
- di Virginia Ferroni
LIVORNO – Nata per celebrare l’anniversario della caduta del muro di Berlino (9 novembre 1989), la mostra fotografica proposta da Extra Factory – Fatti di Arte (via della Pina D’oro 2) espone venti fotografie in bianco e nero realizzate da Gian Butturini nella Germania Est tra il 1973 e il 1974.

Inaugurata venerdì 1 novembre sarà possibile vederla fino a domenica 10 novembre con il seguente orario da lunedì a sabato 9-12 16-19 e domenica con l’orario pomeridiano 16-19.
Gian Butturini è stato un foto reporter bresciano, nel corso della sua carriera ha pubblicato 40 libri fotografici e girato numerosi film e documentari riguardo i suoi viaggi intorno al mondo. Dopo la sua morte, avvenuta
nel 2006, grazie alla Fondazione Butturini voluta dai figli, continua ad essere ricordato per il suo grande lavoro. Un vero e proprio precursore degli eventi, poiché non appena era a conoscenza di un determinato fatto, partiva nell’immediato insieme alla sua macchina fotografica per immortalare scenari unici.
Attraverso le fotografie in mostra da Extra Factory, Butturini permette di scoprire una Berlino inedita e irripetibile. “Alcune delle fotografie – ricorda Fabrizio Razzauti, direttore della mostra – sono state scattate dal figlio Tiziano, quando l’8 novembre 1989, chiamato dal padre Gian, venne esortato a raggiungerlo nella Berlino Est poiché stava succedendo qualcosa di indimenticabile, stava per cambiare la storia. Tiziano Butturini, questo primo novembre, è stato ospite alla mostra di Livorno ed ha raccontato al pubblico questo suo folle ed improvviso viaggio verso il padre, catturando l’attenzione delle numerose persone presenti nella sala”.
Le fotografie della mostra toccano l’animo di chi le osserva, creano un ponte invisibile tra passato e presente richiamando alla riflessione e ai ricordi. Memorie di chi, quel periodo storico l’ha vissuto, e di chi invece l’ha fatto attraverso le letture e lo studio. Il lavoro di Buttarini è stato vero ed autentico e ciò è percepibile attraverso gli scatti che ha fatto, cercando il più possibile di relazionarsi con la gente del posto ed avere con loro un approccio diretto.
“Infatti – prosegue Razzauti – in una delle fotografie della mostra, è rappresentata molto da vicino, una donna operaia in una miniera a cielo aperto, dove veniva lavorato un tipo di carbone chiamato lignite. Questa donna viene immortalata mentre sorseggia una bottiglia di birra, cercando, per convinzione popolare, di disinfettare il suo corpo e cancellare tutto lo sporco che viveva e toccava durante quel duro lavoro”.
Il reporter, durante la permanenza a Berlino Est, partecipò anche al Festival Internazionale della Gioventù, documentando momenti di armonia ed unione tra giovani tedeschi e stranieri.
Le foto di Butturini indagano quindi i momenti pubblici, prediligendo però lavoratori, donne, bambini nella loro quotidianità e facendo percepire i contrasti tra le classi sociali, tra le vite dei ragazzi e quelle degli anziani. Dando così prova dell’umanità, della forza e delle debolezze di un popolo. Popolo che visse un’epoca che si è conclusa con la caduta del Muro.
Alcune delle fotografie in mostra
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