate alla sostenibilità, infatti, Gaimari, oltre ad essere un ottimo atleta è intensamente sensibile alle tematiche ambientali e all’emergenza del cambiamento climatico. Numerose le epiche imprese passate, consacrate dalla vittoria al Tuscany Trail: una cavalcata di cinquecento chilometri, in sella, lungo un tragitto estenuante, e che percorse nel tempo straordinario di 34 ore assicurandogli un posto nel prestigioso Team 3T Cycling.

Al di là del valore sportivo, questo viaggio si pone come obiettivo quello di sensibilizzare il pubblico perché si adoperi a comportamenti più rispettosi del territorio ed ecosostenibili come gli “eventi green”, il risparmio energetico e l’utilizzo di biciclette come mezzo di locomozione a basso impatto ambientale. Inoltre, la strada delle Lofoten appartiene a una delle famose “18 Scenic Routes”: un grande progetto di strade sceniche sostenute dal governo Norvegese a livello nazionale per promuovere l’immagine turistica.

giuseppe gaimari in bici a capo nordPer l’impresa, Giuseppe affronterà le Lofoten d’inverno e non d’estate, in condizioni climatiche ai limiti della resistenza umana, e non solo per il freddo e il terreno ghiacciato, ma anche per quello che significherà per lui a livello “interiore”.

“Questo tipo di viaggio in condizioni estreme è un atto di ricerca individuale – ha detto – che nasce dalla mia passione per le temperature glaciali, e porta con sé importanti obiettivi atletici. Due sono le motivazioni che mi spingono in questa impresa: la ricerca di un senso di pace, data dalla quiete della neve, lo scenario artico genera conciliazione dentro di me. Allo stesso tempo la neve rende tutto tecnicamente più difficile, perché modifica le caratteristiche del terreno, riducendo le temperature, da qui prende forma lo volontà di sfidare me stesso. Lofoten/Capo Nord sono divise da 1000 km in totale, ma il confine fisico è dettato anche dalle temperature che affronterò – ha proseguito – che toccheranno i -20°. Cercherò di coprire questa distanza in otto giorni, affrontando i dislivelli maggiori nella parte continentale, quindi oltre alle isole Lofoten dove  sfiderò il fiordi, in totale saranno circa dodicimila metri di dislivello positivo. Troverò il ghiaccio sulla strada e sarò costretto a montare una particolare struttura per la bici, dovrò alleggerirla, ed applicare dei copertoni chiodati”.

La preparazione di Giuseppe è seguita dal team Individual Training, formato da Manuele Bardini e Francesco Lepri. Giuseppe si allena numerose volte la settimana, e svolge un lavoro mirato alla forza muscolare e sull’incremento di capacità. Tutto il lavoro svolto sia in bici che in palestra, segue delle logiche ben strutturate, come i test massimali e quelli sul massimo consumo di ossigeno. Il team segue Giuseppe anche sotto il punto di vista alimentare, cercando di ridurne la fatica fisica e promuovere le riserve energetiche durante le sedute e i recuperi notturni.

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