Bosco di Fatonero: lo spettacolo del foliage e le antiche leggende

Un luogo con tante storie che raccontano di fate e spiritelli

Foto di Manfred Richter da Pixabay
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Pubblicato ore 12:00

  • di Patrizia Caporali

TOSCANA – Ancora poche settimane per godere del foliage, il fantastico spettacolo cromatico che in autunno stende un manto variopinto che va dal giallo all’arancio, dal rosso al bronzato, trasformando magicamente la vegetazione del nostro territorio.

E non è necessario partire verso le grandi foreste canadesi o americane, anche in Italia possiamo facilmente raggiungere luoghi incantevoli come quelli offerti dalla Toscana, come nella Garfagnana e sulle Alpi Apuane.

Qui, a 1400 metri di quota, si innalza la meravigliosa faggeta del Bosco di Fatonero, un luogo misterioso e affascinante, considerato l’epicentro di tutte le fantastiche leggende apuane, testimonianza della presenza dell’antico popolo dei Liguri-Apuani, con il loro culto degli alberi e degli spiriti tutelari della foresta, rielaborati poi secondo le tradizioni dei Romani.

E già il nome stesso evoca chissà quali misteri. Si racconta infatti che la sua origine sia da attribuire a un Fatto nero, cioè a un probabile omicidio accaduto in quel bosco, ma altri ne trovano una derivazione in Faggio nero, perché gli alberi vi crescono così fitti e robusti che la luce del sole riesce a penetrarvi solo debolmente.

Senza dubbio questa incantevole faggeta racchiude tante storie e racconta che qui vivono fate, esseri sotterranei e spiritelli, come il Linchetto o Buffardello, un folletto dispettoso, ma mai maligno e sempre pronto a provocare scherzi alle sue occasionali vittime.

Certo, trovandosi a passeggiare qui, magari sul filo della suggestione, talvolta accade di avere la sensazione di essere osservati o seguiti, mentre il vento che passa tra i rami sembra creare suoni, voci e sospiri inspiegabili.

Tante sono le testimonianze che raccontano episodi davvero insoliti. Pastori e cavatori hanno parlato di strane luci e canti soavi che arrivano misteriosamente dalla fitta foresta, mentre due boscaioli intenti ad abbattere un grosso faggio, sembra abbiano sentito gemiti e lamenti mentre colpivano la pianta con le loro asce.

E proprio in questo bosco si dice sia ancora nascosto un meraviglioso tesoro. La leggenda scaturisce dall’incontro tra un pastorello e una bellissima fata, quando lui la invita a ballare, accompagnandola con il suono del suo zufolo, la fanciulla danza lievemente sospesa nell’aria. Così, in segno di amicizia, il giovane le dona dei fiori freschi che, appena sfiorati dalle mani della fata, si trasformano in tante monete d’oro tuttora nascoste forse in qualche grossa buca che si apre all’interno di questa boscaglia.

Tanti pertugi forse dimora di strane creature sotterranee, forse luogo dannato per la celebrazione di antichi riti pagani e oggetto dell’ira divina, ma più probabilmente provocati dai numerosi fulmini attirati dalla notevole quantità di ferro presente nella roccia.

Bizzarre connessioni fra leggende popolari e incanto della natura si intrecciano nel Bosco di Fatonero, che rimane sempre un luogo magico, particolarmente tra ottobre e novembre, quando il fenomeno del foliage con le foglie ambrate stese come un lenzuolo sul terreno, con quel caleidoscopio di colori tra i rami, apre uno scenario così straordinario da dare la sensazione di passeggiare in un dipinto.

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