
LIVORNO – Stasera alle ore 19.00, per “Scenari di quartiere – Teatri al Calasole”, nel cortile di via Agnoletti, quartiere Corea, in scena lo spettacolo teatrale “Cammelli a Barbiana – Don Milani e la sua scuola” di Francesco Niccolini e Luigi d’Elia con Luigi d’Elia, regia Fabrizio Saccomanno, con la collaborazione della Fondazione Don Lorenzo Milani e del Festival Montagne Racconta.
A seguire presso il Centro don Nesi, via Giorgio La Pira 11, presentazione del libro “Cammelli a Barbiana – Don Lorenzo Milani e la sua scuola” di Francesco Niccolini e Luigi D’Elia (Edizioni Erasmo). Interverranno gli autori; presentazione di Stefano Romboli. Seguirà rinfresco offerto dal Centro don Nesi. L’ingresso è gratuito.
“Cammelli a Barbiana” riproduce il testo del monologo teatrale realizzato da Francesco Niccolini e Luigi D’Elia. Il volume ripercorre la vicenda biografica, spirituale e morale di Don Lorenzo Milani: dagli anni della giovinezza del ‘signorino’ kk in carico alla parrocchia di Calenzano fino all’esperienza di Barbiana, dove don Milani realizzerà quel modello di scuola che lo rese celebre.
A cinquant’anni dalla morte di un prete scomodo, polemico, inviso alle gerarchie ecclesiastiche e riabilitato recentemente dalla visita a Barbiana da parte di papa Francesco, gli autori indagano una personalità capace di elaborare idee ancora attualissime, ricorrendo a episodi significativi e attingendo a porzioni testuali delle opere di Don Milani stesso e delle testimonianze di suoi ex allievi. Il libro, corredato da materiale fotografico, include anche testi di Manuela Correros Verbitsky, autrice della prefazione, di Sandra Gesualdi e dei due autori, Luigi D’Elia e Francesco Niccolini.
“È un Teatro fuori dal Teatro – spiega Fabrizio Brandi, direttore artistico del Festival – non più soltanto poltrone comode in una sede specifica bensì la scelta di un nuovo tipo di linguaggio che vede i teatranti e il teatro vivere la città. Lo si vede per strada, dalla finestra di casa o scendendo con una sedia in piazza. Un teatro sociale che unisce persone e quartieri“. Un teatro semplice dunque, di narrazione, che ha in sé la semplicità della tradizione orale e della famosa “veglia a seggiola” che avveniva una volta, non troppo tempo fa, nei nostri quartieri.
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