
- di Valeria Cappelletti:
VENEZIA – “The Shape of Water” di Guillermo del Toro si aggiudica il Leone d’Oro come miglior film alla 74esima edizione della Mostra Internazionale del Cinema di Venezia. Il film racconta la storia d’amore tra una donna muta e un misterioso essere, prelevato dalle buie profondità oceaniche, che sembra avere delle capacità di adattamento tipiche dell’acqua, ma è anche capace di assumere i contorni psichici di ogni essere umano con cui viene in contatto, riflettendone sia l’aggressività che l’amore incommensurabile. Il film è ambientato durante la Guerra Fredda, noir, dalle tinte scure, che unisce amore e mistero. Una colonna sonora e una fotografia superlative hanno avuto un ruolo molto importante nella scelta da parte della giuria guidata da Annette Bening.

Il premio a Guillermo del Toro è stato consegnato da Paolo Baratta, presidente della Biennale. Del Toro, con la voce rotta dall’emozione, ha detto davanti al pubblico: “C’è un momento in cui un regista deve fare qualcosa di diverso e deve rischiare tutto quello che ha. Dedico il premio ai registi messicani e latino americani e dico loro che bisogna avere fede e alla fine le cose vanno per il verso giusto”.

Per quanto riguarda l’Italia, è il film “Hannah” di Andrea Pallaoro a ricevere un premio: si tratta della Coppa Volpi per la miglior interpretazione femminile andata a Charlotte Rampling e consegnatale da Jasmine Trinca. Rampling ha definito l’Italia: “La mia fonte di ispirazione”. Sono rimasti a bocca asciutta gli altri tre film italiani: il musical “Ammore e Malavita” dei Manetti Bros, “Una famiglia” con Micaela Ramazzotti e soprattutto “The Leisure Seeker” di Virzì, considerato tra i favoriti.

Gran Premio della Giuria Leone d’argento a “Foxtrot” del regista israeliano Samuel Maoz, che aveva già vinto nel 2009 il Leone d’oro con il film “Lebanon”. “Foxtrot” mischia tragedia e commedia e affronta, in tre atti, il tema della guerra. Leone d’argento per la miglior regia a “Jusqu’a la garde” del francese Xavier Legrand che non riesce a trattenere le lacrime. Il film racconta della lotta tra marito e moglie che si separano, per la custodia del figlio. Miglior sceneggiatura a Martin Mcdonagh per “Three Billboards Outside Ebbing Missouri” una dark comedy che racconta la ribellione di un padre che, diversi mesi dall’omicidio della figlia senza alcun colpevole, decide di comprare tre cartelloni stradali per scrivere un messaggio polemico nei confronti del capo della polizia locale.
La Coppa Volpi per la miglior interpretazione maschile è andata Kamel El Basha protagonista di “The Insult” di Zia Doueri che racconta il litigio tra un libanese cristiano e un palestinese per la ristrutturazione di un edificio e che diventa un caso politico internazionale. Riconoscimento speciale a Warwick Thornton per “Sweet Country”: un western in costume ambientato nel 1929. Premio Marcello Mastroianni per i giovani attori a Charlie Plummer per “Charley Thompson – Lean on Pete” regia di Andrew Haigh. Il film ha per protagonista il giovane Charley, quindicenne abbandonato dalla madre e cresciuto da un padre disattento e sempre nei guai. Premio Luigi De Laurentis miglior opera prima ancora a “Jusqu’a la garde” di Xavier Legrand, il regista e il produttore hanno ricevuto due premi da 50mila euro.
Gli altri premi:
Nella sezione Orizzonti, giuria presieduta da Gianni Amelio:
– miglior film: “Nico, 1988” di Susanna Nicchiarelli;
– miglior cortometraggio: “Gros Chagrin” di Célin Devaux
– miglior sceneggiatura: “Los versos del olvido – Alireza Khatami” di Welinski e Ballesteros (ragazzo con occhiali tondi e papillon)
– miglior interpretazione maschile: Navid Mohammadzadeh in “Bedoune Tarikh, Bedoune Emza” (ragazzo con barbetta e capelli corti)
– miglior intepretazione femminile: Lyna Khoudri in “Les bienheureaux” (camicetta bianca)
– premio speciale: “Caniba” di Vèréna Paravel e Lucien Castaing-Taylor ritira Valentina Novati (ragazza con smoking)
– miglior regista: Vahid Jalilvand per “Bedoune Tarikh, Bedoune Ezma”.
Giuria dei classici:
Miglior documentario sul cinema: “The Price and the Dybbuk” di Niewiera e Rosolowski (donna con capelli corti e uomo)
Miglior restauro: “Idi i smotri” di Elem Klimov ritirda Igor Bogdasarov (tizio con occhiali)
Per la sezione Realtà Virtuale:
Milior Virtual Reality Venezia 74: “Arden’s Wake” di Eugene YK Chung
Premio alla migliore storia raccontata: “Bloodless” di Gina Kim
Migliore storia che ha sfruttato al meglio la realtà vistuale: “La camera insabbiata” Laurie Anderson e Hsin-Chien Huang
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