
Pubblicato ore 12:00
- di Serafino Fasulo
Il quartiere Banditella ha avuto un incremento edilizio negli anni ’80. Area residenziale elegante e quieta, separata dal mare dal Viale Italia.
Adastro Brillli, “colui che non fugge”, mi aspetta per strada, non ci siamo mai visti ma ci “riconosciamo”. Parcheggio e lo seguo nei garage sotterranei del condominio dove abita. Garage come tanti, cemento e saracinesche grigie. Da una di queste esplode la pittura di Adastro, astrazioni e geometrie dove i rossi, gli arancio e i blu dominano e pulsano insospettabili nel corpo di un complesso edilizio tra i tanti. “Ho messo un po’ di ordine, sapendo che venivi”, i teli che coprono gli scaffali creano un fondale naturale per i dipinti.

Esco dall’atelier-garage ed indietreggio quel tanto che basta per guadagnare una visione d’insieme. Davanti ho un’immagine degna di Hopper; Adastro segue paziente le mie indicazioni per i ritratti posati. “Anch’io ho iniziato dipingendo dal vero, seguendo il solco tracciato dai macchiaioli”.
Una vita passata sul porto dove eredita un lavoro che affonda le radici in generazioni di portuali che risalgono alla metà dell’’800 e mi sembra che il suo vissuto a contatto col mare, con le dinamiche di gru, forklift, imbarcazioni, moli, tramonti ed albe si sia riversato nelle composizioni astratte.

Su un tavolo, vicino a foto di persone care, sta un Budda in creta, poco definito ma sufficiente per la preghiera. “Mi sono avvicinato al Buddismo grazie a mia figlia; è attraverso la preghiera che ristabilisco l’equilibrio interiore nei momenti di difficoltà”. La serenità del Budda e l’esplosione cromatica delle tele sono giustapposizione misteriosa, come altrettanto misteriosa rimane la provenienza del nome Adastro. Deriva dal greco Ádrastos, (colui che non fugge) e ha subìto un’inversione consonantica, per semplificarne la pronuncia, oppure i genitori si sono ispirati all’invito ad astrum (verso una stella)? In entrambi i casi rimane un nome augurale, una luce che esplode all’aprirsi di una saracinesca e che contiene l’animo poetico di una città all’apparenza ruvida e disincantata.
Adastro Brilli è nato nel 1948 a Livorno, dove vive e lavora. Negli anni ’70 inizia il suo percorso artistico. Lo studio dei post-macchiaioli livornesi sarà importante per la sua formazione. La forte carica coloristica lo accompagna anche quando la pittura dal vero lascia posto all’astratto e alle composizioni geometriche. Il suo lavoro ha ottenuto moltissimi consensi di critica e di pubblico.
Le immagini sono state scattate da Serafino Fasulo
Serafino Fasulo è produttore, regista di documentari e fotografo. Ha lavorato per la RAI, per Sky e per altre produzioni televisive e cinematografiche. Ha curato numerose rassegne video e cinematografiche, eventi teatrali, mostre di pittura e fotografia.
È stato responsabile della programmazione audiovisiva del Nuovo Teatro delle Commedie e del Teatro Mascagni di Livorno dal 1995 al 2003. Dal 2003 al 2013 è stato gestore e coodirettore artistico del cinema Kino-Dessé e dell’Arena Ardenza di Livorno. Nel 2014-2016 è stato assessore alla cultura del Comune di Livorno.
È stato Presidente Nazionale dell’Unione Italiana Circoli del Cinema (UICC). Dal 2016 al 2020 è stato Art Director della Fondazione Laviosa. Attualmente sta sviluppando progetti fotografici a lungo termine con particolare attenzione ai flussi migratori.
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Belle queste nuove forme maturate da una visione mistica.
Serafino Fasulo è riuscito con testo e immagini a mettere in risalto le caratteristiche sia umane che artistiche di Adastro Billi