
Pubblicato ore 10:00
- di Valeria Cappelletti
LIVORNO – Ebrei, ma anche Testimoni di Geova, cattolici come Don Roberto Angeli, antifascisti, Rom e Sinti, omosessuali, disabili, su molte delle loro storie incombe ancora una cappa di buio, su molti di loro c’è ancora silenzio. Ieri, 2 febbraio, si è svolto un incontro molto interessante nella Sala Consiliare della Provincia, che rientrava nelle iniziative per il Giorno della Memoria.
L’incontro dal titolo “Memoria. Insieme a me, altri” ha aperto un piccolo spiraglio di luce su coloro che, pur non essendo ebrei, vennero deportati nei campi di concertamento nazi-fascisti. Purtroppo ci sarebbe voluto un giorno intero per poter trattare l’argomento con il giusto approfondimento, ma intanto qualcosa si è mosso. Un’importante occasione alla quale ahimè hanno risposto in pochi e soprattutto erano completamente assenti gli studenti delle scuole ai quali un simile incontro avrebbe di certo molto giovato.
A Gino Niccolai, presidente dell’ANPI provinciale di Livorno, il compito di moderare gli interventi di Pier Giorgio Curti, psicoanalista; Sergio Bontempelli, autore e operatore ADIF; Valerio Di Porto, dell’Istituto Dirpolis presso la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. Presenti anche il Centro Studi Don Roberto Angeli, la Comunità ebraica di Livorno, Arcigay Livorno e L.E.D. Libertà e Diritti.
Memoria e traumi
Molto forte e coinvolgente l’intervento di Pier Giorgio Curti che è partito dal concetto di memoria, riallacciandosi al titolo dell’incontro: “Il tema della memoria per uno psicoanalista è un argomento cardine, ma non è un tema semplice, la memoria è qualcosa di molto complesso, è uno strumento meraviglioso ma fallace perché i nostri ricordi tendono negli anni a cancellarsi, a modificarsi, i ricordi hanno una scarsa affidabilità. Per esempio un trauma può modificare la memoria e dunque i ricordi ed è quindi importante una frequente rievocazione degli eventi per mantenere fresco il ricordo, da qui l’importanza del Giorno della Memoria. I primi sopravvissuti ai campi di sterminio fecero molta fatica a raccontare quanto avevano subito proprio perché il trauma era troppo forte, era impossibile per loro raccontare, solo a partire dal 1961 con il processo a Eichmann, cominciarono a narrare i fatti”.

Il terribile Aktion T4
Curti poi entra ancora di più in un’analisi precisa e puntuale sul dettagliato piano attuato da Hitler che avrebbe portato allo sterminio di ebrei, Rom e Sinti, omosessuali, antifascisti. Il punto di partenza fu il 1933 quando: “Introdusse in Germania il progetto Aktion T4 che condusse prima alla sterilizzazione di 300mila persone disabili in modo che non fosse possibile per loro riprodursi, poi allo sterminio di 200mila bambini disabili e infine allo sterminio di 300mila persone disabili nelle camere a gas. Queste persone per Hilter rappresentavano vite che non erano degne di essere vissute”.
Rom e Sinti
Sergio Bontempelli ha invece affrontato il tema dello sterminio dei Rom e dei Sinti: “Non è stato solo un affare dei tedeschi – sottolinea – anche l’Italia è stata coinvolta, l’11 settembre del 1940 Arturo Bocchini, capo della polizia italiana, divulgò una circolare che stabiliva l’internamento dei Rom e Sinti nei campi di concentramento perché era un popolo asociale, ma anche per questioni di igiene. Per molto tempo quando i Rom e i Sinti raccontarono quanto subito nei campi di concertamento non furono creduti, per anni questa parte della storia è stata taciuta”.
Il ruolo delle istituzioni
Interessante anche l’intervento di Sandra Scarpellini, presidente della Provincia che ha parlato del ruolo importante delle istituzioni: “Le istituzioni hanno un ruolo fondamentale in queste ricorrenze – ha detto – devono vigilare, porre massima attenzione su tutti gli aspetti. Le istituzioni devono creare un legame con la scuola, con le associazioni, affinché la memoria rimanga viva, affinché scuota le coscienze, faccia riaffiorare la parte emotiva ed è importante rendere il racconto attuale, ecco perché per esempio abbiamo allestito una mostra sul tema dell’antisemitismo e dell’odio su internet nell’atrio della Provincia”.
A conclusione Di Porto ha proposto un dettagliato riassunto di quali furono le radici della persecuzione degli ebrei.
Sono seguiti vari interventi da parte del pubblico: è stato sottolineato l’importanza delle Leggi Livornine che favorirono tanti popoli e comunità straniere; Luca Balestri, volontario di Arcigay ha evidenziato l’importanza e la necessità di una collaborazione tra tutte le associazioni: “Non solo nel Giorno della Memoria ma per tutto l’anno”.
C’è solo una riflessione che vorremmo fare a margine dell’incontro di ieri, poco è stato detto in questa occasione su quanto accadde a gay e lesbiche, sarebbe invece importante, magari in un prossimo incontro, sollevare il velo anche sulle loro storie.
Alcune immagini dell’incontro
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