
Pubblicato ore 07:00
- di Valeria Cappelletti
LIVORNO – Una giovane artista livornese che presenta Pier Paolo Pasolini a Parigi. Si chiama Valentina Restivo, artista molto conosciuta in città, che a marzo esporrà il suo lavoro dedicato a “Salò e le 120 giornate di Sodoma” (film girato da Pasolini nel 1975, n.d.r.) nella Librerie italienne Tour de Babel (rue du Roi de Sicile, 10) a Parigi. Curatrice della mostra sarà Silvia Pampaloni. Intanto Valentina in questi giorni espone negli spazi di Area+ (via Carraia 8) 30 opere sotto il titolo di “Giganti“, visibili per tutta questa settimana.
Livornese, nata il 20 maggio 1983, dopo la laurea in Cinema e immagine elettronica con una tesi illustrata su “Salò o le 120 giornate di Sodoma” di Pier Paolo Pasolini, frequenta la Scuola Internazionale di Arte Grafica Il Bisonte a Firenze. Valentina ha illustrato per puro piacere diversi film, ritratto numerosi personaggi che avrebbe voluto conoscere, partecipato a numerose mostre anche all’estero. Noi le abbiamo rivolto qualche domanda sulla mostra francese.

Complimenti, Valentina. È la prima volta che esponi a Parigi?
Sì. La notizia è arrivata qualche mese fa, già da un po’ di tempo stavamo lavorando con Silvia Pampaloni, livornese, che vive a Parigi ormai da tanti anni. Lei stava cercando un posto dove poter fare una mostra per il centenario della nascita di Piero Paolo Pasolini (che ricorre a marzo del 2022, n.d.r.) e finalmente ha trovato questa libreria. È una vita che sogno di poter fare una mostra a Parigi e in più, una mostra su Pasolini, è davvero il massimo che possa desiderare.
Hai avuto modo di esporre altre tue creazioni in città straniere?
Durante questi anni ci sono state diverse mostre in giro per l’Europa: per esempio in Svezia, a Londra, poi due anni fa c’è stata una bellissima mostra in Croazia a Spalato in un centro di ricerca scientifico dove feci proprio un lavoro apposta per il centro, sempre nel settore del disegno, con ritratti.

Come mai Pasolini?
La mia tesi di laurea era sul ritratto secondo Pasolini. È per me una grande figura di riferimento, gli ho dedicato tanti anni di studio e di disegno. Per la mia tesi ho fatto una serie di illustrazioni tratte da “Salò e le 120 giornate di Sodoma”. La mostra di Parigi, alla quale tengo molto, sarà arricchita da ritratti fatti apposta per l’occasione. “Salò” è un lavoro che io terrei tanto a portare in giro, renderlo vivibile anche fuori dall’Italia.
Cosa esporrai a Parigi?
Cento illustrazioni legate a “Salò e le 120 giornate di Sodoma” e in più, non so ancora quanti, ritratti di personaggi pasoliniani, alcuni li ho già e altri li sto facendo in questi mesi pre mostra. L’inaugurazione è il 4 marzo, il giorno prima della data di nascita di Pasolini, e l’esposizione durerà fino al 31 marzo.
Da quanto ci lavori?
Il lavoro risale a 13 anni fa ormai, quando mi sono laureata… molti anni fa. Vedere che a distanza di tanti anni posso riproporlo e che ci sono persone sempre interessate, mi riempie il cuore.
Ti piacerebbe se il tuo lavoro su Pasolini venisse esposto a Livorno?
Molte delle mie illustrazioni hanno già trovato posto degli spazi al Kino Dessè oppure al Refugio, forse se ci fosse qualcosa di più istituzionale legato a Pasolini mi piacerebbe. Ma mi piacerebbe soprattutto andare fuori, in altre città a portare questo mio lavoro. Nel 2009 feci un video con Marco Bruciati e andammo a Skopje in Macedonia, venimmo selezionati alla Biennale di Giovani Artisti d’Europa e del Mediterraneo e almeno con il video queste illustrazioni sono uscite fuori.
In quali città vorresti che venissero esposti i tuoi ritratti su Pasolini?
Sicuramente a Bologna alla Cineteca e poi in Europa.
Che tipo di tecnica usi?
Uso pochissimo colore, questa serie di lavori che porterò sono fatti con il wash che è una via di mezzo tra l’acquerello, la tempera e l’inchiostro. Le tecniche che uso quotidianamente, a parte il wash, sono la semplice penna biro, gli acrilici e gli smalti, dipende dal tipo di soggetto e dal progetto che voglio realizzare.
Quanto ci metti a realizzare un ritratto?
Dipende, non tantissimo, di solito una giornata o qualche giorno.
Qual è la parte più difficile di un ritratto?
La parte degli occhi è quella che mi riesce meglio, la più difficile è quella tra naso e bocca, se sbagli quella sbagli tutto il ritratto perché cambia l’espressione, la lunghezza del viso, tutto.
Parlaci di “Giganti”
Una mostra che abbiamo pensato insieme a Viola Barbara della Galleria Uovo alla Pop, abbiamo raccolto una serie di ritratti di personaggi che ho realizzato e che sono considerati giganti del cinema, della musica, dell’arte. Una parte poi vede i “Giganti” insieme ai cavalli, voleva essere un omaggio a mio fratello, amante dei cavalli e venuto a mancare a luglio, perché spesso i nomi di grandi artisti vengono dati ai cavalli da corsa. Mio fratello e io eravamo molto legati e questa mi è sembrata la maniera più ironica e piacevole di fargli una dedica.

Cos’è per te il disegno?
Qualcosa che mi porto dietro quotidianamente, che mi viene naturale da fare. È una delle poche cose che so fare e che faccio con naturalezza, mi aiuta a conoscere le cose e soprattutto le persone.
In bocca al lupo Valentina e che questa mostra sia l’inizio di un percorso europeo dedicato a Pasolini.
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