Commozione e tanti applausi per “1921” con Alessandro Benvenuti

Lo spettacolo andato in scena al Teatro Goldoni

Il momento dei saluti a fine spettacolo. Foto: G. Fallani
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Pubblicato ore 12:04

  • di Glauco Fallani

LIVORNO – “1921. Millenovecentoventuno” questo è il titolo del melologo (monologo nel quale i passaggi che hanno maggiore accento emotivo vengono sottolineati da un accompagnamento musicale di Marco Lenzi) messo in scena ieri sera sul palcoscenico del Teatro Goldoni. Drammaturgia di Gabriele Benucci.

L’amministrazione del Comune di Livorno ha inteso così iniziare le celebrazioni a ricordo della scissione che proprio nel 1921, ed in quello stesso luogo, ha visto una agguerrita minoranza di delegati staccarsi dal PSI (Partito socialista italiano), portarsi fino al Teatro San Marco tra Venezia ed il Pontino e là fondare un nuovo partito: il PCd’I (Partito Comunista d’Italia) destinato in seguito ad essere fondamentale per la resistenza contro il regime dispotico nazi-fascista, per la ricostruzione postbellica e ininterrottamente protagonista nelle alterne vicende della politica italiana fino alla famosa “svolta” cosiddetta della Bolognina.

Benvenuti sul podio. Foto: G. Fallani

Asse portante dello spettacolo allestito per l’occasione, nato da un’idea di Elina Pellegrini e prodotto dall’Associazione Achab, è stato Alessandro Benvenuti, noto attore, regista e commediografo, il quale ha narrato e ripercorso con il folto pubblico presente i fatti storici che si innescarono nel Goldoni cento anni fa, durante il XVII congresso del PSI quando le voci che fin lì avevano cantato unite presero ad intonare canti diversi portando alla scissione.

Il bravo Benvenuti è stato coadiuvato da un coro recitante composto da Emanuele Barresi, Riccardo De Francesca e Luca Salemmi, dall’Ensemble strumentale dell’ISSM Pietro Mascagni, dal Coro Rodolfo Del Corona diretto dal Maestro Luca Stornello e da una Rock Band composta da Gabrio Baldacci (chitarra), Daniele Catalucci (basso), Claudio Laucci (pianoforte) e Daniele Paoletti (batteria) diretti dal Maestro Francesco Gesualdi.

Barresi, De Francesca, Salemmi. Foto: G. Fallani

Un bello spettacolo commemorativo, insomma, denso di ricordi e per qualcuno tra i presenti anche di rimpianto: “Che persone! Che galantuomini!” si sentiva bofonchiare avviandosi all’uscita dopo gli intensi applausi che hanno salutato la fine dello spettacolo sulle note dell’Internazionale: “Hai voglia di cercare, nella politica di oggi persone di quel livello non se ne trovano più”.

Un’ultima cosa: per l’occasione e fino a metà gennaio, data prevista per la fine delle celebrazioni, rimarrà esposta nell’ingresso del teatro la prima bandiera del Partito Comunista d’Italia gelosamente custodita in un’apposita bacheca.

Foto di Glauco Fallani

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