Gruppo Labronico. Franco Mauro Franchi, l’artista che racconta il corpo femminile in simbiosi con la natura

Non c’è separazione tra vita e arte nella sua quotidianità

L'artista Franco Mauro Franchi. Foto: Fasulo
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Pubblicato ore 12:00

  • di Serafino Fasulo

Uscendo da Livorno in direzione Sud, tramite una superstrada, si sbuca da un tunnel su un tratto di lungomare alto e roccioso e dopo qualche chilometro si può imboccare la Variante Aurelia. Una delle uscite indica Rosignano Marittimo, a poche centinaia di metri c’è l’atelier di Franco Mauro Franchi, un capannone destinato ad attività industriali e convertito dall’artista nella propria fucina, “da quando ho lasciato l’Accademia ci passo la maggior parte della giornata”.

Foto: Fasulo

Nel 2014 la Fondazione Trossi Uberti di Livorno dedicò a Franchi una mostra, sculture e disegni e dipinti, titolo “Approdi alla Grande Madre”. In piccole o grandi dimensioni che fossero, dalle sue figure emanava il respiro della terra che si schiude alla vita. Da allora ho desiderato visitare l’atelier di quest’uomo che ha raccontato il corpo femminile in simbiosi con la natura, corpi bronzei che sembrano dischiudersi e germogliare in mille frammenti che le dita hanno modulato nella creta, prima che si trasformasse in metallo. Gesso a oro, sabbia di lago, colla di pesce, armature, creta, bronzo, ferro, compasso, teoremi, sono gli ingredienti di alchimie che dalla nascita generano nascita.

Non c’è separazione tra vita e arte nella quotidianità di Franchi, nell’atelier trovano casa i suoi lavori e i suoi affetti più cari, la moglie che prepara la creta, la figlia, fotografa e video maker, la cagna Luna che lo inonda di vivacità. Nell’atelier si può dormire, cucinare, lavorare, meditare, incontrare gli amici. Franco ha insegnato all’Accademia di Belle Arti di Firenze da quando giovanissimo fu assistente di Oscar Gallo per poi trasferirsi, titolare di cattedra, nelle accademie di Foggia, Bologna e Carrara. Le sue opere sono permanentemente esposte in Italia, Europa, Stati Uniti, Giappone ma in lui non c’è nessuna spocchia intellettuale o posa artistica. Parliamo a lungo, lo “saccheggio” chiedendogli pareri su autori, chiedendogli di chiarirmi i procedimenti tecnici della creazione. Franco parte dall’idea e sviluppa la realizzazione delle opere in tutte le sue fasi, accarezzando le superfici delle sculture si percepisce il respiro dell’uomo in armonia con lo scorrere del tempo.

Foto: Fasulo

Il sole sta tramontando e la luce indora le superfici, macchinari e sculture offrono un fianco ai raggi e l’altro lo sprofondano nel buio. Tornando verso Livorno evito la superstrada, percorro le dolci colline che si dispiegano a fianco della statale 206 e mi raccontano la Grande Madre di Franco Mauro Franchi.

Franco Mauro Franchi nasce nel 1951 a Rosignano Marittimo (Livorno) dove risiede e lavora. Ha partecipato a numerose e prestigiose rassegne d’arte come “Le Avventure della forma” a Seravezza, Lucca e la Biennale di Venezia Palazzo delle esposizioni di Torino. Ha eseguito opere monumentali per spazi pubblici e privati in Italia e all’estero come Piazza della Libertà a Cecina (Li), Piazza Francia a Firenze, Rue du Levant a Martigny (Svizzera), Mine Yamaguchi in Giappone. Ha vinto premi e tenuto numerose esposizioni personali. nel 2013 ha ricevuto il titolo di Accademico della prestigiosa Accademia delle Arti del Disegno di Firenze.

Le immagini sono di Serafino Fasulo


Serafino Fasulo è produttore, regista di documentari e fotografo. Ha lavorato per la RAI, per Sky e per altre produzioni televisive e cinematografiche. Ha curato numerose rassegne video e cinematografiche, eventi teatrali, mostre di pittura e fotografia.

È stato responsabile della programmazione audiovisiva del Nuovo Teatro delle Commedie e del Teatro Mascagni di Livorno dal 1995 al 2003. Dal 2003 al 2013 è stato gestore e coodirettore artistico del cinema Kino-Dessé e dell’Arena Ardenza di Livorno. Nel 2014-2016 è stato assessore alla cultura del Comune di Livorno.

È stato Presidente Nazionale dell’Unione Italiana Circoli del Cinema (UICC). Dal 2016 al 2020 è stato Art Director della Fondazione Laviosa. Attualmente sta sviluppando progetti fotografici a lungo termine con particolare attenzione ai flussi migratori.

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