
LIVORNO – Una sala del Cisternino di Città quasi piena, un pubblico attento ha accolto la presentazione del libro, “Alois Alzheimer e Chiara. La nonna che non c’è” scritto da Giorgio Soffiantini e inserito nelle attività di AMAL (Associazione Malati di Alzheimer di Livorno).
Una storia, triste, toccante ma vera, reale, quella raccontata nel libro, una storia di tanti lunghissimi anni vissuti con il male terribile dell’Alzheimer. Dai primi sintomi, anche banali, agli ultimi istanti quando rimane solo un corpo senza anima, senza sentimenti, ma con un grande amore che non è mai venuto meno.
Mancanza di strutture
Nel corso dell’incontro Soffiantini ha anche denunciato la mancanza di strutture pubbliche che accompagnino i familiari e accolgano i pazienti quando non è più possibile gestirli nella propria abitazione. Di fronte all’aumento esponenziale della malattia: nel Comune di Livorno, sebbene non ci siano dati certi, è stimato che circa il 12,1% della popolazione in età compresa fra i 50 e gli 85 anni, ossia più di 8.000 persone su 67.304, possa essere affetta da malattia di Alzheimer, e le strutture di accoglienza diurna, di accoglienza permanente, di luoghi di intrattenimento, sono nettamente insufficienti e con liste di attesa lunghissime.
In tutto questo si inserisce l’Associazione Malati di Alzheimer del posto in cui Soffiantini ha trovato accoglienza, formazione, possibilità di parlare e condividere, ma soprattutto formazione per affrontare al meglio le situazioni più difficili.
Il pomeriggio è scorso piacevolmente, con momenti di commozione trattenuta a stento, con l’abile coordinamento di Antonello Riccelli e con le letture di brani del libro da parte di una bravissima Antonella Panza.
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