Un Soldo di Cacio: oggi parliamo di Maurizio Mini, un’istituzione a Livorno

A scrivere è il personaggio del romanzo di Michele Cecchini

Dettaglio della copertina del romanzo di Michele Cecchini "Il cielo per ultimo" realizzata da Manuele Fior
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Pubblicato ore 12:00

Emilio Cacini, meglio conosciuto come Soldo di Cacio, è il protagonista del romanzo di Michele Cecchini “Il cielo per ultimo”, uscito nel 2019 per Bollati Boringhieri. In questa rubrica, il Cacini risponde alle domande dei suoi e dei nostri lettori.

Cacini caro,
è già da qualche settimana che sulla tua rubrica non dedichi un po’ di spazio a un personaggio livornese contemporaneo. Di sicuro ci sarà qualcuno di cui vuoi parlare. Provvedi quanto prima, perché sono curiosa.
Anna, Salviano

Cara Anna, eccoti servita.
Ci sono delle persone che sono delle dinamo umane. Forse lei non lo sapeva, ma io sì. Perché ne conosco una. Si chiama Maurizio Mini e a Livorno è un’istituzione.
“Maurizio, sai mica se a Livorno…” credo sia la premessa fissa alle centinaia di domande che riceve quotidianamente.
Maurizio è la memoria storica di Livorno. Conosce tutti gli avvenimenti dal dopoguerra (e anche prima) a oggi, è capace di raccontare la città edificio per edificio, strada per strada. Ma non è tanto questo che mi interessa sottolineare. Maurizio, nel suo viscerale amore per la città, si è messo a disposizione per le attività culturali. Cioè, collabora. In altre parole, intercetta bisogni e desideri e allora imbastisce, organizza, suggerisce, elabora, ipotizza, coordina. Non si risparmia. Mette insieme persone che hanno medesimi interessi, aiuta a trovare luoghi idonei, fornisce soluzioni ai problemi, fa una costante opera di promozione. E quando c’è da mettere a posto le sedie, lo trovi lì.

Per Erasmo ha collaborato alla stesura di tre volumi su argomenti molto diversi tra loro: il centenario della squadra di calcio, la storia del Jazz a Livorno e i discorsi tenuti in città da Enrico Berlinguer. Questo testimonia due cose: la prima è che i suoi interessi sono eterogenei; la seconda è la sua propensione a collaborare. Maurizio non è un cane sciolto. Dal punto di vista operativo ha molto chiaro che la realizzazione di iniziative passa necessariamente dalla unione delle forze e dalla condivisione.

Dotato di una formazione che si è fatta sul campo, Maurizio ha capito che dare la possibilità di esprimersi è un valore assoluto e a prescindere. L’ho visto occuparsi, in un modo o nell’altro, di centinaia di eventi. Mai una volta che abbia detto: “Per questo non contate su di me, non mi piace”. Per cui è sempre pronto a dare una mano. Cinema, libri, musica: non ci sono ambiti in cui Maurizio non abbia dato il suo contributo silenzioso a associazioni, gruppi, singoli. Mai una parola fuori posto, mai un atteggiamento sopra le righe. Sempre un profilo basso.

Maurizio è una dinamo umana perché inesauribile. Non a caso è un camminatore da competizione, e se vuole interpellarlo, Anna, lo vedrà transitare prima o poi a piedi per una delle strade del centro.

Ultimamente, poi, ha azzardato una cosa per lui poco convenzionale. Ha fatto da sé. Ha scritto un romanzo, sempre edito da Erasmo, che si chiama “La sceneggiatura”. Sarà perché lo conosco e sono suo amico, ma leggendo m’è parso di chiacchierare con lui. Ce l’ho ritrovato proprio. Non tanto perché parla della sua infanzia al Pontino, ma perché è una storia di integrazione. Quella che Maurizio cerca di promuovere quotidianamente, a tutti i livelli. Ed è raccontata con uno sguardo puro e genuino. Quello che hanno le persone per bene.

Io, Anna, le parlo di Maurizio per riferirmi in realtà alla marea di persone che, in città, si danno da fare per questo settore. E non ha idea di quante gliene potrei citare. E mica li conosco tutti. Segno che in questa città ci sono persone che, oltre ad avere la voglia di fare, fanno.

Io tutte queste persone me le immagino dentro a una delle cantine sotterranee lungo i fossi, tale e quale a quella dei vogatori, a faticare su marchingegni che hanno leve e pedali, perché è grazie alla loro dedizione, al loro spirito di sacrificio, che queste cose prendono vita.

La miriade di iniziative di cui la città si nutre è possibile anche grazie a queste persone che, zitte zitte, sudano sui pedali, spingono le leve e muovono gli ingranaggi. Non le vedi, eppure con la loro energia inesauribile si prodigano perché ciascuno abbia modo di esprimersi e di comunicare. Queste righe sono il mio strampalato tentativo di ringraziarle tutte.

Un abbraccio,
Cacio

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