
LIVORNO – Nella penultima serata di Effetto Venezia è stata la musica a farla da padrona nei due spettacoli centrali della manifestazione. Da una parte le canzoni un po’ scapestrate e irriverenti della Bandabardò; dall’altra quelle più ricercate di Lucio Dalla, magistralmente riproposte da Dario Ballantini.
La band fiorentina ha letteralmente fatto scatenare il pubblico che ha invaso piazza del Luogo Pio, con un sound appassionato, roboante e implacabile; la simpatia di Erriquez alias Enrico Greppi, vocalist del gruppo, ha fatto il resto. Niente e nessuno riesce a resistere alla band che, come caratteristica fondamentale, ha proprio quella di saper coinvolgere il pubblico e anche ieri sera ha saputo darne prova. La piazza si infiamma quando partono le note di “Mojito Football Club“, brano tratto dal terzo album, e non è da meno quando risuonano altri pezzi come “Estate paziente“, “Uomini celesti“, quest’ultimo brano contenuto nell’album di esordio “Il circo mangione” con cui il gruppo vinse nel 1996 il Premio Ciampi come miglior disco di esordio. Erriquez scende anche dal palco e si avvicina alle transenne ballando e cantando a pochi centimetri dal pubblico. C’è pure un simpatico siparietto con una giovane donna che improvvisamente sale sul palco e bacia il cantante. Poi arriva anche il tormentone “Beppeanna” e insieme i coriandoli che vengono gettati sul pubblico.
Da piazza del Luogo Pio alla Fortezza Vecchia, si cambia scenario, si cambia musica, ma la magia è la stessa. Sul palco il comico e trasformista Dario Ballantini omaggia Lucio Dalla in maniera impeccabile. In tanti hanno scelto di seguire lo spettacolo, al punto che la sicurezza ha dovuto bloccare l’afflusso alla piazza della Cisterna dove si svolgeva l’evento. È come sentir cantare il grande artista bolognese, stessa voce, stessi gesti, stesse movenze del volto. Sul palco, insieme al cabarettista livornese, la band e una scenografia che su un lato vede appese alcune fotografie del cantante e un divisorio su cui è appeso un cappello di paglia.
Ballantini racconta al pubblico il percorso che lo ha visto avvicinarsi a Dalla, scoprirlo come cantante e cominciare a imitarlo, alternando il parlato alla musica. Da una parte Dario dall’altra Lucio, in un continuo scambio di voci e di canzoni: dalla bellissima “Piazza Grande” a “Pezzo zero“, la canzone senza parole, in cui Ballantini raggiunge il culmine nell’imitare Dalla. E poi ancora “Il cucciolo Alfredo“, “Corso Buenos Aires” fino a “Quale allegria” che dice così: “quale allegria, cambiar faccia cento volte per far finta di essere un bambino”, parole che Ballantini dice di sentire sue in modo particolare proprio perché rimandano al suo continuo trasformarsi.
Valeria Cappelletti
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